Fine settimana lungo per gli avvocati. Non perché hanno intenzione - meteo permettendo - di fare una gita fuori porta, ma perché hanno deciso di astenersi per 2 giorni dalle udienze. Una forma di protesta contro le iniziative del Governo e le adesioni, da parte degli ordini e delle associazioni forensi, nel frattempo, continuano a crescere.
Cresce l’adesione allo sciopero. Giovedì 20 e venerdì 21 settembre gli avvocati incroceranno le braccia e non faranno arringhe. Lo sciopero, previsto già da tempo, è stato indetto dall’OUA per protestare contro gli attacchi alla professione forense e i provvedimenti sulla giustizia. In particolare, gli argomenti che non soddisfano i legali italiani riguardano la geografia giudiziaria, la rottamazione del processo civile e il filtro in appello, l’abolizione delle tariffe, la mediaconciliazione obbligatoria, la delegificazione dell’ordinamento forense e l’attacco all’autonomia delle casse previdenziali. Avvocati uniti contro la rottamazione della giustizia. Alla vigilia della protesta è il presidente OUA a sottolineare l’unità della categoria «uno sciopero che è un ulteriore avviso alla politica non si rottama la giustizia, non si possono demolire i diritti dei cittadini e aggredire il ruolo costituzionale della professione forense». Inoltre, De Tilla accusa il Governo di non aver accolto «le proposte formulate dall’Avvocatura sulla revisione della geografia giudiziaria, recepite nei pareri resi dalle Commissioni Giustizia del Senato e della Camera dei Deputati». L’operazione dell’Esecutivo – continua De Tilla - «non porterà alcun beneficio economico, anzi contribuirà ad intasare ancor più la giustizia ledendo i diritti dei cittadini». Il 21 settembre ore 15 assemblea a Roma. In quella sede l’OUA proporrà iniziative per contrastare la normativa illegittima e incostituzionale con una pluralità di azioni giudiziarie dal ricorso al Tar alle azioni giudiziarie per sollevare le questioni di incostituzionalità della legge delega e del decreto legislativo, fino alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo, «nonché con denunce alla Corte dei Conti per gli sprechi nella gestione dei fondi destinati alla giustizia più di 8 miliardi di euro , e segnatamente per la costruzione di nuovi Palazzi di Giustizia e ristrutturazione di numerosi uffici giudiziari in sedi soppresse». Il 23 ottobre la mediaconciliazione verrà messa sotto esame. De Tilla, inoltre, ritiene fallimentare l’introduzione «dell’incostituzionale obbligatorietà della mediaconciliazione». E ricorda che la Corte Costituzionale, il 23 ottobre, esaminerà le questioni di incostituzionalità sollevate con ben 8 ordinanze di rimessione. Successivamente interverrà anche la decisione della Corte Europea di Giustizia nel procedimento incardinato in base a 2 ordinanze di rimessione. «L’intervento legislativo sul filtro in appello è un rimedio peggiore del male» e si chiede anche il ripristino delle tariffe. Netta opposizione dell’OUA anche all’appello cassatorio filtro in appello e alla rottamazione della giustizia civile. Il presidente dell’OUA ribadisce altresì la richiesta di ripristinare le tariffe «l’eliminazione delle tariffe professionali costituisce, infatti, una violazione del diritto dell’avvocato al compenso per la prestazione data al cliente. Le tariffe vanno ripristinate in quanto costituiscono uno strumento di valutazione dell’attività forense che garantisce la qualità e l’indipendenza». Bisogna approvare la riforma forense. De Tilla, oltre a mostrare grande preoccupazione per i recenti provvedimenti che ledono la natura privata e l’autonomia delle Casse professionali, chiede che venga approvata senza remore la riforma in Aula alla Camera dei Deputati con alcune modifiche che non possono certamente riguardare le norme varate dalla Commissione Giustizia, ovvero consulenza legale esclusiva, tariffe, società professionali senza soci di capitale, specializzazioni.