Perché venga computato nel calcolo del Tfr, il lavoro straordinario deve essere costante e sistematico per un apprezzabile periodo di tempo.
Per essere computato nel calcolo del Tfr, il lavoro straordinario deve essere prestato con carattere continuativo, cioè con costanza e uniformità per un consistente lasso di tempo, e per normali esigenze dell'azienda. è il principio espresso dalla Corte di Cassazione con la sentenza numero 19402 del 23 settembre.Il caso. Il dipendente di una società chiedeva la condanna del datore alla riliquidazione del Tfr e al pagamento delle differenze retributive dovute per il lavoro straordinario prestato nel corso di un anno, durante il rapporto di lavoro. A seguito dell'esito negativo nella fase di merito, il dipendente proponeva ricorso per cassazione.I requisiti per il computo dello straordinario nel Tfr carattere continuativo ed esigenze dell'azienda. Secondo i giudici di merito, il lavoro straordinario concretamente prestato nel caso in esame non possedeva i requisiti necessari per potere essere computato ai fini del calcolo del Tfr, requisiti che consistono nel carattere continuativo e non occasionale, e nel collegamento tra straordinario e normali esigenze dell'azienda. Sostiene la Corte territoriale che il dipendente si è limitato a dichiarare di aver espletato un consistente numero di ore di straordinario, ma non ha fornito prove in merito alle esigenze produttive della società datrice. Da qui, il rigetto della domanda. Per il carattere continuativo occorre verificare la regolarità, la frequenza o la periodicità della prestazione, che non deve essere occasionale o transitoria. La S.C., nel confermare la decisione impugnata, fornisce ulteriori chiarimenti in merito all'affermazione della continuità del lavoro straordinario a tal fine, infatti, non è sufficiente l'accertamento di una mera reiterazione nel tempo delle prestazioni eccedenti l'orario giornaliero normale, ma è richiesto un quid pluris che consiste nel carattere costante e sistematico di quelle prestazioni. È richiesta, in merito, una duplice condizione che vi sia stata una regolarità o frequenza o periodicità della prestazione, e che non si tratti di fenomeno occasionale, transitorio o saltuario. La prestazione di lavoro straordinario, insomma, deve diventare abituale nel quadro dell'organizzazione del lavoro, con riferimento al suo ripetersi con costanza e uniformità per un apprezzabile periodo di tempo.Non sussistendo tali caratteristiche nel lavoro straordinario prestato dal ricorrente, il ricorso deve essere rigettato.