In un primo momento la BCE aveva acconsentito all’aumento di capitale precauzionale, così come per MPS, ma poi di fronte alle difficoltà ha ritenuto le due banche sull’orlo del fallimento e non sistemiche rimettendo la soluzione all’Italia.
In un primo momento la BCE aveva acconsentito all’aumento di capitale precauzionale, così come per MPS, ma poi di fronte alle difficoltà ha ritenuto le due banche sull’orlo del fallimento e non sistemiche rimettendo la soluzione all’Italia. Come ha scritto il Governatore della Banca d’Italia nella sua relazione sulla gestione e sulle attività della Banca d’Italia il 14 giugno 2017 alle Commissioni riunite Commissioni riunite 6ª del Senato della Repubblica e VI della Camera dei Deputati «La vigilanza si articola, in via ordinaria, in controlli a distanza, interazioni con i soggetti vigilati, controlli ispettivi. Il complesso di queste attività determina le eventuali azioni da adottare e confluisce nel processo di revisione e valutazione prudenziale che assegna alle banche requisiti di capitale individuali. Qualora la situazione degli intermediari manifesti segnali di rapido deterioramento le principali misure specifiche che possono essere adottate consistono nella convocazione degli organi sociali per l’assunzione di decisioni su profili critici predeterminati, nella limitazione di alcune attività o della struttura territoriale, nella richiesta di attuare un piano di risanamento o nella rimozione di componenti degli organi aziendali. Nei casi più gravi, purché vi siano concrete possibilità di risanamento, è possibile nominare commissari in temporaneo affiancamento agli organi aziendali o sottoporre la banca ad amministrazione straordinaria». Ho ragione di ritenere che se questa attività di vigilanza, in via ordinaria, fosse stata tempestivamente svolta la situazione non sarebbe degenerata come invece è accaduto. A seguito delle decisioni delle Autorità europee e in conformità al decreto legge del 25 giugno 2017, il Ministro dell’Economia e delle Finanze, su proposta della Banca d'Italia, ha sottoposto le due banche a liquidazione coatta amministrativa. La Banca d’Italia ha nominato i rispettivi Organi liquidatori. Questi ultimi, in attuazione delle indicazione ministeriali e con il sostegno dello Stato Italiano, hanno provveduto alla cessione di attività e passività aziendali a Intesa Sanpaolo S.p.A., che è subentrata nei rapporti delle cedenti con la clientela senza soluzione di continuità. I crediti deteriorati delle Banche, esclusi dalla cessione, saranno successivamente trasferiti a una società a partecipazione pubblica. I diritti degli azionisti e le passività subordinate resteranno in capo alle Liquidazioni. L’intervento assicura la tutela di tutti i risparmiatori e dei creditori senior. Il citato decreto legge prevede inoltre misure di ristoro per titolari di strumenti finanziari subordinati retail. I clienti non subiscono alcuna conseguenza da questo passaggio gli uffici e gli sportelli delle Banche saranno regolarmente aperti e pienamente funzionanti tutte le operazioni bancarie potranno essere effettuate senza variazioni, ma sotto la responsabilità di Intesa Sanpaolo S.p.A. Banca Intermobiliare e Farbanca, che non sono state acquisite da Intesa Sanpaolo S.p.A, continuano la loro operatività in maniera ordinata, assicurando la continuità dei rapporti in essere con la clientela. Tutto sulle spalle del solito “pantalone” al quale non rimane che brindare con il prosecco Zonin che dovrà pure acquistare! Questo è!