RASSEGNA DEL CONSIGLIO DI STATO di Carlo Vantaggiato

di Carlo Vantaggiato AD. PLEN. 24 MAGGIO 2011, N. 9 LAVORO ALLE DIPENDENZE DELLA P.A Reclutamento del personale - Concorsi pubblici e ius superveniens. Ai concorsi pubblici in itinere, per regola generale, le disposizioni normative sopravvenute in materia di ammissione dei candidati, di valutazione dei titoli o di svolgimento di esami di concorso e di votazioni non sono applicabili alla data della loro entrata in vigore, in quanto il principio tempus regit actum attiene alle sequenze procedimentali composte di atti dotati di propria autonomia funzionale, e non anche ad attività quale è quella di espletamento di un concorso interamente disciplinate dalle norme vigenti al momento in cui essa ha inizio. Pertanto, mentre le norme legislative o regolamentari vigenti al momento dell'indizione della procedura devono essere applicate anche se non espressamente richiamate nel bando, le norme sopravvenienti per le quali non è configurabile alcun rinvio implicito nella lex specialis, non modificano, di regola, i concorsi già banditi, a meno che diversamente non sia espressamente stabilito dalle norme stesse. Nel caso di norme pur legittimamente retroattive, come sono quelle interpretative, una posizione di affidamento tutelabile può rinvenirsi solo se esse incidano irragionevolmente su situazioni regolate da leggi precedenti, cioè trasmodino in un regolamento irrazionale di situazioni sostanziali regolate da leggi precedenti, risultando con ciò leso il principio di affidamento del cittadino nella sicurezza giuridica. Ne consegue che, per converso, un tale affidamento non può dirsi formato se il significato normativo della disposizione interpretata non risultava all'origine siffattamente chiaro da ingenerare affidamento nella sua univoca applicazione, ma era invece obbiettivamente caratterizzato da una riconoscibile ambiguità idonea a produrre incertezza sulle modalità applicative, e se tra i suoi possibili significati vi era quello poi scelto dalla norma interpretativa che, in tale caso, non può dirsi veicolo di un regolamento irrazionale della fattispecie. L'art. 3, comma 91, l. n. 244/2007 - che ha interpretato l'art. 1, comma 519, l. n. 296/2006, nella parte in cui prevede che la stabilizzazione del personale volontario del Corpo nazionale dei vigili del fuoco è consentita al personale iscritto negli appositi elenchi di cui all'art. 6 d.lgs. n. 139/2006 da almeno tre anni ed abbia effettuato non meno di centoventi giorni di servizio - va considerato come interpretativo, e quindi ha efficacia retroattiva, atteso che detto articolo assegna alla disposizione interpretata un significato riconoscibile come una delle possibili letture del testo originario. SEZ. VI 10 MAGGIO 2011, N. 2755 PROCESSO AMMINISTRATIVO DI PRIMO GRADO. Sentenza di annullamento - Poteri del g.a In base alla giurisprudenza comunitaria - la quale ha da tempo affermato che il principio dell'efficacia ex tunc dell'annullamento, seppur costituente la regola, non ha portata assoluta e che la Corte di giustizia UE può dichiarare che l'annullamento di un atto sia esso parziale o totale abbia effetto ex nunc o che, addirittura, l'atto medesimo conservi i propri effetti sino a che l'istituzione comunitaria modifichi o sostituisca l'atto impugnato - si deve ritenere, analogamente, che anche il g.a. abbia il potere di statuire la perduranza, in tutto o in parte, degli effetti dell'atto risultato illegittimo, per un periodo di tempo che può tenere conto non solo del principio di certezza del diritto e della posizione di chi ha vittoriosamente agito in giudizio, ma anche di ogni altra circostanza da considerare rilevante. Ne deriva che anche il giudice amministrativo nazionale può differire gli effetti di annullamento degli atti impugnati, risultati illegittimi, ovvero non disporli affatto, statuendo solo gli effetti conformativi, volti a far sostituire il provvedimento risultato illegittimo. SEZ. VI 9 MAGGIO 2011, N. 2732 RISARCIMENTO DEL DANNO. Risarcimento ai danni della P.A. nell'ambito del rapporto di pubblico impiego - Tutela della maternità. Può essere accolta una domanda di risarcimento del danno derivante dall'illegittimo diniego opposto ad una dipendente statale di concessione del riposo giornaliero per maternità, nella misura del doppio dei periodi di permesso, in caso di parto gemellare. Chiamato a pronunciarsi su una questione concernente la spettanza o meno del risarcimento del danno derivante ad una dipendente statale dall'illegittimo diniego di concessione del riposo giornaliero per maternità, il collegio rileva che può essere accolta una domanda di risarcimento del danno derivante dall'illegittimo diniego opposto ad una dipendente statale di concessione del riposo giornaliero per maternità, nella misura del doppio dei periodi di permesso, in caso di parto gemellare. Ad avviso della sezione, infatti, anche indipendentemente dal riconoscimento formale, operato con la l. n. 53/2000, la ratio della normativa previgente imponeva, in caso di parto gemellare, il raddoppio dei periodi di permesso per il genitore che ne facesse richiesta al proprio datore di lavoro anche di natura pubblica , in considerazione dei maggiori oneri di cura e assistenza dei minori interessati. SEZ. V 6 MAGGIO 2011, N. 2713 CONTRATTI PUBBLICI. Aggiudicazione - Revoca. È legittimo il provvedimento con il quale un Comune ha revocato in autotutela l'aggiudicazione di un servizio pubblico, motivato con riferimento all'accertata opportunità di svolgere il servizio stesso con le proprie strutture interne e di contenere, quindi, le spese di gestione, nel caso in cui l'adozione del provvedimento sia stata preceduta da una specifica istruttoria, dai cui esiti è risulta supportata la valutazione puntale della stazione appaltante della possibilità di affrontare la gestione del servizio mediante una riorganizzazione dell'ufficio dei tributi, idonea ad assicurare un risparmio annuale ingente.