Giovanna Biancofiore, ottimo attuario interno di Cassa Forense, sull’ultimo numero di Previdenza Forense ha pubblicato i numeri dell’avvocatura italiana pag. 20 e seguenti che vi invito a leggere durante le vacanze.
Alcune anticipazioni per stimolarvi la curiosità - 19.782 iscritti NON inviano nemmeno il modello 5 restando fantasmi - 2024 iscritti hanno reddito inferiore a zero - 13.557 iscritti dichiarano un reddito pari a zero - 58.105 iscritti dichiarano un reddito da 1 a 10.300 euro allo anno - 44.851 un reddito tra 10.300 e 19.414 - 63.719 un reddito tra 19.414 e 48.950 TOTALE 202.038 SU 244.952 ISCRITTI Tetto pensionabile al 2018 pari a 98.050 Solo 17.634 iscritti dichiarano un reddito superiore al tetto pensionabile i quali però producono quasi il 50 per cento del totale della ricchezza pari a 4273 milioni di euro su un totale di 8888 milioni di euro. Rapporto medio tra contributi versati e pensione percepita 1 a 4 nel senso che, mediamente versi 1 e prendi 4. Alla data del 31.12.2018 erano in corso circa 30 mila pensioni con un importo annuo medio di 28.015 euro. Questi numeri mi portano ad una riflessione che ho già lanciato sulla mia pagina di facebook La crisi economica-sociale è in gran parte determinata dalla vetustà degli strumenti giuridici che regolano la società, tutti sorti in un contesto di società industriale avanzata e la cui utilizzazione finisce con l’accentuare i problemi, anziché risolverli. È urgente pensare a una progressiva riduzione degli oneri previdenziali che pesano sulle aziende in ragione del numero dei dipendenti tali oneri vanno posti a carico delle imprese più redditizie. Nell’analisi della crisi sociale occorre un ripensamento sul finanziamento della previdenza sociale, che deve tenere conto dei processi di automazione non appare più equo che siano le imprese con molti dipendenti, sovente le meno redditizie, a sopportare i maggiori oneri contributivi. Un ripensamento va fatto anche con riferimento all’istituto pensionistico, troppo ancorato alla personale storia retributiva e che non può assicurare risultati adeguati alle future esigenze dei lavoratori precari. Va riscoperta la funzione assistenziale dell’istituto pensionistico e il suo possibile sganciamento dal dato contributivo”. Da molte lune vado scrivendo che l’impianto della previdenza forense deve essere cambiato per renderlo INCLUSIVO e non ESCLUSIVO.