Matrimoni gay celebrati all’estero: il riconoscimento è possibile solo se i coniugi non sono italiani

È stato divulgato ieri lo Studio del Consiglio Nazionale del Notariato approvato lo scorso 6 maggio sul tema dei matrimoni omosessuali contratti all’estero.

Con lo Studio numero 1-2015/E2002 dal titolo La rilevanza notarile dei matrimoni omosessuali contratti all’estero – approvato durante la seduta dello scorso 6 maggio e divulgato ieri – il Consiglio Nazionale del Notariato è intervenuto sul tema del valore giuridico da attribuire ai matrimoni tra persone dello stesso sesso ai fini dell’attività notarile. Lo Studio nasce dalla necessità di procedere ad un esame approfondito della materia - sempre più oggetto di un acceso dibattito politico ed istituzionale – e delle problematiche interpretative che essa con sempre maggior frequenza comporta per gli operatori giuridici, anche a fronte della mancata adozione di un provvedimento legislativo in materia. Sì al riconoscimento ma solo se i coniugi non sono italiani. Le ultime pronunce della Suprema Corte di Cassazione hanno ritenuto che il matrimonio omosessuale non possa essere considerato contrario all’ordine pubblico, ma hanno negato il riconoscimento del suo valore giuridico, poiché si tratta di un istituto estraneo all'ordinamento italiano. Conseguentemente – è la conclusione cui giunge lo Studio in esame –, laddove il matrimonio sia stato celebrato all’estero in conformità alla normativa ivi vigente, il riconoscimento della sua efficacia in Italia dovrebbe essere ammesso, almeno con riguardo ai cittadini stranieri. Con riguardo ai cittadini italiani coniugati all’estero, invece, si continua a dubitare dell’efficacia di tale unione, poiché il mancato riconoscimento legislativo nel diritto italiano del matrimonio tra persone dello stesso sesso ne comporterebbe l’inidoneità a produrre effetti per l’ordinamento. È necessario l’intervento del legislatore. Il CNN, tuttavia, ribadisce che, in mancanza di una presa di posizione del legislatore – peraltro auspicata tanto dal Supremo Collegio e dalla Consulta, quanto dalle Istituzioni europee e della Corte europea dei diritti dell’uomo – non si possono trarre conclusioni certe sul punto. Pertanto, è sempre più pressante, secondo il Consiglio, la necessità che nel nostro ordinamento venga riconosciuto valore giuridico alle unioni tra coppie omosessuali, fermo restando che deve ritenersi riservata al Parlamento la scelta di attribuire loro la veste matrimoniale o quella del partnerariato registrato.

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