La bolla previdenziale

Non ci sono solo le bolle dei rinvii fiscali, del blocco dei licenziamenti, del rinvio dei crediti bancari, c’è anche la bolla previdenziale.

La pandemia ha accentuato il fenomeno della cd. “polarizzazione della ricchezza” nel senso che i poveri sono diventati più poveri mentre i pochi ricchi sono diventati più ricchi beneficiando dell’enorme liquidità in giro. Ciò accade anche nell’avvocatura italiana, per lo più abbandonata a sé stessa, priva di guida. Cassa Forense, come del resto anche altre Casse, per venire incontro alle difficoltà economiche dei propri iscritti, ha ritenuto opportuno sospendere la riscossione dei contributi minimi 2021, soggettivo e di maternità. Questo creerà una vera e propria bolla previdenziale che non si sa come potrà essere affrontata. Se 188.000 avvocati su 245.000 potrebbero usufruire della cd. fiscalizzazione degli oneri sociali, a fronte di un budget insufficiente da parte del Governo, il problema si pone sia per le Casse, che non potranno avere in pancia crediti per lo più inesigibili, senza il completo ristoro da parte dello Stato, sia per molti iscritti destinati ai cd. “buchi previdenziali” come si dice in gergo. Mi pare questa la grande occasione per trasformare le difficoltà in opportunità nel senso di affrontare con lo Stato il problema dei numeri dell’avvocatura italiana che, ce lo dice l’Europa, sono davvero insostenibili.