Non sarà più come prima… anche nelle casse di previdenza dei professionisti

In 44 anni che ho trascorso nel mondo della finanza non ho mai visto nulla di simile . Lo si legge all’esordio della lettera inviata agli azionisti da Larry Fink, presidente e amministratore delegato di BlackRock — prima società al mondo nel risparmio gestito, fondata a New York 32 anni fa, con fondi amministrati per oltre 7 mila miliardi di dollari.

Il documento contiene una riflessione sul futuro e sulle conseguenze di lungo termine della pandemia in atto, in seguito alla quale le persone in tutto il mondo stanno ripensando il modo in cui lavorano, fanno acquisti, viaggiano e risparmiano . Per questo al termine di questa crisi il mondo sarà diverso cambierà la psicologia degli investitori, il modo di fare business e di consumare, faremo conto molto di più sulle nostre famiglie e sugli altri per assicurare la nostra sicurezza . Per fermare il coronavirus dovremo cambiare radicalmente quasi tutto quello che facciamo come lavoriamo, facciamo esercizio fisico, socializziamo, facciamo shopping, gestiamo la nostra salute, educhiamo i nostri figli, ci prendiamo cura dei nostri familiari”. Così comincia un’analisi di Gordon Lichfield, direttore di MIT Technology Review il magazine della prestigiosa università americana dedicato ai cambiamenti nella vita personale e nel mondo del business che la pandemia finirà per cristallizzare anche dopo che sarà attenuata. La maggior parte di noi probabilmente non ha ancora capito, e lo farà presto, che le cose non torneranno alla normalità dopo qualche settimana, o addirittura dopo qualche mese. Alcune cose non torneranno mai più . Nello stesso senso anche l’industria finanziaria italiana che con Itinerari previdenziali scrive L’emergenza che il Paese sta attraversando ha evidenziato molte criticità sotto l’aspetto sia sanitario sia economico. Anche per questo i mercati finanziari hanno registrato forti ribassi azzerando in molti casi i guadagni conseguiti da inizio anno nonostante la discesa in campo delle Banche Centrali e delle relative misure adottate. In un momento in cui nemmeno i safe asset sono stati risparmiati da performance negative ci si interroga su quale possano essere le migliori strategie per evitare perdite consistenti ma, soprattutto, quali potrebbero essere gli investimenti adatti per ottimizzare la ripartenza . Io credo che le Casse di previdenza dei professionisti, dopo aver fatto una valutazione mark to market dei loro asset, debbano confluire in un’unica Cassa di previdenza e assistenza per tutti i professionisti italiani così da abbattere spese di rappresentanza e molti costi, oggi inutili e ingiustificabili. Alla guida di tale Cassa sarà sufficiente un organismo composto, con elezione diretta dalla base, da un rappresentante di ogni Cassa caratterizzato da profonda competenza in previdenza e finanza. Poiché la previdenza obbligatoria di primo pilastro dei professionisti italiani non può dipendere dai mercati, occorrerà trovare con lo Stato delle forme di collaborazione che garantiscano da un lato allo Stato la provvista e dall’altro alla Cassa unica un rendimento in linea con le proprie proiezioni attuariali di sostenibilità cinquantennale. È un’occasione da non perdere. Vedremo se prevarranno gli egoismi dei vari management o il benessere degli iscritti. Tertium non datur perché sarebbe il default.