Il Comune ha competenza anche sul mare territoriale dove si esercitano i poteri dello Stato contestualmente a quelli degli enti territoriali e delle Regioni. Per questo motivo oltre alle attività amministrative in acqua i Comuni marittimi possono occuparsi pure di polizia locale.
Lo ha chiarito il Ministero dei Trasporti con il parere numero 8800 del 2 settembre 2014 indirizzato al Comune di Jesolo. La questione delle competenze comunali in mare nasce dall’esigenza di regolare al meglio l’attività burocratica dei municipi alle prese con pratiche innovative come per esempio la dispersione delle ceneri dei defunti o la possibilità di regolarizzare installazioni per bagnanti. Ma anche dalla necessità di esercitare una attività di controllo e gestione del territorio dal punto di vista commerciali, urbanistico e tributario. Mare nostrum Nonostante la mancanza di riferimenti normativi a parere della direzione generale per la vigilanza sulle autorità portuali è innegabile che l’ente comunale “abbia e debba poter esercitare competenze e funzioni amministrative anche sul mare territoriale”. Sono interessanti per questo, prosegue la nota, le argomentazioni espresse dalla sentenza della Corte di Cassazione, sez. Quinta civile, numero 13794/2005 che tra l’altro specifica come «sull’intero territorio dello Stato, ivi compreso il mare territoriale, convivono e si esercitano i poteri dello stato contestualmente ai poteri dell’ente regione e degli enti locali». In buona sostanza, conclude l’innovativo parere, si deve necessariamente riconoscere dignità di territorio comunale al mare prospiciente la costa sino al limite delle acque territoriali ovvero entro 12 miglia .
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