La Cassazione ha accolto il ricorso di due amministratori comunali condannati in proprio al pagamento dei compensi professionali di un avvocato. Legittimo infatti esercitare l'azione ex articolo 2041 c.c. verso l'ente nei limiti dell'arricchimento da questo conseguito.
Un avvocato conveniva in giudizio il sindaco, l'assessore e due componenti della giunta di un comune campano, chiedendone la condanna in solido al pagamento dei compensi professionali per un'attività svolta a favore del Comune su incarico della giunta non seguito da convenzione scritta. Il Tribunale respingeva il ricorso degli operatori comunali avverso la decisione del Giudice di Pace, sostenendo che la prestazione dell'avvocato era stata attuata senza l'osservanza del procedimento formale e contabile previsto per l'assunzione di obbligazioni vincolanti per l'ente locale. Il sindaco e l'assessore ricorrono in Cassazione, lamentandosi del fatto che il Tribunale non avesse considerato che essi erano stati condannati in luogo del Comune, unico effettivo beneficiario della prestazione professionale. Il ricorso è fondato. La Corte di Cassazione, infatti, afferma che in tema di assunzione di obbligazioni da parte degli enti locali, qualora le obbligazioni siano state assunte senza un previo contratto e senza l'osservanza dei controlli contabili relativi alla gestione dello stesso, al di fuori delle norme di evidenza pubblica, insorge un rapporto obbligatorio direttamente tra chi abbia fornito la prestazione e l'amministratore o il funzionario inadempiente che l'abbia consentita. Tuttavia, al fine di salvaguardare il principio di sussidiarietà dell'azione di ingiustificato arricchimento, sussistono in tal caso «in favore del funzionario o amministratore le condizioni affinché egli possa esercitare l'azione ex articolo 2041 c.c. verso l'ente nei limiti dell'arricchimento da questo conseguito» Corte Cost., numero 446/1995 . Pertanto, «l'amministratore che sia stato convenuto dal privato ben può esercitare l'azione di arricchimento onde essere rilevato indenne dall'esborso lo può fare perché l'azione diretta di indebito arricchimento verso l'amministrazione locale è preclusa al professionista o al fornitore del servizio, il quale può agire contrattualmente in via principale nei confronti del singolo amministratore in ragione della costituzione ope legis del rapporto obbligatorio con lui» Cass. civ., numero 11036/2018 . La proposizione di tale azione espone tuttavia l'amministratore condannato in proprio a un depauperamento patrimoniale che si correla a un arricchimento ingiustificato dell'amministrazione pubblica, per avere comunque quest'ultima beneficiato di una prestazione patrimoniale senza corrispettivo ne deriva, pertanto, l'esigenza di tutela dell'amministratore, che può essere soddisfatta mediante la proposizione, in mancanza di altre azioni, proprio dell'azione di ingiustificato arricchimento verso l'ente pubblico, a norma dell'articolo 2041 c.c. Per questi motivi, la Corte cassa la sentenza impugnata con rinvio al Tribunale.
Presidente Bisogni – Relatore Terrusi Rilevato che l'avvocato S.A. convenne dinanzi al giudice di pace di Sapri C.G. e S.S., che erano stati rispettivamente sindaco e assessore del comune di omissis , nonché M.E. e L.P., che erano stati a loro volta componenti della giunta, chiedendone la condanna in solido al pagamento dei compensi professionali per un'attività svolta a favore del comune su incarico della giunta non seguito da convenzione scritta i convenuti si costituirono svolgendo, in ipotesi, domanda di manleva o di arricchimento senza causa nei confronti del comune il giudice di pace di Sapri, nella contumacia del comune, accolse la domanda principale e dichiarò inammissibile le domande di arricchimento la sentenza fu impugnata dai soccombenti nei limiti del rigetto della loro domanda nei riguardi del comune il tribunale di Lagonegro ha respinto il gravame premettendo che l'azione di restituzione dell'indebito presuppone il rapporto causale diretto e immediato tra il depauperato e il beneficiato, oltre che la mancanza di giustificazione causale dello spostamento patrimoniale ha ritenuto che nella specie difettasse l'impoverimento ingiustificato a carico degli appellanti, dal momento che questi erano stati condannati al pagamento delle spettanze dell'avv. S. proprio in applicazione di quanto previsto dal D.Lgs. numero 267 del 2000, articolo 191, e dunque in virtù di una precisa giustificazione causale derivante dalla legge la C. e S. hanno proposto ricorso per cassazione deducendo due motivi il comune di omissis ha resistito con controricorso gli altri intimati non hanno svolto difese. Considerato che I. - i ricorrenti, affidando il ricorso a due censure - i violazione dell'articolo 132 c.p.c., e ii violazione o falsa applicazione dell'articolo 2041 c.c. -, assumono che il tribunale abbia contraddittoriamente escluso il fondamento della loro domanda non considerandola nei suoi veri presupposti, una volta che essi erano stati condannati in luogo del comune, unico effettivo beneficiario della prestazione professionale il ricorso, i cui motivi possono essere esaminati congiuntamente, è manifestamente fondato II. - il tribunale ha implicitamente riconosciuto, evocando il D.Lgs. numero 267 del 2000, articolo 191, che la prestazione dell'avv. S. , per la quale era preteso il pagamento nei diretti confronti degli amministratori del comune di omissis , era stata attuata senza l'osservanza del procedimento formale e contabile previsto per l'assunzione di obbligazioni vincolanti per l'ente locale in questi casi il privato - professionista o fornitore del servizio - si reputa in generale non legittimato a proporre l'azione diretta di indebito arricchimento verso l'ente pubblico, per difetto del requisito di sussidiarietà v. Cass. numero 30109-18, Cass. numero 28860-15 egli difatti è legittimato a esercitare l'azione ex articolo 2041 c.c., nei confronti dello stesso ente solo utendo iuribus dell'amministratore suo debitore, e quindi in via surrogatoria ex articolo 2900 c.c., con gli oneri probatori a ciò correlati di recente Cass. numero 5665-21 nel solco di C. Cost. numero 44695 III. - in tema di assunzione di obbligazioni da parte degli enti locali, qualora le obbligazioni siano state assunte senza un previo contratto e senza l'osservanza dei controlli contabili relativi alla gestione dello stesso, al di fuori delle norme cd. di evidenza pubblica, insorge un rapporto obbligatorio direttamente tra chi abbia fornito la prestazione e l'amministratore o il funzionario inadempiente che l'abbia consentita ma proprio per salvaguardare il principio di sussidiarietà dell'azione di ingiustificato arricchimento, la Corte costituzionale ha affermato che in linea generale ben sussistono in questi casi in favore del funzionario o amministratore le condizioni affinché egli possa esercitare l'azione ex 2041 c.c. verso l'ente nei limiti dell'arricchimento da questo conseguito C. Cost. numero 446-95 sia il detto principio correttivo, sia la circostanza che l'azione del privato possa essere svolta contro il comune in via surrogatoria di quella di arricchimento dell'amministratore stanno a dimostrare l'errore nel quale è caduto il tribunale di Lagonegro esattamente al contrario di quanto ritenuto dal tribunale, l'amministratore che sia stato convenuto dal privato ben può infatti esercitare l'azione di arricchimento onde essere rilevato indenne dall'esborso lo può fare perché l'azione diretta di indebito arricchimento verso l'amministrazione locale è preclusa al professionista o al fornitore del servizio, il quale può agire contrattualmente in via principale nei confronti del singolo amministratore in ragione della costituzione ope legis del rapporto obbligatorio con lui v. Cass. numero 11036-18 la proposizione di tale azione, che può condurre a un risultato integralmente o parzialmente satisfattivo per le ragioni creditorie del privato professionista o fornitore, espone tuttavia l'amministratore condannato in proprio a un depauperamento patrimoniale che si correla a un arricchimento ingiustificato dell'amministrazione pubblica, per avere comunque codesta beneficiato di una prestazione patrimoniale senza corrispettivo cosicché si innesca in questo l'esigenza di tutela dell'amministratore, che può essere soddisfatta mediante la proposizione, in mancanza di altre azioni, proprio dell'azione di ingiustificato arricchimento verso l'ente pubblico, a norma dell'articolo 2041 c.c. IV. - l'impugnata sentenza va cassata con rinvio al medesimo tribunale, che, in diversa composizione, rinnoverà l'esame uniformandosi ai principi sopra esposti il tribunale provvederà anche sulle spese del giudizio svoltosi in questa sede di legittimità. P.Q.M. La Corte accoglie il ricorso, cassa la sentenza impugnata a rinvia al tribunale di Lagonegro anche per le spese del giudizio di cassazione.