Anche un solo giudice può svolgere attività istruttoria. Basta la delega del collegio

Cambio di rotta della Cassazione nel giudizio d'appello, anche un solo giudice, su delega del collegio, può procedere all'assunzione dei mezzi istruttori.

Nel giudizio d'appello, anche un solo giudice, su delega del Collegio, può procedere all'assunzione dei mezzi istruttori per la nullità assoluta della pronuncia è necessario che l'attività abbia comportato lo svolgimento, da parte del giudice, di funzioni valutative. Con la sentenza numero 12957 del 14 giugno scorso, la Corte di Cassazione cambia rotta.La fattispecie. Una s.r.l. proponeva opposizione contro il decreto ingiuntivo con cui le veniva intimato il pagamento di circa 90mila euro, deducendo che il riconoscimento del debito posto a base del provvedimento monitorio era stato effettuato da persona non munita dei necessari poteri rappresentativi. Il giudice adito respingeva l'opposizione verdetto, questo, confermato sia dalla Corte d'appello che dalla Corte di Cassazione.A nulla vale eccepire la nullità della prova orale perché assunta da un solo giudice la Cassazione cambia rotta. Infatti, la S.C. ritiene doveroso discostarsi dall'affermazione, secondo cui l'assunzione di mezzi istruttori è tout court normalmente considerata attività valutativa, riservata, in quanto tale, al Collegio e questo per due ragioni.Nella prova delegata la scissione è consustanziale. In primo luogo, i giudici di legittimità rilevano come sia lo stesso legislatore a non credere troppo nel principio secondo cui la prova debba essere assunta dal medesimo organo, che, dovendo decidere la controversia, sarà poi chiamato a scrutinarne gli esiti l'ordinamento disciplina istituti, come la prova delegata, ai quali questa scissione è consustanziale.Contrasta con l'esperienza affermare il carattere automaticamente valutativo della prova. Infatti, ci sono casi in cui l'assunzione dei mezzi istruttori si atteggia come meccanica riproduzione di quel che viene detto o di quel che accade davanti all'istruttore conseguentemente, la denuncia di nullità per violazione della regola della trattazione collegiale non può prescindere dalla deduzione di specifici profili valutativi che l'attività svolta dal giudice monocratico, su delega del collegio, abbia, in concreto assunto, a tale, positivo riscontro essendo in definitiva affidato l'accoglimento dell'evocato epilogo invalidante del vizio.Il giudice monocratico, su delega del collegio, può svolgere attività istruttoria. Sulla base di tali considerazioni, la Corte di Cassazione rigetta il ricorso, affermando l'attività istruttoria svolta dal giudice monocratico, su delega del collegio, in violazione della regola della trattazione collegiale del procedimento che si svolge davanti alla corte d'appello, non si traduce tout court in un vizio di costituzione del giudice ex articolo 158 cod. proc. civ., con conseguente nullità assoluta della relativa pronuncia, occorrendo, a tal fine, la specifica deduzione e il positivo riscontro, che l'attività stessa abbia, in concreto, comportato l'esplicazione di funzioni, se non decisorie, certamente valutative, riservate dalla legge al collegio .

Corte di Cassazione, sez. III Civile, sentenza 8 aprile - 14 giugno 2011, numero 12957Presidente Segreto - Relatore AmendolaSvolgimento del processoCon citazione notificata il 16 ottobre 2001 Elle U Multimedia s.r.l. propose opposizione avverso il decreto del Tribunale di Milano, col quale, a istanza di Società Pubblicità Editoriale s.p.a., le era stato ingiunto il pagamento della somma di L. 173.611.200 pari a Euro 89.662,70 . Dedusse che il riconoscimento di debito posto a base del provvedimento monitorio era stato effettuato da persona non munita dei necessari poteri rappresentativi.L'opposta contestò le avverse deduzioni.Con sentenza del 30 giugno 2003 il giudice adito respinse l'opposizione.Proposto dalla soccombente gravame, la Corte d'appello, in data 4 dicembre 2008, lo ha respinto.Avverso detta pronuncia propone ricorso per cassazione, illustrato anche da memoria, Rolling Thunder International s.r.l. già Elle U Multimedia s.r.l. , formulando un solo motivo.Resiste con controricorso Società Pubblicità Editoriale s.p.a Motivi della decisione1. Con l'unico motivo l'impugnante lamenta violazione e falsa applicazione degli articolo 350 e 158 cod. proc. civ. e conseguente nullità della sentenza per vizio di costituzione del giudice, ex articolo 360, nnumero 3 e 4, cod. proc. civ Oggetto delle critiche è la negativa valutazione dell'eccezione di nullità della prova orale, in quanto assunta, in violazione del disposto dell'articolo 350 cod. proc. civ., non già dal collegio, ma da uno solo dei suoi membri. Contrariamente all'assunto del decidente, invero, il vizio denunciato atterrebbe alla costituzione del giudice e sarebbe quindi tale da determinare la nullità della sentenza, essendo oltretutto, il mezzo istruttorio irritualmente espletato, elemento probatorio essenziale nella formazione del convincimento del decidente.2. Il ricorso è infondato.Occorre muovere dalla considerazione che, per giurisprudenza di legittimità assolutamente consolidata, la violazione della regola - dettata dall'articolo 350 cod. proc. civ. nel testo sostituito dall'articolo 55 della legge 26 novembre 1990, numero 353 - della trattazione collegiale del procedimento che si svolge davanti alla corte d'appello non si traduce in un vizio di costituzione del giudice ex articolo 158 cod. proc. civ., e non comporta la nullità assoluta della relativa pronuncia, quando l'attività in concreto svolta illegittimamente dal giudice monocratico su delega del collegio abbia rilievo meramente ordinatorio, mentre tale vizio è riscontrabile allorché detto giudice eserciti un'attività sostanzialmente istruttoria che implichi funzioni, se non decisorie, certamente valutative, riservate dalla legge al collegio con gli ulteriori corollari, relativamente alla prima ipotesi, da un lato, che il vizio è inquadrabile nella disciplina generale delle nullità di cui all'articolo 156 cod. proc. civ., sicché, ai sensi dell'articolo 157 cod. proc. civ., esso deve essere tempestivamente eccepito, rimanendo altrimenti sanato confr. Cass. civ. 23 aprile 2008, numero 10576 Cass. civ. 18 aprile 2005, numero 8070 dall'altro, che l'impugnabilità della sentenza richiede l'allegazione, oltre che della deviazione dal modello procedimentale previsto dalla legge, anche di uno specifico pregiudizio che da quella deviazione sia in concreto derivato sulla determinazione della competenza ovvero sul contraddittorio o sui diritti della difesa confr. Cass. civ. 22 luglio 2005, numero 15503 Cass. civ. 19 settembre 2003, numero 13894 .2.1 Nello specifico, attività ordinatoria viene unanimemente ritenuta la direzione dell'udienza di prima comparizione delle parti, ovvero di precisazione delle conclusioni, e cioè, in definitiva, di udienze di mero smistamento della causa, mentre l'assunzione di mezzi istruttori è tout court normalmente considerata attività valutativa, riservata, in quanto tale, al collegio confr. Cass. civ. 13894/2003 cit. .3. Ora, proprio da tale ultima affermazione la Corte ritiene di doversi discostare, in consapevole e motivato dissenso, per le ragioni che si andranno subito ad esporre, dagli arresti testé menzionati.Anzitutto, l'inespresso postulato ideologico di fondo dell'opzione ermeneutica fin qui seguita dalla giurisprudenza di legittimità - la necessità che la prova venga assunta dal medesimo organo che, dovendo decidere la controversia, sarà chiamato a scrutinarne gli esiti - è principio nel quale il medesimo legislatore processuale civile mostra di non credere troppo, posto che l'ordinamento disciplina istituti, come la prova delegata articolo 203 cod. proc. civ. , ai quali questa scissione è, per così dire, consustanziale.A ciò aggiungasi che il carattere automaticamente valutativo dell'attività di assunzione dei mezzi istruttori è affermazione che contrasta con dati di comune esperienza, che ben conosce casi in cui l'assunzione si atteggia, in realtà, come meccanica riproduzione di quel che vien detto o di quel che accade davanti all'istruttore. Ne deriva che l'ottica pragmatica in cui si pone questa Corte allorché, a fronte di attività di carattere sicuramente ordinatorio richiede, ai fini dell'utile denuncia del vizio costituito dal loro irregolare espletamento, l'allegazione di uno specifico pregiudizio che da quella deviazione sia in concreto derivato ai diritti e alle facoltà processuali della parte, merita di essere estesa, e specularmente applicata, anche all'attività istruttoria.Deve pertanto affermarsi, in tale prospettiva, che la denuncia di nullità per violazione della regola della trattazione collegiale non può prescindere dalla deduzione di specifici profili valutativi che l'attività svolta dal giudice monocratico, su delega del collegio, abbia, in concreto assunto, a tale, positivo riscontro essendo in definitiva affidato l'accoglimento dell'evocato epilogo invalidante del vizio.4. Venendo al caso di specie, la società ricorrente ha veicolato la sua richiesta di cassazione della sentenza impugnata sulla secca prospettazione dell'assunzione della prova testimoniale, ammessa dal giudice del gravame, da parte di uno solo dei membri dell'organo collegiale, predicandone il carattere astrattamente e sempre valutativo, a prescindere dallo svolgimento che, nei fatti, abbia avuto, il procedimento di assunzione.Ne deriva che il ricorso deve essere rigettato in applicazione del seguente principio di diritto l'attività istruttoria svolta dal giudice monocratico, su delega del collegio, in violazione della regola della trattazione collegiale del procedimento che si svolge davanti alla corte d'appello, non si traduce tout court in un vizio di costituzione del giudice ex articolo 158 cod. proc. civ., con conseguente nullità assoluta della relativa pronuncia, occorrendo, a tal fine, la specifica deduzione e il positivo riscontro, che l'attività stessa abbia, in concreto, comportato l'esplicazione di funzioni, se non decisorie, certamente valutative, riservate dalla legge al collegio.Il ricorso è rigettato.La novità del principio di diritto affermato consiglia di compensare integralmente tra le parti le spese del giudizio.P.Q.M.La Corte rigetta il ricorso. Compensa integralmente tra le partì le spese del giudizio.