Questa l’interpretazione che deve essere data all’articolo 201 del codice della strada secondo il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, Maurizio Lupi il quale, in risposta ad un’interrogazione del deputato Gianfranco Librandi così si esprime «l’interpretazione estensiva del dies a quo non può essere considerata legittima e i Comuni si devono adattare. Come i Comuni chiedono ai cittadini il rispetto della legge, allo stesso modo noi dobbiamo chiedere ai Comuni di rispettare le leggi.»
L’articolo 201 c.d.s L'articolo 201 del c.d.s., sulla cui interpretazione si discute, prevede che le violazioni allo stesso codice devono essere immediatamente contestate al trasgressore, ovvero che, nell'impossibilità dell'immediatezza della contestazione, la pubblica amministrazione abbia 90 giorni per notificare il verbale al trasgressore. La prassi di alcune amministrazioni locali. L’interrogazione del deputato Librandi solleva una questione che tocca tantissimi cittadini nasce, infatti, dalla prassi adottata da alcune amministrazioni locali e tra queste il comune di Milano che, per evitare che la decorrenza del termine di 90 giorni previsto dal c.d.s. annulli la validità della sanzione, interpretano il termine iniziale per la notifica non dal momento in cui l'infrazione è accertata dal dispositivo elettronico, bensì da quello in cui l'operatore di polizia visiona il fotogramma inerente l'infrazione. La risposta del Ministro Lupi. Nell’affermare che «l’interpretazione estensiva» per cui il termine di decorrenza per la notifica del verbale di accertamento di una multa parte non dal momento dell’infrazione ma dal momento dell’accertamento di un operatore, «non può essere considerata legittima e i comuni si devono adattare» il Ministro Lupi ricorda altresì che «tale orientamento è stato espresso in maniera molto chiara anche dal Ministro dell'interno alla prefettura di Milano in riscontro ad una richiesta di chiarimenti relativa alla legittimità dell'operato del Comune di Milano. Lo stesso Ministero sottolinea che laddove dovessero pervenire ulteriori segnalazioni di fattispecie analoghe, assumerà le opportune valutazioni in ordine all'eventuale emanazione di una circolare esplicativa finalizzata a favorire l'uniformità del giudizio delle prefettura nell'attività di decisione dei ricorsi presentati dai cittadini». «Il codice della strada non è fatto per sanare i bilanci.» Il Ministro conclude il suo intervento precisando che «il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti considera il rispetto del codice della strada come un giusto rispetto di un'educazione al comportamento e al rispetto del codice della strada e anche dell'incolumità degli altri cittadini e non invece un modo improprio per fare entrate.» Principio espresso dalla Corte Costituzionale. Sul punto è stato rilevato come l'interpretazione estensiva del termine iniziale della notifica di un verbale di accertamento è in palese violazione anche col principio fissato dalla Corte Costituzionale nella sentenza numero 198/1996, secondo il quale i termini partono «dalla data in cui la pubblica amministrazione è posta in grado» di individuare l’infrazione, e non da quella in cui lo fa materialmente. Pronta la risposta dell’assessore alla sicurezza e coesione sociale e polizia locale di Milano Marco Granelli. Il quale così commenta «il codice della strada va fatto rispettare, le dichiarazioni del ministro Lupi ci meravigliano, il Comune non fa cassa con le multe ma la polizia locale ha il dovere di sanzionare chi non rispetta la legge e mette a repentaglio l’incolumità propria e quella degli altri utenti della strada. Anche così abbiamo dimezzato gli incidenti a Milano. Nessuna interpretazione estensiva dell’articolo 201 c.d.s. bensì un atto di giustizia e legalità l’accertamento inizia quando l’operatore verifica l’infrazione.»