Lo storytelling in previdenza

Lo storytelling aziendale è una leva di comunicazione che traduce gli argomenti di business in racconti capaci di trasmettere valori, insegnare, educare, ricordare, appianare conflitti. Lo fa applicando i principi della narrazione all’impresa, con prodotti cartacei, digitali e relazionali riferiti a diverse aree o funzioni aziendali.

La comunicazione è fatta di storie. Il mondo non è come è, ma come te lo racconti, con i tuoi filtri, la tua comprensione delle cose, la tua visione del mondo. Comunicare non è altro che condividere la stessa storia su un argomento. Se la tua storia sembra più credibile di quella del tuo interlocutore, la adotterà, altrimenti continuerà a preferire la sua storia. Tutto fa parte della tua storia, l’idea di impresa, la missione del gruppo che tu dirigi, la negoziazione in cui sei impegnato. La narrazione facilita la comunicazione fra collaboratori, sviluppa le idee, appiana i conflitti, mobilita e motiva. Nuovi progetti e nuove idee hanno bisogno di essere personificati, riformulati per renderli più vivi e meno astratti Umberto Santucci . Come scrive il guru della materia, prof. Andrea Fontana, l’attenzione è il vero problema e sulla previdenza, aggiungo io, l’attenzione è molto scarsa. Quindi se uno dice va tutto bene” tanto basta e l’attenzione devia verso altro. Ma se uno dice no, non va tutto bene” si prende del demagogo populista, per tacer d’altro. Il prof. Andrea Fontana nei suoi scritti ricorda che suo padre e suo nonno gli hanno insegnato che ci sono due tipi di persone quelle che chiudono le tende e quelle che le aprono. Vanno bene entrambi i tipi ma noi le tende cerchiamo di aprirle. La storia importante da raccontare non è la nostra, ma quella degli altri. Nel fare narrazione bisogna tener presente che la storia che incanta non è la nostra ma quella del pubblico. Le strategie di storytelling, negli anni, sono cambiate. Tensioni sociali e risoluzione di problemi sono alla base della narrazione. Il settore della comunicazione della sostenibilità sta vivendo una fase di grande espansione, complice la raggiunta consapevolezza della situazione di pericolo in cui versa il futuro della previdenza. Ed, infatti, è di questi giorni la dichiarazione del neopresidente della Bicamerale di controllo degli enti previdenziali per il quale basare le analisi sull’equilibrio tra entrate e uscite su stime futuristiche a 50 anni è un esercizio ardito da un punto di vista statistico, nonché gestionale ciò non significa che dobbiamo dimenticarci della sostenibilità, bensì farlo in maniera ragionevole . Ma, aggiungo io, mancando la garanzia finale dello Stato, lo iscritto di oggi che ha 30 anni di età e che deve lavorare e contribuire per 40 anni per andare in pensione a 70 anni, deve avere la garanzia della esistenza non solo in vita dell’Ente ma anche della sua solidità e quindi della capacità di erogare pensioni agli aventi diritto, diversamente che senso avrebbe versare la contribuzione? Verrebbe meno il patto intergenerazionale che sta alla base del sistema di finanziamento a ripartizione dove con i contributi degli attivi si pagano le pensioni correnti! E veniamo, a questo punto della narrazione, ad un esempio di storytelling aziendale che io ritrovo nel bilancio sociale 2019 di Cassa Forense un bellissimo libro scritto con molta maestria obiettivo del documento è quello di comunicare in forma semplice e diretta tutte le varie attività che vengono svolte nell’interesse dell’intera comunità per la sua stesura, ci si è ispirati a principi di attendibilità, coerenza, trasparenza, chiarezza e sinteticità. che così viene presentato Cassa Forense, consapevole della necessità di rappresentare in modo completo e trasparente la rilevanza e la ricaduta sociale delle proprie attività istituzionali e non solo, penso al contributo allo sviluppo del territorio sia a livello locale che nazionale, si affida al Bilancio sociale, giunto alla sua terza edizione, quale strumento di rendicontazione sociale mirato a rispondere alle esigenze nei confronti degli stakeholder da cui dipende la credibilità del documento. Il bilancio sociale, redatto con cadenza biennale, rappresenta per Cassa Forense un importante strumento di trasparenza e informazione, dotato di uno spiccato carattere comunicativo il documento ha concorso a rafforzare la consapevolezza della dimensione strategico-organizzativa del nostro Ente di Previdenza, fornendo nuove occasioni di motivazione e di responsabilizzazione, valorizzando le competenze e la professionalità e contribuendo ad orientare il nostro impegno quotidiano al miglioramento dei risultati nell’interesse, innanzitutto, degli iscritti. Se andiamo alla pag. 86 troviamo quanto qui riportato L’asset liability management acronimo di ALM è un modello matematico statistico, che individua la struttura sia dell’attivo costituito dal Patrimonio finanziario che del passivo costituito dal debito previdenziale articolata per scadenza. In questo modo l’Ente può verificare se le scelte degli investimenti sono in grado di soddisfare il pagamento delle prestazioni. Il vantaggio che ne deriva è che l’analisi delle scelte di investimento riguarda la sostenibilità a lungo termine e non solo quella di breve e medio periodo, di conseguenza, le scelte sugli investimenti non sono determinate dal miglior rendimento ma dal miglior rendimento coniugato con il livello di rischio assumibile per un Ente di Previdenza. Anche se la Cassa è ancora in una fase di accumulo ovvero l’entità dei contributi è di molto superiore all’entità delle pensioni erogate non può permettersi di ignorare che i crediti contributivi di oggi sono il debito pensionistico del domani, per cui la liquidità di cui oggi dispone è solo l’anticipo parziale di quanto dovrà corrispondere nel prossimo futuro. L’ALM serve proprio ad avere costantemente sotto controllo la situazione. Il 3 maggio 2017 il CDA della Cassa ha approvato il modello di rilevazione da adottare per il calcolo del Funding Ratio al fine di rendere omogeneo il confronto nel lungo periodo. Il modello proposto dall’Attuario e condiviso è il modello ABO ovvero Accumulated Benefit Obligation utilizzato - per integrare il Piano degli indicatori e dei risultati attesi redatto in conformità alle linee guida ex DPCM del 18-9-2012” se redatto con la curva dei tassi di attualizzazione del bilancio tecnico - per elaborare il modello ALM e di AAS/T se redatto con la curva dei tassi di attualizzazione finanziaria. È opportuno ricordare che l’ALM è complementare e non sostitutiva sia del bilancio civilistico” che tecnico”. Dal momento che l’asset allocation viene formulata con un anno circa di anticipo rispetto alla sua materiale attuazione, per consentire alla gestione di modularla secondo gli andamenti di mercato è articolata in tre ulteriori categorie secondo l’approccio seguito si parla correntemente di asset allocation strategica, tattica o dinamica . L’ALM si dice, è un modello matematico statistico, che individua la struttura sia dell’attivo costituito dal patrimonio finanziario che dal passivo costituito dal debito previdenziale articolata per scadenza lo so bene per aver introdotto io in CF la tecnica ALM prima fra tutte le Casse . A questo punto, per le ragioni di trasparenza di cui all’inizio, si dovrebbero trovare tutti i dati dell’attivo e del passivo e delle strategie messe in campo ma io non ho trovato nulla. Naturalmente sia il bilancio civilistico che quello tecnico vengono pubblicati mentre ALM no. Ma demagogo populista questi dati non interessano ad alcuno. Eh già l’orientamento al futuro non interessa ad alcuno in previdenza. E allora mi siano consentite alcune osservazioni. Si moltiplicano le pubblicazioni che parlano Storytelling” applicato al management. Si tratta di una moda manageriale, un’idea che sta conquistando quote di attenzione crescente. Lo storytelling è una pratica efficace? La lettura di un saggio di Johnatan Gottschall L’istinto di narrare. Come le storie ci hanno resi umani , Ed. Bollati Boringhieri, 2014 , storico della letteratura, ci presenta una teoria sul perché le storie sono utili e hanno una forte presa su chi le legge o le ascolta. Ma il saggio, letto assieme ad altri libri e messo in relazione agli obiettivi per cui lo storytelling viene promosso nelle aziende, ci induce a credere che conoscere attraverso le storie, e utilizzare narrative nell’organizzazione e nel marketing, può essere distorsivo e controindicato per le finalità aziendali. Come succede per il cibo, il sesso e il potere, le cose che danno piacere possono scatenare, come droghe, dipendenza e abuso. Se è vero che leggiamo sempre meno narrativa, è dannatamente crescente il tempo che passiamo ad ascoltare storie, se includiamo le storie del cinema e della televisione, le canzoni i cui testi sono storie , i video games e infine i mondi virtuali dei MMORPG Massive Multiplayer Online Role-Playing Games . Microstorie ci raggiungono sui dispositivi mobili, nella forma sempre più infiltrante del blogging e del cinguettante micro-blogging di Twitter. Man mano che si riduce la lunghezza delle storie, fino ad arrivare a filmati virali che esauriscono una narrazione, in genere idiota, in pochi secondi, granelli narrativi penetrano in ogni interstizio della nostra vita, tenendoci incollati a dispositivi mobili. Gli inganni dello storytelling . Ci sarebbero molte riflessioni da fare sul tema ma rinvio alla lettura di un testo molto noto. L’arte di raccontare storie è nata quasi in contemporanea con la comparsa dell’uomo sulla terra e ha costituito un importante strumento di condivisione dei valori sociali. Ma, a partire dagli anni Novanta del Novecento, negli USA come in Europa, questa capacità narrativa è stata trasformata dai meccanismi dell’industria dei media e dal capitalismo globalizzato nel concetto di storytelling una potentissima arma di persuasione nelle mani dei guru del marketing, del management, della comunicazione politica per plasmare le opinioni dei consumatori e dei cittadini. Dietro le più importanti campagne pubblicitarie – e ancor più dietro quelle elettorali vincenti da Bush a Sarkozy – si celano proprio le sofisticate tecniche dello storytelling management o del digital storytelling. Questo è l’incredibile inganno ai danni dell’immaginario collettivo svelato da Christian Salmon nel libro Storytelling, La fabbrica delle storie , frutto di una lunga inchiesta dedicata alle numerose applicazioni del fenomeno il marketing conta più sulla storia dei brand che sulla loro immagine, i manager si servono di aneddoti per motivare i propri dipendenti, i soldati in Iraq si allenano su videogiochi progettati da Hollywood, gli spin doctor descrivono la vita politica dei loro clienti come in un racconto. La narrazione riesce a colmare i vuoti della realtà, a rendere fluida la storia fino a confonderla con il racconto. Tutto sta nell’onestà con cui riempiamo quei vuoti, nella consapevolezza che non esiste un solo modo per mettere in ordine i tasselli della realtà e che quest’ultima è troppo complessa per essere imprigionata in una sola narrazione. Eleonora Numico