Un programma obsoleto e non più adeguato a far fronte alle necessità processuali. Così l’Associazione Nazionale Magistrati descrive, in un comunicato dello scorso 22 gennaio, l’applicativo in dotazione ai magistrati per la gestione del processo civile telematico, denunciandone i limiti e i disservizi.
In virtù della normativa emergenziale il processo civile è ormai pressochè interamente telematico ma «la Consolle del Magistrato ha mostrato tutti i suoi limiti ed appare, oggi, un programma evidentemente obsoleto e non più adeguato a far fronte alle necessità processuali. E tale constatazione risulta ancor più grave se si considerano le numerosissime e complesse modifiche evolutive effettuate». Lo si legge in un comunicato diffuso dall’ANM per denunciare i disservizi della Consolle. Tra le criticità evidenziate, emerge l’effettuazione degli aggiornamenti nel fine settimana con conseguente blocco del sistema già dal venerdì pomeriggio e l’impossibilità di depositare provvedimenti fino al lunedì successivo. Inoltre le modifiche evolutive presentano spesso «gravi criticità ed errori che non vengono tempestivamente risolte dal servizio di assistenza tecnica e che causano pesanti rallentamenti di tutti i sistemi informatici, ivi compresi quelli delle Cancellerie». Le proposte di ANM per superare tali criticità, anche in vista della «necessaria futura reingegnerizzazione integrale dell’applicativo Consolle del Magistrato», sono le seguenti «- le dotazioni hardware e software in uso ai magistrati per il quotidiano svolgimento del lavoro siano idonee ed adeguate per la efficiente gestione del processo civile telematico, considerato che l’attuale obbligo di deposito in via telematica di tutti gli atti processuali delle parti rende necessario che questi vengano tempestivamente accettati dalle Cancellerie e resi visibili al giudice nel fascicolo informatico - le modifiche evolutive, soprattutto quelle di maggiore impatto, vengano adeguatamente testate e collaudate prima di essere rese disponibili per l’aggiornamento sui dispositivi dei singoli magistrati, onde evitare blocchi generalizzati della attività - sia messo a disposizione un efficiente servizio di assistenza, cui i magistrati possano rivolgersi ottenendo in tempi rapidi e con procedure snelle la risoluzione delle problematiche - sia consentita l’installazione dell’applicativo Consolle del Magistrato anche su dotazioni private dei magistrati». Concludendo «in un momento in cui è particolarmente avvertita l’esigenza di ridurre i tempi del processo civile, non è più possibile rinviare l’adozione di interventi risolutivi, tali da mettere tutti gli operatori della giustizia nelle condizioni di poter svolgere in maniera proficua la propria attività, a garanzia di tutte le parti del giudizio e della efficienza dell’intero sistema giudiziario».