Questioni di diritto: un contrasto giurisprudenziale esclude la responsabilità aggravata

di Alessandro Villa

di Alessandro Villa *La sussistenza di un contrasto giurisprudenziale al momento della proposizione della lite esclude, ab origine, la mala fede o la colpa grave della parte processuale e comunque la sussistenza dei presupposti per la responsabilità aggravata ex articolo 96 c.p.c.Il caso. La Corte d'Appello, confermando la sentenza emessa dal Tribunale di prime cure, ha rigettato l'opposizione frapposta all'ingiunzione di pagamento e condannato l'opponente alla rifusione delle spese di lite in applicazione del principio della soccombenza. In fase di esecuzione quest'ultima ha proposto opposizione contestando l'esecutività del capo di condanna alle spese, in quanto relativo a una sentenza di rigetto e, all'uopo, sia il Tribunale di Monza sia la Corte d'Appello di Milano hanno rigettato tale domanda, in quanto attinente a una sentenza di secondo grado e stante il mutamento giurisprudenziale della Corte di legittimità avvenuto in corso di giudizio.In quali casi sussiste mala fede o colpa grave? Non ha trovato accoglimento la domanda formulata dall'opposto relativa alla condanna per responsabilità aggravata ai sensi dell'articolo 96 c.p.c., a cagione dell'esistenza di diversi orientamenti della giurisprudenza sul punto.Nella sentenza in esame la Corte di legittimità è stata chiamata, tra l'altro, a valutare l'operato del Giudice di gravame sulla fondatezza, o meno, della domanda di cui sopra in primis viene ribadito che la domanda formulata ai sensi dell'articolo 96 c.p.c., di norma, implica un apprezzamento su fatti normalmente non censurabili in sede di legittimità, sempre che la motivazione sull'an e sul quantum risponda a esatti criteri logico-giuridici.Un contrasto giurisprudenziale esclude la responsabilità aggravata. Successivamente il Collegio afferma che nell'ipotesi in cui vi siano più indirizzi giurisprudenziali non sussistono i presupposti per una condanna per responsabilità aggravata, ancorché, nelle more del giudizio, il contrasto venga risolto.E' importante, a tal proposito, che la tesi in diritto sia sostenibile, anche se minoritaria o ampiamente disattesa, posto che la lite temeraria è ravvisabile unicamente qualora la parte sia consapevole delle tesi difensive sostenute ovvero nel difetto dell'ordinaria diligenza nell'acquisizione di detta consapevolezza.Da ciò ne consegue che, qualora la tesi in diritto sia sostenibile, tale consapevolezza non può ritenersi sussistente.* Avvocato del Foro di Monza