RASSEGNA DELLE SEZIONI CIVILI DELLA CASSAZIONE

SEZIONE SECONDA 3 NOVEMBRE 2016, N. 22302 OBBLIGAZIONI IN GENERE - NASCENTI DALLA LEGGE - GESTIONE DI AFFARI - IN GENERE. Attività posta in essere in favore di soggetto incapace di intendere e di volere - Qualificazione - Gestione di affari - Pagamento eseguito in nome proprio dal gestore - Poteri del gerito - Ripetizione d’indebito - Proponibilità - Fondamento. Il compimento di un’attività negoziale in favore di un soggetto che versi in situazione ancorché transitoria di incapacità naturale , va qualificato, ove ricorra l’ulteriore requisito dell’ utiliter coeptum” , come gestione di affari altrui, la quale, a sua volta, può essere rappresentativa o non rappresentativa. Nell’ipotesi in cui il gestore agisca in nome proprio, atteso che la gestione d’affari costituisce un’ipotesi particolare di mandato, legittimato attivamente a ripetere, nei confronti dell’ accipiens”, il pagamento indebito eseguito dal gestore è anche il soggetto gerito, in base all’art. 1705 c.c., che consente al mandante, sostituendosi al mandatario, di esercitare i diritti di credito derivanti dall’esecuzione del mandato. Si richiamano a Sez. II, sentenza n. 9269/2008 l’elemento caratterizzante della gestione d’affari consiste nella spontaneità dell’intervento del gestore nella sfera giuridica altrui, in assenza di qualsiasi vincolo negoziale o legale. Tale requisito si rinviene non solo quando l’interessato sia nella materiale impossibilità di provvedere alla cura dei propri affari ma anche quando lo stesso non rifiuti, espressamente o tacitamente, tale ingerenza da parte del negotiorum gestor”. Nella fattispecie, La Corte ha ritenuto esistente la gestione d’affari, nell’amministrazione di un asse ereditario, da parte di un terzo, con l’assenso tacito degli eredi . b Sez. Unite, sentenza n. 11135/2012 la locazione della cosa comune da parte di uno dei comproprietari rientra nell’ambito della gestione di affari ed è soggetta alle regole di tale istituto, tra le quali quella di cui all’art. 2032 c.c., sicché, nel caso di gestione non rappresentativa, il comproprietario non locatore può ratificare l’operato del gestore e, ai sensi dell’art. 1705, comma 2, c.c., applicabile per effetto del richiamo al mandato contenuto nel citato art. 2032 c.c., esigere dal conduttore, nel contraddittorio con il comproprietario locatore, la quota dei canoni corrispondente alla rispettiva quota di proprietà indivisa.