Primo rapporto sulla giustizia civile: idea appello cassatorio

Nella 2 giorni romana - in cui si è tenuto, sponsorizzato da Giuffrè Editore, il «Primo rapporto sulla giustizia civile» in Italia - sono stati indicati degli spunti per arrivare al giusto processo civile. Gli stessi spunti sono emersi il 6 marzo nel corso del convegno del Csm, dove è intervenuta, tra gli altri, il guardasigilli Paola Severino.

Nel corso del convegno, tenutosi il 2 e il 3 marzo a Roma, è intervenuto il sottosegretario alla giustizia Salvatore Mazzamuto, secondo il quale «è ormai tempo di introdurre nel nostro ordinamento l’appello cassatorio». In Cassazione solo per la violazione di legge? Secondo Mazzamuto, sarebbe la soluzione ideale e «pienamente condivisa» dal guardasigilli Paola Severino, per scremare, in fase di appello, i giudizi destinati alla Cassazione. In sostanza, si tratterebbe di affidare al giudice di secondo grado l’individuazione dei vizi di motivazione e lasciando alla Suprema Corte il compito di esprimersi solo sulla violazione di legge. Tale modello è utilizzato nella maggior parte dei paesi europei e anche il Csm ne auspica l’inserimento nel nostro ordinamento. Per diventare operativo, però, deve essere modificato l’articolo 342 c.p.c. forma dell'appello sul modello dell’attuale articolo 360 c.p.c. sentenze impugnabili e motivi di ricorso . Nel corso del convegno si è parlato anche degli altri temi caldi che riguardano le professioni mediazione, tariffe professionali e geografia giudiziaria. Per quanto riguarda la mediazione, il sottosegretario alla giustizia non ha dubbi «ormai è una realtà, dopo il verdetto della Consulta ci sarà la possibilità di qualche modifica, ma sull’impianto abbiamo incassato anche il parere favorevole del Parlamento europeo, che, con la sola eccezione dei costi, ha promosso la norma». Stessi temi affrontati al convegno del Csm. Il tema della geografia giudiziaria è stato ripreso anche qualche giorno dopo, il 6 marzo, durante il convegno del Csm che si è svolto a Torino, dedicato al ruolo della magistratura nella costruzione dell’Unità d’Italia. L’incontro è stato voluto dal vice-presidente Michele Vietti che, nel suo intervento, ha ribadito le priorità per l’agenda delle riforme possibili nuova geografia giudiziaria, revisione dei termini di prescrizione «che oggi mandano al macero 170mila processi» e tempi della giustizia civile. A Torino è intervenuta anche il Ministro della Giustizia Paola Severino che, oltre a sottolineare l’importante ruolo della magistratura nell’aprire spazi di tutela a diritti per lungo tempo negati, ha tracciato l’identikit del magistrato ideale «persona autorevole e non autoritaria, responsabile, riservata, professionalmente preparata, consapevole di fare parte di una struttura complessa e di svolgere un compito difficile come quello del giudicare, sapendo di essere egli stesso giudicato e giudicabile dalla collettività in primo luogo sotto il profilo morale».