Le obbligazioni pecuniarie da adempiere presso il domicilio del creditore sono esclusivamente quelle liquide, ossia, per le quali il titolo determini esattamente l’ammontare o indichi criteri determinativi non discrezionali. Mentre quando la somma deve essere ancora liquidata, il luogo di adempimento è il domicilio del debitore e presso il giudice di detto luogo si radicano eventuali controversie.
E’ quanto ribadito dalla Corte di Cassazione, Sesta Sezione Civile, con ordinanza numero 118/2017 depositata il 4 gennaio, confermando la competenza del Tribunale di Milano domicilio del debitore piuttosto che del Tribunale di Bari domicilio del creditore relativamente ad una controversia ove talune società avevano convenuto in giudizio degli avvocati, chiedendo l’accertamento e la liquidazione dei compensi a questi ultimi dovuti per prestazioni professionali rese in occasione di procedimenti giurisdizionali. Adempimento presso il creditore, solo per somme determinate o facilmente determinabili. La Cassazione respinge dunque l’istanza di regolamento di competenza proposta dai legali convenuti – avverso l’ordinanza che stabiliva la competenza del Tribunale di Milano – sulla scorta del principio secondo cui l’obbligazione avente ad oggetto una somma di denaro deve essere adempiuta al domicilio del creditore, ex articolo 1182, comma 3, c.c., solo nel caso in cui la somma sia già determinata nel suo ammontare, ovvero, sia determinabile tramite un semplice calcolo aritmetico e non si renda necessario procedere ad ulteriori accertamenti. Viceversa, quando la somma deve essere ancora liquidata dalle parti, o, in loro sostituzione, dal giudice mediante operazioni diverse dal semplice calcolo aritmetico, trova applicazione il criterio per cui, ex articolo 1182, comma 4,c.c., l’obbligazione deve essere adempiuta presso il domicilio del debitore al tempo della scadenza. Compenso da accertare, controversia al giudice presso il debitore. E nella specie – conclude la Suprema Corte – avendo gli attori chiesto l’accertamento e la liquidazione dei compensi dovuti ai professionisti, la Corte territoriale ha correttamente ritenuto che i crediti non fossero liquidi, radicando pertanto la controversia presso il Tribunale di Milano, quale giudice del luogo ove i debitori in questione hanno il domicilio e nel quale deve essere dunque adempiuta l’obbligazione dedotta in giudizio.
Corte di Cassazione, sez. VI Civile – 2, ordinanza 5 ottobre 2016 – 4 gennaio 2017, numero 118 Presidente Petitti – Relatore Lombardo Ritenuto che - le società oggi resistenti convennero, dinanzi al Tribunale di Milano, gli avvocati L.A., L.I. e il relativo studio associato, chiedendo l'accertamento e la liquidazione dei compensi dovuti ai convenuti per le prestazioni professionali da essi rese in loro favore nel procedimento giurisdizionale numero 633/2010 svoltosi dinanzi al T.A.R. Puglia, nonché l'accertamento negativo delle eventuali pretese degli stessi convenuti relativamente al procedimento giurisdizionale numero 3286/2011 svoltosi dinanzi al Consiglio di Stato - i convenuti eccepirono l'incompetenza territoriale del Tribunale di Milano, per essere competente il Tribunale di Bari - il Tribunale di Milano, con ordinanza in data 23.9.2015, rigettò l'eccezione di incompetenza territoriale, affermando la propria competenza - avverso tale ordinanza i convenuti hanno proposto istanza di regolamento di competenza, ai sensi dell'articolo 42 cod. proc. civ., sulla base di due motivi - resistono con memoria ex articolo 47 cod. proc. civ. le società attrici - il Procuratore Generale, con requisitoria scritta, ha concluso per il rigetto dell'istanza di regolamento e la declaratoria della competenza dei Tribunale di Milano - entrambe le parti hanno depositato memorie ex articolo 380-ter cod. proc. civ. Atteso che - il primo motivo col quale si deduce la violazione dell'ars. 1182 cod. civ., per avere il Tribunale ritenuto che il credito vantato dai professionisti - e per il quale si chiedeva la liquidazione - non fosse liquido e, conseguentemente, per avere ritenuto applicabile il quarto comma dell'articolo 1182 cod. civ. - che prevede il foro del domicilio del debitore - piuttosto che il terzo comma dello stesso articolo 1182, che prevede il foro del domicilio del creditore risulta infondato, in quanto - secondo la giurisprudenza di questa Corte, dalla quale non v'è ragione di discostarsi - l'articolo 1182, terzo comma, cod. civ., secondo cui l'obbligazione avente per oggetto una somma di danaro dev'essere adempiuta al domicilio del creditore, si applica esclusivamente nel caso in cui la somma sia già determinata nel suo ammontare ovvero quando il credito in danaro sia determinabile in base ad un semplice calcolo aritmetico e non si renda necessario procedere ad ulteriori accertamenti, mentre quando la somma deve essere ancora liquidata dalle parti, o, in loro sostituzione, dal giudice, mediante indagini ed operazioni diverse dal semplice calcolo aritmetico, trova applicazione il quarto comma dell'articolo 1182, secondo cui l'obbligazione deve essere adempiuta al domicilio che il debitore ha al tempo della scadenza Sez. 3, Sentenza numero 22326 del 24/10/2007, Rv. 599194 Sez. 2, Ordinanza numero 7021 del 14/05/2002, Rv. 554406 Sez. 2, Sentenza numero 486 del 18/01/1997, Rv. 501835 Sez. 6-3, Ordinanza numero 9273 del 21/04/2011, Rv. 617790 da ultimo Sez. U, Sentenza numero 17989 del 13/09/2016, Rv. 640601, secondo cui le obbligazioni pecuniarie da adempiere al domicilio del creditore a norma dell'articolo 1182 comma 3 cod. civ. sono - agli effetti sia della mora ex re, sia del forum destinatae solutionis - esclusivamente quelle liquide, delle quali cioè il titolo determini l'ammontare o indichi criteri determinativi non discrezionali - nella specie, avendo gli attori chiesto l'accertamento e la liquidazione dei compensi dovuti ai professionisti, esattamente la Corte territoriale ha ritenuto che i crediti non fossero liquidi così a proposito della liquidazione di onorari professionali Sez. 2, Sentenza numero 12629 del 09/12/1995, Rv. 494991 Sez. 2, Sentenza numero 3547 del 06/12/1971, Rv. 355217 e che, pertanto, l'obbligazione dovesse essere adempiuta presso il domicilio del debitore ai sensi del quarto comma dell'articolo 1182 cod. civ., con conseguente riconoscimento della competenza del Tribunale di Milano, quale giudice del luogo ove il debitore ha il domicilio e nel quale deve essere adempiuta l'obbligazione foro facoltativo per le cause relative alle obbligazioni - c.d. forum destinatae solutionis - ai sensi dell'articolo 20 cod. proc. civ. - il secondo motivo col quale si deduce l'erronea determinazione della competenza territoriale del Tribunale di Milano relativamente alla domanda di accertamento negativo del credito è parimenti infondato alla luce della giurisprudenza di questa Corte, in quanto, in tema di competenza per territorio il criterio determinativo della competenza previsto dall'articolo 20 cod. proc. civ. - che indica il foro facoltativo per le cause relative a diritti di obbligazione e che deve valutarsi sulla base della domanda - è applicabile anche alle azioni di accertamento negativo, purché possa stabilirsi una relazione - sia pure di tipo ipotetico - fra l'obbligazione che costituisce l'oggetto della lite ed il luogo dove essa, se esistesse, sarebbe sorta e dovrebbe essere eseguita Sez. 3, Ordinanza numero 15110 del 04/07/2007, Rv. 598705 , dovendosi peraltro considerare che, ferma la possibilità degli attori di adire il foro facoltativo ex articolo 20 cod. proc. civ. in relazione all'articolo 1182 comma quarto cod. proc. civ. , non rileva la contraria possibilità dei convenuti, qualora avessero essi agito in giudizio, di adire il giudice del luogo ove è sorta l'obbligazione - l'istanza di regolamento va pertanto rigettata, dovendosi confermare la competenza del Tribunale di Milano - le spese del presente procedimento vanno compensate tra le parti in ragione della peculiarità della fattispecie e della sopravvenienza, rispetto al momento della proposizione del ricorso, della richiamata pronuncia delle Sezioni Unite - ai sensi dell'articolo 13, comma 1-quater D.P.R. numero 115/02 inserito dall'ari. 1, comma 17 legge numero 228/12 applicabile ratione temporis essendo stato il ricorso proposto successivamente al 30 gennaio 2013 , ricorrono i presupposti per il raddoppio del versamento del contributo unificato da parte del ricorrente, a norma del comma 1-bis dello stesso articolo 13. P.Q.M. rigetta l'istanza e conferma la competenza del Tribunale di Milano compensa tra le parti le spese del presente giudizio. Ai sensi dell'articolo 13, comma I-quater D.P.R. numero 115/02, inserito dall'articolo 1, comma 17 legge numero 228/12, dichiara la sussistenza dei presupposti per il versamento, da parte del ricorrente, dell'ulteriore importo a titolo di contributo unificato pari a quello dovuto per il ricorso, a norma del comma 1-bis dello stesso articolo 13.