Cassa Forense e Inarcassa: il confronto sui bilanci tecnici al 31.12.2017 e prospettive

La quarantena mi ha portato a confrontare i bilanci tecnici di Cassa Forense e Inarcassa, con risultati sorprendenti.

Com’è noto il bilancio tecnico è uno dei maggiori indicatori della stabilità di un ente previdenziale e il suo scopo è quello di valutarne l’equilibrio attuariale, stabilito in base al sistema tecnico – finanziario di gestione su cui è ordinato l’Ente. Inarcassa, a suo tempo, aveva mutuato il sistema previdenza di Cassa Forense ma, nel proseguo di tempo, è stata più lungimirante perché ha esercitato l’opzione al sistema di calcolo contributivo, pur rimanendo nel sistema di finanziamento a ripartizione. Cassa Forense, invece, ha proseguito nel sistema di calcolo retributivo, ancorché corretto. Il gruppo degli iscritti attivi in Inarcassa, alla data del bilancio tecnico al 31.12.2017, era di 151.653 unità suddiviso in 70.038 ingegneri e 81.615 architetti. Età media 46,1 e anzianità di iscrizione 13,5. Al 31.12.2017 il reddito medio 2017, ai fini IRPEF, risulta essere pari a € 32.678,00 per gli ingegneri e € 19.795,00 per gli architetti. Vi sono poi 33.180 professionisti iscritti solo Albo e 6.651 società di ingegneria. I pensionati contribuenti sono 12.358 e i pensionati non contribuenti 20.220. Il patrimonio netto, a bilancio consuntivo 2017, è di 10,112 miliardi di euro. Le entrate contributive complessive sono 1,0798 miliardi di euro. Totale prestazioni 649,6 milioni di euro. Il bilancio tecnico evidenzia un saldo previdenziale negativo per 32 anni, dal 2034 al 2065. Il patrimonio, a fine periodo 50 anni , risulta pari a 29,5 miliardi di euro, come dalle tabelle riportate sotto. E veniamo ora al bilancio tecnico di Cassa Forense. Gli iscritti attivi in Cassa Forense 229.213. Età media 45,4 e anzianità di iscrizione media complessiva 13,2. Al 31.12.2017 il reddito medio 2017, ai fini IRPEF, risulta essere pari a € 36.100,00 I pensionati contribuenti sono 13.014 e i pensionati non contribuenti 15.508. Il patrimonio complessivo, a bilancio consuntivo 2017, è di 11,159 miliardi di euro. Le entrate contributive complessive sono 1,719 miliardi di euro. Totale prestazioni 908,636 milioni di euro. Il bilancio tecnico evidenzia un saldo previdenziale negativo per 20 anni, dal 2042 al 2062. Il patrimonio, a fine periodo 50 anni , risulta pari a 76,4 miliardi di euro, come dalla tabella riportata sotto. Entrambi i bilanci tecnici sono stati redatti con le medesime fasi operative e cioè - analisi della normativa - rilevazione dei dati relativi agli iscritti al piano previdenziale in esame attivi, differiti, silenti e pensionati necessari per le valutazioni e controllo della congruità degli stessi - definizione delle basi tecniche demografiche, economiche e finanziarie - scelta della metodologia - esecuzione delle valutazioni attuariali e analisi dei risultati - stesura della relazione conclusiva. Dal confronto emerge che Inarcassa ha circa 40.000 iscritti in meno, tenendo conto degli iscritti solo Albo e società di ingegneria. Questo comporta un minor gettito contributivo di 640 milioni all’anno circa che, a mio avviso, non giustifica le enormi differenze che sono riscontrabili tra il patrimonio a fine periodo 50 anni tra Inarcassa 29,5 miliardi e quello di Cassa Forense 76,4 miliardi pur considerando che Inarcassa ha un maggior numero di pensionati ma con una spesa inferiore come si evince dalle tabelle. Qualcosa non torna, ma forse sono io che non capisco! Comparativamente vediamo ciò che accade invece nella Cassa dei Commercialisti Secondo la proiezione specifica, il patrimonio della Cassa, infatti, presenta uno sviluppo sempre crescente fino a circa metà dell’arco temporale di verifica per attestarsi, in conseguenza delle dinamiche demografiche della Cassa, in circa 36 miliardi di euro nel 2066. Particolarmente indicativo è il grado di capitalizzazione è un indicatore, per certi versi assimilabile al saggio di riserva di liquidità utilizzato nei sistemi bancari, che misura il grado di pagamento dell’Ente senza interventi correttivi e nella scolastica ipotesi di cessazione di ogni entrata pari a circa l’81%, in linea con il bilancio tecnico precedente 2015 – 2064 e molto maggiore del grado di capitalizzazione di bilanci precedenti, che non godevano del mantenimento sine die dell’aliquota del 4% del contributo integrativo. L’andamento di questi dati dimostra che la Cassa sta riassorbendo progressivamente il debito generato dal metodo di calcolo reddituale delle pensioni in vigore fino al 2003. SIAMO AD UN GRADO DI CAPITALIZZAZIONE DELL’81 PER CENTO CIRCA quando Cassa Forense non arriva al 30 per cento! Faccio presente che agli effetti dello sviluppo del rendimento la situazione è questa Inarcassa si è adeguata alla conferenza dei servizi del 31.07.2018 che ha confermato, per motivi di prudenza, il limite dell1%, in termini reali, del tasso di rendimento del patrimonio da adottare nelle valutazione attuariali e così anche Cassa Forense, per quanto riguarda il rendimento annuo del patrimonio nominale annuo, valutato al netto delle spese necessarie per produrlo, ma al lordo delle spese di gestione, ha ipotizzato un rendimento pari ad 1 punto oltre l’inflazione prevista e tale scelta si pone entro i limiti massimi imposti dagli Organi vigilanti. Dalla crisi pandemia si esce cambiando approccio negli investimenti seguendo la economia circolare come insegna la UE Sulla base delle raccomandazioni dell’HLEG, a marzo 2018 la Commissione UE ha pubblicato l’Action Plan Financing Sustainable Growth, una tabella di marcia con misure concrete e relative scadenze finalizzata a - orientare i flussi di capitale verso gli investimenti sostenibili - gestire in modo più efficace i rischi finanziari che derivano dal cambiamento climatico, dal consumo di risorse, dal degrado ambientale e dalle disuguaglianze sociali - migliorare la trasparenza e incoraggiare un approccio di lungo periodo nelle attività economico-finanziarie. Disegnare una via d’uscita dalla crisi pandemica è di per sé una missione difficilissima, vista la situazione del Paese e il declino in corso da decenni. La industria finanziaria ha già iniziato la sua battaglia in favore del private equità e debit L’investimento in fondi di private equity e private debt presenta sicuramente una minore liquidabilità, ma offre numerosi importanti vantaggi. 1. Riduce la volatilità totale del portafoglio con un potenziale incremento della redditività generata, soprattutto nel contesto di mercato attuale. 2. Fornisce diversificazione e decorrelazione dell’investimento, sia rispetto ai mercati finanziari liquidi, si rispetto al singolo rischio paese Riello Investimenti Partners SGR Spa . 3. Stabilità e resilienza dell’investimento, in particolare nelle fasi critiche per l’economia. Siamo al gattopardo, cambiare tutto per non cambiare nulla? Credo che non sarà più come prima!! Le trappole della mente sono molteplici ma come ha scritto il Professor Enrico Maria Cervellati, esperto di finanza comportamentale e professore associato di Finanza Aziendale presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, In questo momento è essenziale non farsi prendere dal panico, ma gestire le proprie emozioni. Occorre allungare lo sguardo verso il passato, che insegna come anche le situazioni più critiche vengono superate, ma soprattutto verso il futuro. Vedere le cose con una prospettiva più ampia aiuta a gestire il momento che stiamo vivendo. Inoltre, per non rimanere vittime delle proprie emozioni, il mio suggerimento è di farsi affiancare dai professionisti degli investimenti, per prendere decisioni più corrette e ragionare per obiettivi in un’ottica di lungo termine.” Le opportunità nei prossimi mesi non mancheranno perché alcuni dei cambiamenti che stiamo vivendo avranno implicazioni di lungo periodo. Pensiamo all’accelerazione nella digitalizzazione, alla ricerca farmaceutica e all’innovazione. Ma anche all’ecologia, alle energie pulite e agli investimenti socialmente responsabili. Arriverà anche l’auspicata ripresa e, in attesa che il punto di svolta di manifesti con chiarezza, è possibile adottare modalità di investimento graduali, come i PAC, che permettono di ridurre i rischi e migliorano le potenzialità di rendimento. Le emozioni sono importanti, ma negli investimenti spesso offuscano la nostra capacità di giudizio. Bisogna quindi ritrovare la ragione, per progettare il futuro con ottimismo e lungimiranza, ognuno secondo il suo profilo di rischio, i suoi bisogni e i suoi progetti. Oggi leggo una miriade di proposte per affrontare la crisi economica conseguente al Corona virus ma bisogna intendersi su due passaggi il virus ha solo fatto emergere la polvere che stava sotto il tappeto e che non si voleva vedere e per secondo bisogna intendersi sulla funzione del patrimonio di ogni Cassa di previdenza che ha rinunciato allo ausilio di Stato il patrimonio è una riserva a protezione delle pensioni future, un salvadanaio di contributi a garanzia della tenuta del patto generazionale. Se attingi al patrimonio rischi di far venir meno la garanzia per le pensioni future e il patto generazionale. La previdenza è una scienza esatta ed è sempre in agguato, ad ogni mossa avventata l’effetto domino!