L’asimmetria informativa: sapere è potere per evitare l’azzardo morale

L’imperfetta informazione agli iscritti delle Casse di previdenza, o l’informazione nascosta, sul valore del patrimonio può portare ad azzardi morali.

L’asimmetria informativa è il fenomeno della distribuzione differenziata delle informazioni tra gli operatori economici che pregiudica la realizzazione di rapporti o contratti efficienti. Esempi di asimmetria informativa sono l’insider trading, la libertà di stampa in Italia che è al 41esimo posto , i mass media, ecc. In questi giorni le Casse di previdenza dei professionisti presentano con enfasi i risultati positivi dei bilanci consuntivi chiusi al 31.12.2019 ma non li corredano della scheda tecnica informativa dei valori correnti alla data di approvazione dei bilanci stessi come impone l’art. 10 del regolamento investimenti AdEPP che tutte le Casse hanno adottato e che qui ripropongo articolo 10 Prospetto informativo a valori correnti L’Ente approva annualmente, secondo gli stessi termini relativi al bilancio di esercizio, un prospetto recante l’esposizione delle attività detenute determinate a valori correnti. Il prospetto è trasmesso ai Ministeri Vigilanti e alla Covip entro venti giorni dalla sua approvazione. Entro lo stesso termine, l’Ente provvede alla pubblicazione del prospetto sul proprio sito internet. Per la verità, la Cassa Ragionieri l’informazione sul valore corrente la dà nel comunicato di presentazione del bilancio che qui trascrivo Il rendimento finanziario delle gestioni patrimoniali mobiliari si è attestato al 14,90%, registrando un risultato pressoché allineato rispetto all’asset allocation strategica che ha chiuso il 2019 al 15,02%. Dal conferimento dei mandati ai gestori selezionati mediante gara europea il rendimento dal 25/06/2015 al 31/12/2019 è pari a +21,03% contro il rendimento del benchmark dell’AAS che registra da inizio mandato un +25,08%. La fase eccezionale di mercato si sta oggi ripetendo in senso contrario, fortemente influenzata dalla situazione di emergenza sanitaria causata dalla pandemia del Covid-19. Infatti, le gestioni patrimoniali da inizio anno 2020 alla fine di marzo hanno fatto registrare un rendimento finanziario negativo del -12,63% contro un rendimento del portafoglio benchmark del -12,29%. Si auspica che le misure di politica fiscale e di politica monetaria, consentano un recupero dopo la stabilizzazione delle misure di contrasto alla pandemia, come emerge dai primi risultati del rendimento finanziario registrato in aprile. Non altrettanto da parte dell’Enpam, che è la Cassa dai numeri maggiori tra tutte e che ha come presidente lo stesso presidente AdEPP L’Enpam ha approvato, sabato, il bilancio consuntivo del 2019 chiudendo con un utile di 1,739 miliardi di euro. Il risultato dell’ente di previdenza dei medici e degli odontoiatri è in rialzo di quasi 620 milioni rispetto alle stime del preconsuntivo approvato a novembre si tratta, da sempre, del miglior risultato mai conseguito nella gestione del patrimonio Enpam. Tra l’altro, superiore di circa 890 milioni di euro, a quello che era il bilancio di previsione sempre per il 2019. Gestione Finanziaria. Questo straordinario risultato si deve innanzitutto a un’efficace gestione finanziaria che presenta un risultato netto positivo di circa 700 milioni su circa 16 miliardi e mezzo di patrimonio finanziario investito. Questo significa un rendimento pari circa al 4,5%, cioè più del doppio del 2% previsto come parametro di riferimento nel bilancio tecnico attuariale. A valori di mercato il rendimento è stato del 9,32%. Anche in questo caso siamo di fronte a un risultato tra i migliori di sempre che si spiega, oltre che con le accorte scelte di impiego, anche con il positivo andamento dei mercati registrato per tutto il 2019. Bilancio record. È il bilancio migliore di sempre. Con questi numeri l’Enpam può pensare di affrontare lo scenario post bellico del dopo il coronavirus con minori preoccupazioni di altri – commenta il presidente Alberto Oliveti –. Grazie a questi risultati economici abbiamo potuto approvare aiuti aggiuntivi per i medici e gli odontoiatri, come l’assegno di mille euro al mese per i liberi professionisti. Ora possiamo pensare a misure integrative per i giovani che si sono appena affacciati alla professione, per i pensionati che continuano a lavorare e per i più fragili, come vedove e orfani, che sono rimasti tagliati fuori dai susssidi statali perché percepiscono pensioni di reversibilità, anche se minime”. Patrimonio. Le performance sopra descritte hanno fatto salire il patrimonio netto dell’ente di previdenza dei medici e degli odontoiatri a 22,76 miliardi di euro, con un incremento annuale dell’8,4 per cento rispetto al 2018. Il tutto a fronte di un patrimonio da reddito rappresentato per circa 5,5 miliardi da attività immobiliari e da 16,7 miliardi da attività finanziarie. La riserva legale invece, cioè il rapporto tra patrimonio e pensioni in pagamento nell’anno, è stata pari a 12,4, più del doppio delle 5 annualità richieste per legge. Gestione previdenziale. Nel 2019 la Fondazione ha registrato entrate contributive per circa 3 miliardi di euro, erogando nello stesso periodo prestazioni previdenziali e assistenziali per circa 2 miliardi. Il saldo è dunque pari a poco più di un miliardo di euro, un risultato dovuto al maggior gettito contributivo per il graduale innalzamento di un punto percentuale annuo delle aliquote contributive di tutte le gestioni. Iscritti. Gli iscritti attivi sono 371.465, dei quali 200.494 maschi e 170.971 femmine, con un aumento di 5.381 unità. I pensionati sono 124.417 con un incremento del 15% in un anno. I nuovi iscritti alla quota A sono 12.726 dei quali 2.393 studenti del V e VI anno. Vedremo, nel prosegue di tempo, le altre Casse così ognuno potrà fare le sue valutazioni. Con l’occasione faccio presente che l’art. 6 del decreto liquidità decreto legge 23/2020 prevede che, a decorrere dal 09.04.2020 e fino al 31.12.2020, per le fattispecie verificatesi nel corso degli esercizi chiusi entro il 31.12.2020, non si applicano le norme del codice civile in tema di - perdite oltre il terzo del capitale sociale rilevate dopo l’anno di grazia - perdite oltre il terzo del capitale sociale, che riducono il capitale sociale sotto il minimo di legge - scioglimento della società per il caso di perdite che riducano il capitale sotto il minimo, in caso di mancato loro ripianamento.