Il CSM ha approvato il parere sulla riforma organica della magistratura onoraria attualmente in discussione in Parlamento, sottolineando in particolare come l’impiego a tempo parziale dei giudici onorari previsto dallo schema di decreto legislativo, «rischia di risultare disfunzionale al sistema, determinando un’insufficiente apporto produttivo della magistratura onoraria nella vita degli uffici, requirenti e giudicanti».
Lo si legge nel parere sullo schema di decreto legislativo recante la riforma organica della magistratura onoraria approvato dal plenum del CSM con delibera dello scorso 15 giugno. Competenze. Dopo aver ripercorso i tratti essenziali della riforma allo studio del legislatore e ripercorso le audizioni delle varie associazioni di categoria dei magistrati onorari, il CSM propone di ridurre le competenze del giudice di pace in materia civile invitando il Governo «a circoscrivere quanto più possibile l’aumento delle competenze dell’ufficio del giudice di pace per i settori dei diritti reali e della comunione». Impegno professionale. Sulla temporaneità e non esclusività dell’impegno lavorativo dei magistrati onorari, il documento precisa come «il termine “impegno” risulta non sufficientemente chiaro ed univoco. [ ] E’ necessario che il legislatore addivenga ad una sua migliore specificazione, riferendosi alle attività d’udienza o al lavoro complessivo da svolgere, in udienza e fuori udienza, o anche, preferibilmente, ad entrambi i parametri», per un complessivo “impegno” lavorativo non superiore a tre giorni a settimana. Indennità. Mentre sul trattamento retributivo si legge che «pare opportuno pervenire ad un importo dell’indennità ancorato a parametri obiettivi e che consentano l’individuazione della base di calcolo importo corrispondente all’impegno lavorativo richiesto che nello schema è stato quantificato nella misura di due giorni a settimana e che con il presente parere si suggerisce di alzare alla misura di tre giorni a settimana e che pare poi opportuno ulteriormente elevare in misura pari ai 2/3 dei complessivi contributi previdenziali dovuti». Nel frattempo, si attendono le determinazioni dell’Unione Nazionale dei Giudici di Pace dopo l’invio della lettera di raffreddamento al Governo e al Ministro della Giustizia.
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