RASSEGNA DELLE SEZIONI PENALI DELLA CASSAZIONE

SESTA SEZIONE CC 26 NOVEMBRE 2013, N. 32/14 RICORRENTE I. ATTI. Imputato alloglotta – Traduzione della sentenza – Onere – Sussistenza – Presupposto – Richiesta dell’interessato. L’obbligo di traduzione della sentenza nei confronti di imputato alloglotta che non comprende la lingua italiana come discendente dall’articolo 3 della direttiva 2010/64/UE presuppone una espressa richiesta in tal senso dell’interessato. Nel medesimo senso, Terza Sezione, numero 5486/13, CED 254399. SESTA SEZIONE CC 26 NOVEMBRE 2013, N. 21/14 RICORRENTE P.M. IN PROC. D. PROCEDIMENTI SPECIALI. Convalida dell’arresto e giudizio direttissimo – Termine – Rispetto – Presentazione dell’arrestato – Sufficienza – Inizio del giudizio – Necessità - Esclusione. Ai fini del rispetto del termine di quarantotto ore previsto dall’articolo 558, comma quarto, cod. proc. penumero per la rituale instaurazione del giudizio di convalida dell’arresto e del contestuale giudizio direttissimo è necessaria e sufficiente la presentazione dell’arrestato al magistrato in udienza, mentre è irrilevante che entro tale termine il giudice prenda effettiva cognizione dei fatti ove egli sia impegnato in altro incombente della stessa natura, essenziale solo essendo che, terminata tale contestuale attività, abbia inizio, senza soluzione di continuità, il giudizio richiesto. La pronuncia reitera il principio, del resto aderente anche al tenore testuale della norma, già affermato da Seconda Sezione, numero 2833/92, CED 190820. Va anche ricordato che neppure rileva, una volta rispettato il termine nel senso appena considerato, il momento in cui viene emesso il provvedimento del giudice, purché anche questo intervenga, senza alcuna soluzione di continuità, al termine dell'udienza relativa Sesta Sezione, numero 23784/12, CED 253011 Sesta Sezione, numero 46063/08, CED 242044 . SECONDA SEZIONE UP 3 DICEMBRE 2013, N. 51754/13 RICORRENTE P. REATI CONTRO IL PATRIMONIO. Invasione di terreni ed edifici – Iniziale legittima occupazione del bene – Prosecuzione illegittima – Integrazione del reato – Esclusione – Ragioni. La condotta tipica del reato di invasione di terreni o edifici consiste nell’introduzione dall’esterno in un fondo o in un immobile altrui di cui non si abbia il possesso o la detenzione sicché il reato non è configurabile laddove il soggetto sia entrato legittimamente in possesso del bene occupato, pur se, successivamente, il possesso o la detenzione divengano illegittimi, sicché, in tale ultimo caso, la pretesa dell’avente diritto di rientrare nel possesso dei beni può essere risolta solo alla stregua della normativa civilistica. La pronuncia ribadisce principio di costante affermazione nella giurisprudenza della Corte da ultimo, Seconda Sezione, numero 5585/12, CED 251804 Seconda Sezione, numero 2337/06, CED 233140 . SECONDA SEZIONE UP 8 OTTOBRE 2013, N. 49436/13 RICORRENTE P.G E R. IMPUGNAZIONI. Appello – Continuazione tra il reato oggetto di giudizio ed altro – Riconoscimento ex officio - Esclusione. Il giudice d'appello non può riconoscere d'ufficio la continuazione tra il reato rimesso alla sua cognizione e altro per cui l'imputato ha riportato in precedenza condanna divenuta definitiva, dovendo tale riconoscimento formare oggetto di espressa richiesta da parte dell’interessato infatti il potere riconosciuto al giudice di appello dall’articolo 597, comma quinto, cod. proc. penumero , di applicare anche di ufficio con la sentenza i benefici degli artt. 163 e 175 cod. penumero , ed una o più circostanze attenuanti, è assolutamente eccezionale, in quanto dettato in deroga al principio generale dell'effetto devolutivo dell'appello, stabilito dall’articolo 597 cod. proc. penumero , comma 1, con conseguente sua inapplicabilità, ai sensi dell'articolo 14 preleggi, al di fuori dei casi espressamente consentiti La pronuncia reitera il principio affermato da Quarta Sezione, numero 33403/08, CED 240902. Va peraltro segnalato che Sesta Sezione, numero 36352/03, CED 227031 ha affermato che rientra nei poteri del giudice d'appello accertare se sussistano i presupposti per l'applicazione della disciplina della continuazione anche in mancanza di una specifica doglianza nei motivi di impugnazione e che un tale accertamento è, anzi, doveroso quando i procedimenti relativi ai reati per i quali è prospettabile il vincolo della continuazione siano riuniti davanti allo stesso giudice e vi sia stata esplicita richiesta in tal senso da parte dell'imputato nel corso del dibattimento in tal senso anche Seconda Sezione, numero 6311/91, CED 187406 .