L’idea del Governo Renzi per risolvere il problema delle sofferenze bancarie è la creazione di un veicolo privato, new company, capitalizzato dalle banche più solide, dalle fondazioni bancarie, dai fondi pensione e dalle casse di previdenza, con l’intervento della Cassa depositi e prestiti sebbene, quest’ultima, in maniera non decisiva così da non incappare nella scure UE degli aiuti di Stato.
Un veicolo cui attingere, a seconda delle situazioni, per aumenti di capitale o per smobilizzare i crediti in sofferenza. Come relazionato da Luca Davi, su Il Sole 24 Ore dell’11 aprile, si pensa a una newco sgr da 4 – 5 miliardi con due fondi sottostanti uno attivo direttamente sul fronte dell’equity, l’altro sul fronte dei non performing loans, in italiano sono i cd. crediti in sofferenza. Si tratta dei crediti inesigibili di peggiore qualità. I crediti deteriorati cioè quei finanziamenti che le banche hanno erogato a famiglie e imprese e che non sono stati onorari si dividono, infatti, in quattro categorie, a seconda del grado di inesigibilità. Ci sono i crediti scaduti, quelli meno gravi, poi i crediti ristrutturati, poi ci sono gli incagli e infine le sofferenze queste ultime sono formate dai crediti più deteriorati. In Italia i crediti dubbi ammontano in totale a circa 360 miliardi di euro di questi circa 200 miliardi sono in sofferenza. Per far partire il progetto della newco sgr ci vogliono soldi freschi e soprattutto privati per non incorrere nelle censure della UE sugli aiuti di Stato. Ecco allora che si pensa anche al patrimonio delle Casse di previdenza dei professionisti. Uno dei più autorevoli esperti del settore, da me interpellato, mi ha scritto in punta di diritto considerando già anche il “166 delle Casse” se opportunamente veicolati in un FIA e diversificati, nulla osta. Operativamente, è il momento delle “operazioni di sistema”, che le casse hanno già assaggiato con CDP Reti e Bankitalia non perderei l’occasione, pur con le cautele del caso. Personalmente sono molto perplesso su queste operazioni di sistema che mi sembrano, rispetto al passato, un espediente molto intelligente per mettere le mani, in tutto o in parte, sul patrimonio delle casse di previdenza dei liberi professionisti lasciando loro per intero il debito previdenziale sin qui maturato, debito previdenziale che lo Stato conosce bene nel suo ammontare anche se le casse magnificano il patrimonio ma sottacciono la quantificazione del debito previdenziale. Perché dico questo? Perché il patrimonio delle casse di previdenza dei liberi professionisti è costituito da denaro che proviene da contribuzione previdenziale obbligatoria e che ha come destinazione l’erogazione di prestazioni pensionistiche. È quindi fondamentale costruire, a monte, portafogli coerenti con il profilo di rischio dell’investitore cassa di previdenza tenendo conto dell’orizzonte temporale. Il rischio massimo che l’investitore cassa di previdenza è disposto ad assumere in un arco di tempo tende a determinare la composizione del portafoglio come asset allocation. Se non seguo questa prassi posso andare incontro a disastri inaspettati rappresentati da perdite molto superiori alle attese derivanti solitamente da stock picking errato e molto concentrato sui singoli temi. La rischiosità può essere calcolata con i classici indicatori che sono volatilità tendenza al movimento nel tempo in percentuale su base annua correlazione legame con la direzione del mercato che oscilla tra -1 e +1 beta reattività rispetto alle oscillazioni del mercato leva implicita . Volatilità e correlazione sono dunque gli elementi chiave per costruire portafogli a rischio controllato. Va quindi posta la massima attenzione a calcolo della volatilità e delle correlazioni tra le asset class candidate stima della volatilità annua dell’intero portafoglio, fissando ex ante la volatilità storica che si è disposti ad accettare di riflesso, un portafoglio con rischio basso avrà un peso elevato di componenti a bassa volatilità mentre un portafoglio con rischio alto avrà più sottostanti a volatilità elevata. Fauto Tenini, analista quantitativo presso Ufficio studio MF Milano Finanza, professore presso Università Statale di Milano, facoltà di economia in “utilizzo degli ETF nella costruzione di portafogli diversificati e efficienti . Gli investimenti fatti recentemente dalle casse di previdenza e definiti dal mio amico tecnico illustre “operazioni di sistema” secondo me sono molto pericolosi perché comportano investimenti in asset class illiquide e non quotate. Non credo che questa logica risponda alla prudenza del buon padre di famiglia che dovrebbe guidare le scelte degli investimenti quando si utilizza non denaro proprio ma contributi previdenziali. Non credo che il credito d’imposta per le casse di previdenza che investano in asset finanziari a medio – lungo termine nell’economia reale legge di stabilità 2015 possa giustificare la deroga alla prudenza del buona padre di famiglia che tutti i presidenti delle casse, ora l’uno ora l’altro, hanno assunto come parametro di condotta! E se poi i contributi previdenziali, come ci si sta orientando, venissero qualificati come tributi non ci sarebbero aiuti di Stato? Io, alla fine, potrei anche essere d’accordo ma a condizione che lo Stato italiano garantisca per iscritto il debito previdenziale delle casse di previdenza. Oggi sappiamo che è nato il progetto ATLANTE affidato alla sgr già esistente Quaestio Capital Management SGR S.p.A. Quaestio Capital Management SGR S.p.A. è una società di asset management regolamentata SGR con sede a Milano, autorizzata da Banca d'Italia e da Consob, dedicata esclusivamente alla gestione di patrimoni di Clienti istituzionali. Quaestio Capital Management SGR S.p.A. è il gestore delegato di tutti i comparti del Quaestio Capital Fund, del Quamvis S.C.A. SICAV-FIS e del comparto del Quivis Capital Fund denominato Ethical Gobal Balanced. Quaestio presta inoltre attività di gestione individuale di portafogli e attività di consulenza in materia di investimenti. Quaestio Capital Management SGR S.p.A. è detenuta al 100% da Quaestio Holding S.A. CONSIGLIO DI AMMINISTRAZIONE Alessandro Penati Presidente ,Paolo Petrignani Amministratore Delegato , Filippo Cicognani, Diego Buono, Matteo Campellone, Claudio Marangio e Francesco Franco Ceci. Quaestio Investments S.A. Quaestio Investments S.A., è una società di gestione lussemburghese autorizzata UCITS IV e regolata dalla Commission de Surveillance du Secteur Financier CSSF , operante sotto il Chapter 15 della Legge lussemburghese del 17 dicembre 2010 sugli organismi di investimento collettivo del risparmio OICR . Quaestio Investments S.A. ha ottenuto l'autorizzazione di Alternative Investment Fund Manager AIFM dalla CSSF, secondo il Chapter 2 della Legge lussemburghese del 12 luglio 2013. Quaestio Investments S.A. è registrata presso il Luxembourg Trade and Companies Register con il numero B185759 e ha sede legale al 5, Allée Scheffer L-2520, Lussemburgo. L'attività della società consiste nella gestione di due Fondi d'investimento lussemburghesi, il Quivis Capital Fund ed il Quaestio Capital Fund, entrambi registrati nella lista dei fondi d'investimento UCITS IV autorizzata dalla CSSF, e nella gestione del fondo d'investimento alternativo Alternative Investment Fund AIF , Quamvis S.C.A. SICAV-FIS. Il ruolo di Investment Manager è delegato a diversi gestori terzi, tra cui Quaestio Capital Management SRG S.p.A., mentre è in capo a Quaestio Investments S.A. l'attività di Risk Management per i fondi gestiti. Quaestio Investments S.A. è detenuta al 100% da Quaestio Holding S.A., a sua volta detenuta come segue Fondazione Cariplo 37.65% -Locke S.r.l. 22% Cassa Italiana di Previdenza ed Assistenza dei Geometri Liberi Professionisti 18% Direzione Generale Opere Don Bosco 15.60% Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì 6.75% .