RASSEGNA DEL CONSIGLIO DI STATO

CONSIGLIO DI STATO, SEZ. III SENTENZA 5 OTTOBRE 2018, N. 5740 LICENZA DI PS. PORTO D’ARMI. Requisiti di onorabilità. Discrezionalità. L'autorità amministrativa non deve disporre senz'altro la revoca prevista dal primo comma dell'art. 43, primo comma, del testo unico del 1931 della già rilasciata licenza, ma può valutare le relative circostanze ai fini dell'esercizio del potere discrezionale previsto dal secondo comma dell'art. 43 , qualora il giudice penale abbia disposto la condanna al pagamento della pena pecuniaria - in luogo della reclusione - ai sensi degli articoli 53 e 57 della L. n. 689 del 1981, ovvero abbia escluso la punibilità ‘per tenuità del fatto’ ai sensi dell'art. 131 bis del codice penale, nel caso di commissione di un reato di per sé ‘ostativo’ al rilascio o al mantenimento di licenze di portare le armi CONSIGLIO DI STATO, SEZ. VI SENTENZA 5 OTTOBRE 2018, N. 5737 EDILIZIA PRIVATA. Tettoie e pergotende. Per aversi una pergotenda occorre che l’opera principale sia costituita non dalla struttura in sé, ma dalla tenda, quale elemento di protezione dal sole o dagli agenti atmosferici, con la conseguenza che la struttura deve qualificarsi in termini di mero elemento accessorio, necessario al sostegno e all’estensione della tenda. Nel caso specifico sottoposto all’esame del Collegio, invece, trattavasi di struttura con travetti lignei di una certa consistenza che sorreggevano una tenda, struttura che può essere senz’altro definita solida e permanente e, soprattutto, tale da determinare una evidente variazione di sagoma e prospetto dell’edificio.L’elemento principale non è quindi la tenda sorretta dalla struttura in travi di legno, ma, invece, quest’ultima. CONSIGLIO DI STATO, SEZ. IV SENTENZA 5 OTTOBRE 2018, N. 5715 PROCEDIMENTO AMMINISTRATIVO. ENERGIA RINNOVABILE. Accordi integrativi conformi a legge. La stipula di accordi procedimentali integrativi”, ai sensi dell’art. 11 della l. n. 241/90, costituisce pur sempre espressione di un potere discrezionale della stessa pubblica amministrazione. Tali moduli convenzionali di esercizio del potere amministrativo non hanno, quindi, specifica autonomia e sono comunque funzionali ad un procedimento amministrativo Corte Costituzionale, sentenza n. 179 del 15.7.2016 . Essi non possono perciò essere utilizzati né al fine di alterare un procedimento tipizzato per legge né recare disposizioni contrarie a norme imperative, rappresentate, nella fattispecie, nel caso posto all’attenzione della IV Sezione, e relativo alla costruzione di un impianto biomassa,dal già richiamato par. 13.4. delle Linee guida ministeriali nonché dall’art. 12, comma 6, del d.lgs. n. 387 del 2003. CONSIGLIO DI STATO, SEZ. VI SENTENZA 3 OTTOBRE 2018, N. 5671 BENI CULTURALI IMMOBILI. Diritto di prelazione. Usucapione. E’ pur vero che ai sensi degli artt. 1158 c.c. e seguenti, la proprietà di un bene, si acquista a titolo originario in forza del possesso pubblico, pacifico, continuato e non interrotto del bene stesso per un periodo variabile, nella specie ventennale, trattandosi di un bene immobile. Tuttavia, non esiste una logica incompatibilità fra l’usucapione di un bene e l’eventuale permanenza sullo stesso di pretese altrui genericamente intese, fra le quali rientra anche la prelazione artistica esercitata dallo Stato o dagli enti locali. Il problema si pone specificamente per i beni immobili, per i quali non esiste una norma analoga all’art. 1153 comma 2 c.c. per cui la proprietà di un bene mobile acquistata in buona fede da chi non sia proprietario si acquista libera da diritti altrui sulla cosa che non risultino dal titolo. La usucapio libertatis in sostanza va valutata, come dalla prassi notarile, la quale sottolinea la necessità di risolvere caso per caso l’interrogativo, avuto riguardo da un lato alle caratteristiche del possesso esercitato e dall’altra alla natura della pretesa altrui che si vorrebbe estinta.