Il debito pubblico e il debito previdenziale

Come ha scritto, giustamente, Paolo Savona il problema del nostro debito pubblico non è il rimborso ma il costo necessario per rinnovarlo e delle possibili conseguenze che dipendono dallo stato della fiducia sull’Italia.

Oggi abbiamo la grande opportunità attraverso il Recovery Fund. Se aumenteremo gli investimenti, lasceremo ai nostri figli e nipoti più capitale, se aumenteremo invece l’assistenza, lasceremo solo debiti. Il giusto mix è un’utopia perché in economia, come in previdenza, 1 + 1 fa sempre 2 e mai 3 o 4. Oggi il debito pubblico italiano è pari 2.505 miliardi. Si veda il contatore sul sito dell’Istituto Bruno Leoni, a disposizione di tutti www.brunoleoni.it . Ugualmente per il debito previdenziale latente per le Casse di previdenza dei professionisti che, per legge, non possono godere di aiuti statali. Il debito previdenziale latente non viene mai dichiarato dagli enti previdenziali se non di sfuggita, qua è là, nei vari bilanci tecnici, sconosciuti alla maggior parte degli iscritti. Lo si trova evidenziato nel report ALM che viene però segretato. Propongo allora che ogni Cassa si doti, sul proprio sito istituzionale, di un contatore per dare, visivamente, a tutti gli iscritti, obbligati per legge a esserlo, il “polso” della situazione. Se il debito sale deve suonare il campanello d’allarme per riforme non più rinviabili. Ricordo che l’iscrizione, per il professionista, è obbligatoria e non facoltativa e allora tutto deve essere in chiaro.