Durante la seduta del Consiglio dei Ministri, riunitasi nel tardo pomeriggio di mercoledì 15 giugno scorso, è stato approvato, in esame definitivo, il decreto legislativo in tema di licenziamento disciplinare mettendo fine, si spera, ai numerosi casi dei “furbetti del cartellino”, colti in flagrante a timbrare per altri. Ma non è tutto qui.
Infatti, nella seduta di ieri, il Consiglio dei Ministri, oltre ad aver approvato, su proposta del Ministro per la semplificazione e la Pubblica Amministrazione Maria Anna Madia, due decreti legislativi che promettono di intervenire sulla disciplina prevista per la falsa attestazione della presenza in servizio e di creare una mappatura completa delle attività oggetto di procedimento di mera comunicazione o segnalazione certificata di inizio attività SCIA , si è occupato altresì di contrattazione della pubblica amministrazione e di interpretazione e traduzione nei procedimenti penali. Licenziamento disciplinare. Il primo decreto legislativo è ovviamente destinato a colpire i “furbetti del cartellino” a chi sarà colto in flagrante a timbrare per altri sarà applicata la sospensione cautelare entro 48 ore e attivato il procedimento disciplinare che dovrà concludersi entro 30 giorni. Anche il dirigente potrà essere coinvolto è infatti prevista la responsabilità disciplinare a chi non procederà alla sospensione e all’avvio del procedimento. Durante il periodo di sospensione cautelare dal lavoro, il dipendente potrà comunque ottenere un assegno alimentare. L’invito al contraddittorio arriverà con almeno 15 giorni di anticipo e il dipendente potrà farsi assistere da un procuratore o da un rappresentante sindacale. SCIA. Il secondo decreto legislativo riguarda invece la mappatura completa e la precisa individuazione delle attività oggetto della dichiarazione che consente alle imprese di iniziare, modificare o cessare un’attività produttiva la SCIA , prevedendo anche la semplificazione di regimi amministrativi in materia edilizia. Interpretazione e traduzione nei procedimenti penali. Anche nell’ultima riunione del Consiglio dei Ministri viene data attuazione ad una direttiva europea. È stata, infatti, approvato un decreto legislativo recante disposizioni integrative e correttive del decreto legislativo 4 marzo 2014, numero 32, di attuazione della direttiva 2010/64/UE sul diritto all’interpretazione e alla traduzione nei procedimenti penali. Il provvedimento ha quale obiettivo la semplificazione della disciplina del conferimento dell’incarico all’interprete e al traduttore. Vengono dettate, altresì, le regole che attuano il diritto al colloquio con il difensore assistito gratuitamente dall’interprete. Oltre ad essere previsto che nel caso di particolari situazioni di urgenza, in assenza di una traduzione scritta prontamente disponibile degli atti per i quali è obbligatoria, l’autorità giudiziaria ne disponga, con decreto motivato, la traduzione orale anche in forma riassuntiva, dandone atto in apposito verbale. La traduzione orale, anche in forma riassuntiva, degli stessi atti processuali potrà sempre sostituire quella scritta in tutti i casi in cui lo stesso imputato rinunci espressamente alla traduzione scritta. È introdotta poi la possibilità di utilizzare gli strumenti di comunicazione a distanza videoconferenza, telefono o internet per garantire l’assistenza dell’interprete. Infine, verrà istituito presso il Ministero della Giustizia l’elenco nazionale degli interpreti e traduttori iscritti negli albi dei periti di ogni Tribunale. Contrattazione pa. Il cdm ha autorizzato il Ministro Madia ad esprimere il parere favorevole del Governo sull’ipotesi di Contratto collettivo nazionale quadro CCNQ per la definizione dei comparti di contrattazione collettiva e delle relative aree dirigenziali per il triennio 2016-2018, firmata il 5 aprile 2016. Sono individuati 4 comparti di contrattazione collettiva comparto delle Funzioni Centrali comparto delle Funzioni Locali comparto dell’Istruzione e della Ricerca comparto della Sanità. A tali comparti corrispondono le aree di contrattazione collettiva anche per la dirigenza. «La definizione di tale accordo realizza la condizione per la riapertura della contrattazione nel pubblico impiego».