Una delle favole dei Fratelli Grimm si chiama “Il gatto e il topo in società”. Un gatto convince un topo dell’amicizia che ha per lui mettono su casa insieme e, in previsione dell’inverno, comprano un vasetto di grasso che nascondono in una chiesa. Ma con il pretesto di dover andare ad un battesimo, il gatto esce diverse volte e si mangia man mano tutto il grasso, divertendosi poi a dare risposte ambigue al topo su quanto ha fatto. Quando finalmente vanno insieme alla chiesa per mangiare il vasetto di grasso, il topo scopre l’inganno e il gatto, per tutta risposta, mangia il topo. L’ultima frase della favola annuncia la morale “Così va il mondo”. Direi che il rapporto fra economia e previdenza rischia fortemente di assomigliare a questa favola e vi lascio indovinare chi, fra economia e previdenza, svolge il ruolo del topo e chi quello del gatto.
Il rapporto fra il MEF e le Casse di previdenza dei professionisti. Ora vediamo cos’è accaduto nel rapporto fra il MEF e le Casse di previdenza dei professionisti. Da tempo l’AdEPP nelle sue linee guida normative scrive che «E’ in corso di emanazione lo schema di decreto da emanare ai sensi del comma 3 dell’articolo 14 del citato d.l. numero 98/2011, che sarà diretto a dettare disposizioni in materia di investimento delle risorse finanziarie degli enti previdenziali, dei conflitti di interessi e di banca depositaria, tenendo anche conto dei principi di cui agli articoli 6 e 7 del d.lgs. numero 262/2006 per le forme pensionistiche di previdenza complementare». Ora è accaduto che il Governo ha chiesto all’AdEPP di concorrere al finanziamento del fondo lussemburghese Atlante 2 vocato all’acquisto delle sofferenze del Monte dei Paschi di Siena. Nell’incontro che c’è stato a Palazzo Chigi tra il Governo e l’ADEPP, il Presidente Oliveti ha posto tre condizioni 1. vogliamo che sia riconosciuta la nostra natura privata 2. vogliamo che il regolamento sugli investimenti delle Casse, in gestazione da cinque anni, sia trasformato in un codice di autoregolamentazione 3. alleggerimento della tassazione. In un recente incontro il Sottosegretario Baretta ha annunciato la prossima pubblicazione del regolamento ministeriale per gli investimenti delle Casse previdenziali. Il Presidente della Commissione bicamerale di controllo sugli enti di previdenza ha rallentato la pubblicazione. Ora è accaduto che la condizione sub 2 si è verificata perché il MEF non ha proceduto sino ad oggi alla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del regolamento investimenti, già pronto, mentre l’AdEPP, nella riunione del 20 settembre 2016, ha approvato il codice di autoregolamentazione sugli investimenti finanziari senza peraltro pubblicarlo perché bisognoso di altre cure e dell’inserimento del regolamento ministeriale. La cosa sembra buffa e tipicamente italiana ma è così. Da Il Sole 24 Ore del 21 settembre 2016 è dato leggere che «La notizia è stata data ieri dall’Associazione con un comunicato. Hanno votato tutti a favore – racconta il presidente AdEPP Alberto Oliveti – ad eccezione di una Cassa che si è astenuta, ma non nel merito ma per l’impossibilità di seguilo. Il testo del Codice, però, al momento non è ancora stato reso pubblico perché, spiega sempre Oliveti, da un punto di vista tecnico ci sono dei piccoli minimali accorgimenti da fare – spiega – nella sostanza però è il segnale di un indirizzo politico che l’AdEPP si vuole dare si tratta di un progetto guida, che ha l’obiettivo di essere rigoroso, proattivo perché – spiega ancora Olivetti – non si contrappone al decreto emanando dal ministero dell’Economia, ndr ma anzi ne costituisce un facilitatore perché propedeutico a un’attività di omogeneizzazione delle procedure. Il decreto che il ministero dell’Economia sta elaborando, quindi, una volta pubblicato sarà inglobato nel testo oggi approvato da AdEPP, e che le singole Casse presenteranno ai propri Cda chi vorrà potrà anche sottoporlo ad un voto . Il documento è comporto da 11/12 pagine e da 13 articoli e si ispira al decreto che regolamenta gli investimenti dei fondi di previdenza complementare. C’è però un tema nuovo introdotto da AdEPP relativo alla adeguatezza delle strutture che non appare nel decreto che regolamenta i fondi. Nella premessa al Codice – quella è stata già resa nota – l’AdEPP ricorda che le Casse operano in un quadro normativo di riferimento non aggiornato l’adozione del Codice, sottolinea, poi la premessa ha il fine di garantire la trasparenza, l’ottimizzazione di risultati e la migliore tutela degli iscritti. In merito ai limiti agli investimenti – si pensi alla soglia sugli immobili per esempio – il testo elaborato da AdEPP, racconta Oliveti indentifica un percorso per arrivare ai range ottimali, individuando tempi e piani di rientro. Il testo definitivo del codice secondo AdEPP sarà pronto entro una decina di giorni, quindi prima della prossima assemblea dell’associazione prevista per il 12 ottobre». La cosa divertente è che il controllato diventa il controllore di sé stesso secondo il vecchio adagio “vigilantibus iura succurrunt, non dormientibus”. Aspettiamoci ora il finanziamento al Fondo lussemburghese Atlante 2 da parte delle Casse di previdenza prima che la quotazione di MPS si riduca a zero! E solo allora vedremo chi è il gatto e chi il topo
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