Con decreto del 18 aprile 2013, il Ministero della Giustizia, ricevuto parere favorevole da parte del CSM, ha rideterminato la composizione degli uffici oggetto della revisione delle circoscrizioni, rinviando ad un momento successivo la proposta generale di riformulazione delle piante organiche a livello nazionale così come previsto dall’articolo 5, comma 4, d.lgs. numero 155/2012. Due le finalità consentire l’operatività della nuova geografia giudiziaria e realizzare una più omogenea ripartizione delle risorse disponibili.
La norma. L’articolo 5, comma 4, d.lgs. numero 155/2012, recante la nuova organizzazione dei Tribunali ordinari e degli uffici del pubblico ministero, prevede che «con decreto del Ministro della giustizia, sentito il Consiglio superiore della magistratura, da adottarsi entro il 31 dicembre 2012, sono determinate le piante organiche degli uffici giudiziari» soppressi ed accorpati. Parere favorevole dal CSM e decreto. Non appena ricevuto il parere favorevole da parte del CSM, il Ministro Paola Severino ha subito emanato il decreto per la rideterminazione delle piante organiche dei magistrati interessati dalle variazioni dell'assetto territoriale. La necessità di una revisione delle piante organiche. Già con delibera del 25 marzo 2005, il CSM aveva evidenziato l’esigenza di una ridefinizione generale delle piante organiche degli uffici giudiziari allo scopo di «operare un riequilibrio non emergenziale fra le diverse strutture giudiziarie per quanto concerne i rapporti fra dotazioni organiche e carichi di lavoro». Intanto, rivisto l’organico delle circoscrizioni modificate. Con il decreto del 18 aprile 2013, il Ministero della Giustizia ha intanto deciso la rideterminazione dei soli uffici oggetto della revisione delle circoscrizioni – 50 sedi giudiziarie coinvolte direttamente da mutamenti territoriali o mediante accorpamento di tribunali da parte di altri tribunali o mediante ridefinizione dell’ambito geografico di alcuni circondari - rinviando ad un momento successivo la proposta generale di riformulazione delle piante organiche a livello nazionale. Gli obiettivi della revisione organica. Il CSM condivide tale scelta di fondo. La revisione delle piante organiche è infatti finalizzata alla realizzazione di un duplice scopo il primo, immediato, è quello di consentire l’operatività delle modifiche alla geografia giudiziaria introdotte dal decreto legislativo numero 155 del 2012 a partire dal 13 settembre 2013 l’altro, per così dire di sistema, è quello di realizzare una più omogenea ripartizione delle risorse disponibili. Il Consiglio superiore sottolinea infatti che «la riforma delle circoscrizioni e la revisione della pianta organica rappresentano interventi fondamentali per restituire efficienza al sistema giudiziario, sicché obiettivo ineludibile è quello di consentire, nei limiti del possibile, di dare il massimo dispiegamento agli effetti della riforma e un ausilio concreto alla sua attuazione». Dati interessanti. Dall’analisi del CSM, compiuta per verificare l’idoneità delle nuove piante organiche, sono emersi vari dati interessanti. Avendo riguardo al rapporto tra popolazione residente aggregata di cui al censimento dell’anno 2011 e numero di giudici e pubblici ministeri, è risultato, ad esempio, che, «a fronte di un rapporto tra popolazione e dotazione organica di primo grado pari alla media di 11.745 unità per gli uffici giudicanti e alla media di 30.715 unità per gli uffici requirenti, vi sono realtà assai diversificate tra loro, da quella di Caltanissetta con un giudice ogni 4.616 abitanti a quella di Lodi con un giudice ogni 32.304 abitanti». La competenza ministeriale. Il CSM ritiene come sussistente la generale competenza del Ministero della Giustizia a determinare le piante organiche degli uffici giudiziari, in coerenza con il sistema normativo vigente. Dopo un lungo iter, viene quindi definitivamente approvato il decreto, che con l’allegata tabella A sostituisce, limitatamente agli uffici in essa compresi, cioè quelli modificati dalla riforma, la vigente tabella D, allegata al decreto ministeriale del 1° giugno 1999, relativa alle piante organiche dei magistrati giudicanti e del pubblico ministero addetti ai Tribunali ordinari.
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