Revisione delle piante organiche del personale di magistratura: pubblicato il decreto ministeriale

Con il decreto ministeriale del 1° dicembre 2016, pubblicato sul Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia del 15 febbraio 2017, numero 3, il Guardasigilli ha rideterminato le piante organiche del personale di magistratura dei Tribunali ordinari e delle relative Procure della Repubblica. Il decreto prevede l’inserimento di 112 giudici e 6 presidenti di sezione.

È stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale del Ministero della Giustizia del 15 febbraio 2017, numero 3, il decreto ministeriale del 1° dicembre 2016 recante la rideterminazione delle piante organiche del personale della magistratura dei Tribunali ordinari e delle relative Procure della Repubblica. La ridefinizione delle piante organiche del personale di magistratura negli uffici giudiziari di primo grado è frutto dei lavori del Tavolo di coordinamento ministeriale ed ha ricevuto il benestare del Consiglio Superiore della Magistratura, grazie anche all’intervento del Ministro Orlando. «Restituire efficienza al sistema giudiziario». Nella relazione tecnica relativa al progetto di rideterminazione delle piante organiche venie sottolineato come «le esigenze di sviluppo del Paese richiedono amministrazioni pubbliche capaci di elaborare e attuare una programmazione efficace, di migliorare la qualità dei servizi e di conseguire un significativo recupero di efficienza per assicurare la soddisfazione delle esigenze degli utenti e il perseguimento degli obiettivi istituzionali». Ed è proprio in tale prospettiva che si inserisce il progetto di ridefinizione delle piante organiche, quale tassello di un percorso di più ampio respiro «fondato sulla necessaria complementarietà tra misure di carattere normativo e quelle di innovazione organizzativa». Una diversa collocazione degli organici nelle diverse sedi giudiziarie è dunque «un fondamentale passaggio di ogni strategia di modernizzazione e potenziamento dell’organizzazione giudiziaria», come sottolineato anche dallo stesso CSM che ha più volte sottolineato l’esigenza di «contribuire a restituire efficienza al sistema giudiziario».

PP_AMM_17MinGiustizia_s