Con una comunicazione inviata ai Presidenti delle Corti d'appello, il Ministero della Giustizia ha annunciato che per l'esame di abilitazione all'esercizio della professione forense 2023 torneranno le prove scritte. AIGA chiede però al Ministero di prorogare anche per quest'anno il doppio orale.
Terminati gli effetti del regime eccezionale introdotto durante la pandemia dal d.l. numero 31/2021 per la sessione 2020 e poi prorogato anche per le sessioni 2021 e 2022, il Ministero ha comunicato che per la sessione 2023 l'esame di avvocato si svolgerà secondo le previsioni previgenti. Tornano dunque le consuete prove scritte e, all'esito positivo di queste, la prova orale. Tornano anche le tradizionali modalità di svolgimento delle prove e la composizione delle sottocommissioni. Il Ministero promette che nelle prossime settimane verrà pubblicato il bando e che, come da consolidata prassi, le prove scritte si terranno tra l'11 e il 15 dicembre 2023. I Presidenti delle Corti di appello vengono dunque invitati a verificare la «disponibilità di locali idonei, come ampiezza e caratteristiche, in modo da consentire lo svolgimento delle prove, tenendo conto di un numero di potenziali candidati pari a quelli che hanno partecipato nelle ultime sessioni di esame». Il Presidente di AIGA Francesco Paolo Perchinunno, il Coordinatore del dipartimento di Accesso Roberto Scotti e la Coordinatrice della Consulta dei Praticanti Giulia Pesce, hanno inviato una lettera al Ministro Nordio con la richiesta di chiarimenti sulla conferma della modalità orale rafforzato «AIGA fa proprie le preoccupazioni ed il disagio dei giovani futuri colleghi che, improvvisamente, e solo in via informale, hanno appreso del ripristino delle ordinarie modalità d’esame. Tale decisione appare di gran lunga errata si perderebbero i benefici, in termini di tempistiche, certezze, valutazioni e riduzione dei costi, che la modalità emergenziale aveva garantito, e si creerebbe un grave danno per tutti i candidati. Ribadiamo la necessità di prorogare l’attuale disciplina che prevede il doppio orale, quanto meno per l’anno in corso, e auspichiamo un immediato intervento risolutore da parte del Ministero - conclude la lettera - volto a prorogare formalmente le attuali modalità di svolgimento dell’esame di abilitazione anche per la sessione 2023/2024, dando continuità alle prove degli ultimi due anni». Anche il Presidente del CNF, Francesco Greco, ha inviato una nota al Ministro della Giustizia e al Viceministro con delega alle professioni, Sisto, chiedendo di «disporre che la sessione di esami per l’anno 2023 si svolga secondo le modalità stabilite dal decreto legge 31 del 2021», ossia con la modalità della doppia prova orale. Il Presidente del CNF spiega che il ripristino delle originarie modalità di svolgimento dell’esame, non preceduto da una riforma dell’accesso alla professione, causerebbe unicamente «grandi difficoltà ai tirocinanti, i quali nel giro di pochi mesi dovrebbero rivedere i criteri di studio e si troverebbero a svolgere le prove d’esame avendo basato la preparazione per un esame organizzato con diverse modalità». Infine, il Presidente Greco suggerisce a via Arenula «l’opportunità di istituire, il prima possibile, un tavolo di lavoro per regolare definitivamente l’accesso alla professione di avvocato, in relazione al quale il Consiglio Nazionale Forense esprime sin da ora la massima disponibilità a parteciparvi».