



filiazione | 26 Giugno 2020
Riconosce il figlio pur sapendo di non essere il padre biologico: per la Consulta è legittimo cambiare idea
di La Redazione
La Corte Costituzionale ha dichiarato infondata la censura all’art. 263 c.c. laddove non esclude la legittimazione ad impugnare il riconoscimento del figlio da parte di chi lo abbia effettuato nella consapevolezza della sua non veridicità.

(Corte Costituzionale, sentenza n. 127/20; depositata il 25 giugno)


Con sentenza n. 127/20, depositata il 25 giugno, la Consulta si è pronunciata sulla questione di legittimità costituzionale sollevata dalla Corte d’Appello di Torino in riferimento all’art. 263 c.c. laddove non esclude la legittimazione ad impugnare il riconoscimento del figlio da parte di chi lo abbia effettuato nella consapevolezza della sua non veridicità.
In particolare, la Corte Costituzionale ha affermato che «il riconoscimento del figlio, pur nella consapevolezza di non essere il genitore naturale, non ne preclude l’eventuale successiva impugnazione da parte dello stesso genitore per ristabilire la verità biologica. Tuttavia, il giudice dovrà bilanciare il favor veritatis con altri valori costituzionali e tener conto, in particolare, del diritto del figlio all’identità personale, che non è esclusivamente correlata alla verità biologica ma anche ai legami affettivi e personali sviluppatisi all’interno della famiglia».






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