di Paolo Rosa
di Paolo Rosa *Con la legge 24.02.2005, numero 34 il Parlamento ha unificato l'Ordine dei Dottori Commercialisti e l'Ordine dei Ragionieri e Periti Commerciali nell'Ordine dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili presso il quale è istituito l'Albo dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili.Unificazione delle Casse entro il 30 marzo 2007. All'unificazione si è provveduto con il successivo decreto legislativo 28.06.2005, numero 139.L'articolo 4 della Legge 24.02.2005, numero 34 contemplava l'eventuale adozione da parte del Governo - entro il 30 marzo 2007 - di uno o più decreti legislativi volti a sostenere l'iniziativa della Cassa di Previdenza dei Dottori Commercialisti e della Cassa di Previdenza dei Ragionieri finalizzata all'ipotesi di unificazione.Principi e criteri dell'unificazione. L'unificazione doveva avvenire secondo i seguenti principi e criteri direttivi 1. definizione delle regole da seguire nel processo di unificazione, sulla base di quelle fissate dagli articoli 2498 e seguenti del codice civile, in quanto applicabili e, comunque, nel rispetto dei principi del decreto legislativo 30 giugno 1994, numero 509, e successive modificazione, previa adozione di progetti di unificazione da parte dei competenti organi delle Casse interessate sulla base di bilanci di unificazione che considerino le situazioni patrimoniali in atto e le previsione sulle dinamiche demografiche e delle adesione, da assoggettare al controllo di cui all'articolo 3 del citato decreto legislativo numero 590 del 1994 e a condizione che eventuali modifiche ai regimi previdenziali non comportino effetti peggiorativi sui risultati delle gestioni previdenziali previsti a norma vigente 2. applicazione da parte delle Casse unificande del principio del pro rata, di cui all'articolo 3, comma 12, della legge 8 agosto 1995, numero 335, rapportato alle condizioni di equilibrio di lungo periodo caratterizzanti la propria gestione 3. adeguamento delle normative legislative, già applicabili alle Casse, rispetto al processo di unificazione come da esse definito 4. esenzione da imposte e da tasse di tutti gli atti finalizzati alla unificazione.Il termine del 30 marzo 2007 è scaduto.Peraltro sono proseguiti gli incontri tecnici e politici fra le due Casse di previdenza ma senza approdare ad alcun utile risultato.In un recente convegno organizzato dal Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili a Reggio Calabria le posizioni dei due Enti di previdenza sembrano essersi ulteriormente radicalizzate.Per il Presidente della Cassa Nazionale di Previdenza dei Dottori Commercialisti non ci sono le condizioni per un percorso con i Ragionieri per via dei pesanti squilibri nei bilanci della Cassa di Previdenza dei Ragionieri che avrebbe bisogno di una riforma incisiva che preveda per i Ragionieri, almeno, l'innalzamento dei contributi e dell'età pensionabile. Un percorso, tuttavia, - ha proseguito il Presidente della Cassa di Previdenza dei Dottori Commercialisti - insufficiente per via del debito previdenziale ereditato dalla gestione pubblica e che richiede comunque l'intervento dello Stato.Affermazioni che non sono piaciute al Presidente della Cassa di Previdenza dei Ragionieri per il quale i conti del proprio Ente sono in ordine addebitandosi la mancata fusione al pregiudizio ideologico nei confronti dei Ragionieri.Al di là delle affermazioni di principio e delle buone intenzioni dei Presidenti delle due Casse, il problema che sin qui ha impedito la fusione, a parere di chi scrive, è piuttosto semplice al punto che lo si può affrontare e risolvere, sempre che ci sia la buona volontà di risolverlo.La Cassa di Previdenza dei Ragionieri nel 2004 ha operato una profonda riforma strutturale esercitando l'opzione per il sistema di calcolo contributivo della pensione, opzione resa possibile dall'esplicita previsione normativa di cui alla legge 335/1995.L'opzione al contributivo è stata esercitata anche dalla Cassa di Previdenza dei Commercialisti e quindi vi è uniformità di criterio nella liquidazione delle pensioni.Ma se si confrontano gli atti ed i bilanci delle due Casse balza all'evidenza che la Cassa dei Dottori Commercialisti non dà separata evidenza dei conti delle due Sezioni, retributiva sino al 31 dicembre 2003 e contributiva dopo , perché il debito previdenziale delle pensioni retributive non si vede o , almeno ,io non sono riuscito a vederlo.Se la Cassa dei Commercialisti lo avesse fatto il confronto sarebbe immediato.La differenza sugli sviluppi futuri è solo ed esclusivamente dovuta al fatto che Cassa Dottori Commercialisti ha un enorme flusso di nuovi iscritti, mentre Cassa Ragionieri non lo ha.Ed infatti la riforma previdenziale del 2004 della Cassa dei Ragionieri ha diviso contabilmente e finanziariamente la gestione pensionistica dei ragionieri in due sezioni - la sezione A, relativa alla gestione dei ratei di pensione maturate al 31.12.2003, calcolate con il sistema retributivo - la sezione B, relativa alla gestione dei ratei di pensione maturate dal 01.01.2004 calcolate con il sistema contributivo.È noto che il calcolo della pensione con il sistema contributivo è molto penalizzante nel senso che mediamente riduce la pensione retributiva nell'ordine del 50%. Ne consegue che l'adozione del sistema di calcolo contributivo della pensione è in grado di mettere in sicurezza il sistema previdenziale aprendo però problemi sul fronte della adeguatezza delle prestazioni.Alla sezione A spetta far fronte al debito previdenziale pregresso. Ma torniamo alla riforma della Casse dei Ragionieri.A partire dal 2004, nei bilanci consuntivi e di budget, viene data una separata evidenza contabile, sia economica che patrimoniale, alle due sezioni del Fondo per la previdenza.La Cassa dei Ragionieri ha attribuito alla sezione A del Fondo il compito di far fronte al debito previdenziale pregresso e a tal fine ha previsto che il sostegno finanziario sia costituito da - l'ammontare del patrimonio determinato alla data del 31.12.2003 - i redditi degli investimenti del patrimonio determinato alla data del 31.12.2003 - l'intero gettito del contributo integrativo versato da tutti gli iscritti alla Cassa, indistintamente dall'anno di iscrizione - le somme versate per periodi ricongiunti e/o riscattati dagli iscritti con decorrenza antecedente al 01.01.2004 - l'importo delle sanzioni e degli interessi conseguenti all'inosservanza degli obblighi in tema di comunicazione e/o contributi afferenti a periodi anteriore il 01.01.2004, nonché i contributi straordinari di solidarietà.Alla sezione B spetta il rendiconto delle posizioni previdenziali. Alla sezione B del Fondo, invece è dedicata la rendicontazione delle posizioni previdenziali in regime contributivo finanziate a far tempo dal 01.01.2004 da - il contributo soggettivo versato da tutti gli iscritti alla Cassa, indistintamente dall'anno di iscrizione - le somme versate per periodi ricongiunti e/o riscattati dagli iscritti con decorrenza successiva al 31.12.2003 - i redditi netti degli investimenti dei contributi afferenti alla sezione stessa.Ma cosa impedisce la fusione delle due Casse? Il problema attuale che divide le due Casse di previdenza e che impedisce la fusione è data dal fatto che al finanziamento del debito previdenziale contratto nella sezione A pensioni tutte calcolate con il sistema retributivo si provvede, tra il resto, attraverso il contributo integrativo sul volume d'affari versato da tutti gli iscritti alla Cassa, indistintamente dall'anno di iscrizione e nel fatto che la Cassa dei dottori Commercialisti può contare su un enorme flusso di nuovi iscritti mentre Cassa Ragionieri no.Così facendo è intuitivo che quel debito viene scaricato su tutte le generazioni di professionisti ed in modo particolare su quelle più giovani, una volta realizzata la fusione.Dal confronto fra i bilanci delle due Casse e dalle due riforme strutturali apportate al sistema risulta acclarato che la riforma di Cassa Ragionieri per ridurre l'ammontare delle pensioni retributive e quindi il debito maturato al 2003, è stata ben più pesante di quelle di Cassa Dottori Commercialisti. Infatti - dal 2004 Cassa Ragionieri ha introdotto una riduzione immediata della pensione retributiva che si aggira, in media, sul 16 per cento mentre la Cassa Dottori Commercialisti ha introdotto una riduzione molto più blanda e che è entrata a regime progressivamente - Cassa Ragionieri penalizza le pensioni di anzianità con una riduzione in base alla più lunga speranza di vita dei pensionati di anzianità mentre la Cassa Dottori Commercialisti non penalizza le pensioni di anzianità.Cassa Dottori Commercialisti ha elevato l'età pensionabile di vecchiaia a 68 anni, mentre Cassa Ragionieri l'ha mantenuta a 65 anni. Ma basta vedere i dati riportati nei bilanci d'esercizio per verificare che questo innalzamento dell'età pensionabile è vanificato, in Cassa Dottori Commercialisti, quasi interamente dal ricorso alla pensione di anzianità. Dai rispettivi bilanci tecnici si può verificare che l'età media dei pensionati di Cassa Dottori Commercialisti si va abbassando, mentre l'età media dei pensionati di Cassa Ragionieri si va innalzando questo significa una sola cosa, che l'elevazione dell'età pensionabile per i Commercialisti non ha prodotto i suoi effetti o li sta producendo in modo meno significativo rispetto alle attese.A parere di chi scrive, il contributo integrativo non può essere destinato per intero al finanziamento del debito pregresso ma in gran parte deve essere destinato ad implementare il montante contributivo per ricavare delle pensioni contributive più adeguate.E' pacifica la natura previdenziale del contributo integrativo.Pende all'esame del Parlamento la proposta di legge 1524-A Lo Presti ed altri che proprio in questi giorni ha però ottenuto parere negativo dal Ministero dell'economia per la quale è prevista la possibilità per le casse che adottano il sistema di calcolo contributivo di destinare parte del contributo integrativo all'incremento dei montanti individuali.Interessante al riguardo anche la risoluzione numero 25/E del 3 marzo 2011 dell'Agenzia delle Entrate, commentata nel numero odierno del quotidiano.Come si può risolvere il problema? A mio parere è assolutamente inutile che le due Casse si confrontino sui bilanci tecnici perché è un confronto destinato ad approdare necessariamente a risultati diversi se insieme non viene affrontato e risolto il problema del finanziamento del debito maturato della sezione A della Cassa dei Ragionieri e dell'afflusso dei nuovi iscritti che per ora sembrano indirizzarsi verso la Cassa dei Commercialisti, la quale dovrà a sua volta evidenziare il debito maturato nella sezione chiusa al 31 dicembre 2003 per giocare, diciamo così, ad armi pari salvo concludere che la professionalità dei ragionieri è in via di estinzione.Il finanziamento non può derivare, se non in minima parte, dal contributo integrativo per le ragioni sovra esposte.Al finanziamento si dovrà pensare attraverso un contributo di solidarietà da richiedere a tutti gli iscritti alla Cassa dei Ragionieri, pensionati compresi.Il problema sta a monte come aveva ben presente la stessa Cassa dei Ragionieri nell'adottare la riforma del 2004.Il problema sta nel calcolo retributivo o reddituale della pensione. Tale calcolo comporta per l'iscritto benefici economici rilevantissimi a carico dell'Ente di previdenza perché NON vi è alcuna correlazione tra la contribuzione versata e la prestazione pensionistica maturata nel senso che nella stragrande maggioranza dei casi si riceve sotto forma di pensione molto di più di quanto versato con la contribuzione. E' nota la ingiustificata generosità del sistema a ripartizione con calcolo retributivo della pensione. Ma questo riguarda anche il debito maturato di entrambe le Casse e non soltanto di quella dei ragionieri ed è un particolare che, nell'economia del problema, non può essere dimenticato.Tale gap che con la riforma del 2004 è stato anestetizzato e congelato con l'esercizio dell'opzione al sistema di calcolo contributivo della pensione va ora, di fronte alla fusione con la Cassa di Previdenza dei Commercialisti, affrontato e risolto con l'imposizione di un contributo di solidarietà così liberando gran parte del contributo integrativo che va destinato a rendere la pensione contributiva più adeguata rispetto al quantum attuale.Una Cassa comune con tre gestioni separate? In questa linea va portata avanti la soluzione tecnica predisposta dalla Cassa dei Ragionieri che prevede la creazione di una Cassa comune con tre gestioni separate una riferita agli iscritti alla Cassa dei Ragionieri fino al 31.12.2007 una riferita agli iscritti alla Cassa dei Commercialisti fino al 31.12.2007 una terza riferita agli iscritti al nuovo Ordine professionale a far tempo dal 01.01.2008.Le tre gestioni separate dovrebbero essere messe in sicurezza con la creazione di un fondo di garanzia fra le tre gestioni.I ragionieri verseranno un contributo di solidarietà per il sostegno economico finanziario della propria gestione retributiva chiusa al 31.12.2007 i Commercialisti altrettanto per la propria gestione chiusa al 31.12.2007 e tutti insieme per la terza gestione riferite agli iscritti al nuovo Ordine professionale a far tempo dal 01.01.2008.Pregiudiziale la liberazione di gran parte del contributo integrativo da destinarsi all'adeguatezza delle prestazioni perché alla sostenibilità del sistema debbono provvedere altre fonti di finanziamento.Conosco personalmente i due Presidenti delle due Casse sono persone capaci e disponibili supportate dai migliori tecnici in circolazione. È pacifico che il cammino verso la fusione è impedito dalla destinazione del contributo integrativo al finanziamento della quota A della Cassa dei Ragionieri, dal flusso dei nuovi iscritti verso la cassa dei Commercialisti e dal fatto che manca nella riforma dei Commercialisti l'omologa sezione A del debito maturato.Va cambiata tale destinazione e trovate altre fonti di finanziamento per le gestioni.Insieme si può e il numero 3 dell'articolo 4 della legge numero 34/2005 sembra averlo profeticamente anticipato.* Avvocato