RASSEGNA DELLA CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL’UOMO

SEZ. III CUENCA ZARZOSO C. SPAGNA 16 GENNAIO 2018, RIC.23383/12 IMMISSIONI MOLESTE PRIVACY. Il rumore nuoce alla serenità familiare ed allo Stato. Lamenta che le autorità locali non hanno adottato alcuna misura atta a limitare le immissioni moleste inquinamento acustico provenienti dai locali, pub, discoteche nel suo quartiere. La CEDU, analizzando questi fatti, aveva già condannato l’ingerenza dello Stato nella serenità familiare di un altro residente di quel quartiere Moreno Gomez c. Spagna del 16/11/04 , ma le Corti anche la Consulta lo ignorarono, rigettando i suoi ricorsi. Violato l’articolo 8 Cedu lo Stato, malgrado il citato e datato precedente, ha continuato a venire meno ai suoi doveri di garantire al ricorrente il rispetto della sua privacy e della sua serenità familiare preservandolo dall’inquinamento acustico. È preciso dovere dello Stato regolare e limitare le immissioni nocive rumore ed odori molesti come per altro imposto dall’articolo 4 Direttiva 2006/12/CE. SEZ. II ALKOVIC C. MONTENEGRO 5 DICEMBRE 2017, RIC.66895/10 ODIO RAZZIALE MINACCE DISCRIMINAZIONE. Lo Stato deve tutelare i diritti altrui e punire i violenti e chi incita all’odio. È un rom musulmano che denunciò varie aggressioni ed intimidazioni numerosi colpi di fucile contro il suo appartamento, una grossa croce disegnata sulla porta durante il Ramadan con minacce se non fosse andato via con la sua famiglia . Si lamentò che le autorità non condussero un’adeguata ed equa inchiesta per punire i suoi vicini. Violato l’articolo 8 in combinato col 14. La nozione di vita privata ex articolo 8 comprende il preciso dovere dello Stato di tutelare i diritti e le libertà altrui e l’integrità fisica e psichica di una persona, che include anche la sua identità etnica, adottando tutte le misure atte a fornire tali garanzie. L’indagine penale è efficace quando porta all’individuazione ed alla punizione dei colpevoli. Particolare attenzione va prestata agli atti di violenza soprattutto quando possono assumere connotazioni di razzismo od incitamento all’odio razziale articolo 14 in combinato con gli artt. 2, 3 e 8 lo Stato non solo ha il dovere di garantire l’incolumità e l’integrità psico-fisica del ricorrente e dei suoi cari, ma anche di scoprire la verità su questi fatti, agire rapidamente per identificare, punire i colpevoli ed evitare la loro immunità per la prescrizione dei reati. Non importa che non ci siano state aggressioni fisiche la violenza morale li ha indotti in uno stato di stress e di prostrazione col timore che alle minacce seguissero i fatti. È irrilevante anche che le vittime abbiano concorso al rapporto conflittuale con i vicini. A tutto ciò hanno contribuito anche le lacune del quadro normativo e giuridico del diritto penale interno consentendo l’impunità dei colpevoli. Presenta molte analogie con Smajic c. Bosnia Erzegovina dell’8/2/18 in cui un avvocato fu condannato per avere incitato all’odio razziale, religioso ed all’intolleranza per avere postato online dettagliate ipotesi di attacchi militari a villaggi serbi in previsione di una nuova guerra civile. Sul tema Balázs v. Ungheria del 20/10/15, Aksu c. Turchia [GC] del 2012 e Von Hannover c. Germania del 2004.