Il cigno nero reale

Il 29 ottobre 2019 Cassa Forense è stata audita dalla Bicamerale di Controllo. Del resoconto stenografico, che è visibile sul sito del Parlamento, io mi limito a soffermarmi sui passaggi che ritengo più qualificanti.

Il Presidente di Cassa Forense, nella sua introduzione, ha fatto presente che Cassa Forense è un sistema a ripartizione come lo sono tutti e, nel momento in cui mancheranno o diminuiranno i giovani, dobbiamo essere in grado di pagare le pensioni future. Si tratta quindi di un impegno che dobbiamo rispettare”. Di particolare interesse l’intervento della dott.ssa Cinzia Carissimi, dirigente del Servizio contabilità e finanza, che val la pena di riprodurre per intero perché spiega, con parole comprensibili, l’importanza e la funzione dell’ALM introdotto in Cassa Forense sotto la mia presidenza e affidato proprio alla dirigente. Com’è stato giustamente sottolineato, il denaro della Cassa è denaro previdenziale. In tal senso è stata dunque attivata tutta una serie di presidi che sostanzialmente mettono in azione una serie di organi per gestire il complesso patrimonio dell’ente. Gli organi coinvolti nel processo, aventi tutti una funzione autonoma di giudizio, sono il comitato dei delegati la commissione bilancio e patrimonio, nominata dal comitato dei delegati e, infine, il consiglio di amministrazione, all’interno del quale è presente una commissione denominata comitato investimenti. Vi sono poi gli uffici, che sono separati uno è l’ufficio investimenti, che propone i singoli investimenti l’altro è l’ufficio contabilità e patrimonio, che sostanzialmente avvia le attività di middle and back office, nonché di controllo finanziario. Più precisamente, in merito alle funzioni, il comitato investimenti si occupa dell’analisi e della valutazione delle proposte del dirigente dell’ufficio investimenti e le propone al consiglio di amministrazione, il quale ha facoltà di approvarle oppure di rigettarle. In ogni caso, il consiglio di amministrazione ha il precipuo scopo di formulare i criteri di gestione generale dell’asset allocation elaborati sempre sulla base del modello di asset and liability management. Questa formulazione viene sostanzialmente analizzata poi dalla commissione bilancio e patrimonio, che fa un’analisi autonoma e propone le sue conclusioni al comitato dei delegati. LUCIANO. Signor Presidente, vorrei invitare la dottoressa a spiegare che cosa sia il modello di asset and liability management lo diamo tutti per acclarato, ma forse è opportuno fare una precisazione. CARISSIMI. Lo avrei spiegato in seguito, ma forse è il caso di approfondirlo adesso. Il modello di asset and liability management è sostanzialmente un sistema di controllo che combina l’attivo patrimoniale con il passivo previdenziale sulla base dei flussi attuariali. A partire da questo si determina un modello di sostenibilità, che condiziona il processo di formazione dell’asset allocation, la quale a sua volta individua sostanzialmente la distribuzione degli investimenti attuati nel corso dell’anno. Infatti, proprio all’interno del documento autorizzativo del processo d’investimento si capisce bene la complessità di quest’ultimo, che viene seguito e approvato sia dal consiglio di amministrazione, sia dal comitato dei delegati. All’interno di questo documento autorizzativo vengono definiti innanzitutto i criteri generali a cui si ispira la Cassa per la gestione del suo patrimonio, come la conservazione del valore reale del patrimonio, la redditività coerente con il bilancio attuariale e la copertura dei flussi finanziari correnti e prospettici in funzione del modello ALM. Cosa significa? La Cassa fondamentalmente non persegue soltanto il massimo rendimento del portafoglio, ma lo bilancia con la copertura dei rischi per preservare il patrimonio iniziale, quindi per minimizzare eventuali perdite conseguenti al mercato finanziario. La seconda sezione del documento individua precisamente alcuni rischi mercato , tasso , credito , cambio e liquidita` – rischi che vengono tenuti sotto controllo per l’intero anno, fino a misurarli a consuntivo. La terza parte del documento è il cosiddetto ALM, overo asset and liability management, il quale determina, attraverso un indicatore il funding ratio , il rapporto tra il patrimonio proiettato, come se la cassa dovesse chiudere l’indomani, in funzione degli iscritti attivi, attualizzandolo rispetto al valore attuale delle prestazioni pensionistiche maturate per determinare la sostenibilità dell’ente. Sulla base di queste tre sezioni viene elaborata la distribuzione degli investimenti, ovvero l’Asset allocation strategica e tattica. Attenzione in questo complicato processo, la Cassa viene a coinvolgere anche l’advisor ex post che nello specifico – penso di poterne fare il nome tranquillamente – e` Prometeia . E’ l’advisor infatti che, sulla base di richieste di dati annuali, elabora l’aggiornamento di questo modello attuariale, che combina le passività con le attività infatti, una volta che ha elaborato il modello e calcolato il funding ratio, sulla base della sostenibilità formula la proposta di asset allocation, che poi viene presentata in consiglio di amministrazione. Qui si attiva un altro processo interno, tale per cui il consiglio di amministrazione acquisisce la distribuzione degli investimenti, cosı` come viene proposta dall’advisor, in base alla sostenibilità ne verifica l’efficienza e in seguito la sottopone alla commissione del comitato dei delegati, che esprime in una prima istanza le sue formulazioni. Il consiglio di amministrazione, sulla base della formulazione della commissione del comitato dei delegati, può recepire o meno le osservazioni e approvare definitivamente l’asset allocation a livello di consiglio di amministrazione. Ma l’asset allocation ricomincia tutto il proprio processo di formulazione all’interno del comitato dei delegati, tornando nuovamente in commissione bilancio e patrimonio e ufficialmente in comitato dei delegati per la sua approvazione definitiva. Una volta definita la distribuzione della classificazione degli investimenti, intervengono i due uffici l’ufficio investimenti propone e seleziona il comitato investimenti analizza le singole proposte e avvia la discussione. L’investimento può essere approvato o respinto da parte del Comitato investimenti quelli approvati arrivano in consiglio di amministrazione attenzione, pero`, perché, anche se il comitato investimenti è una commissione del consiglio di amministrazione, quest’ultimo rimane autonomo nell’accettare o meno i singoli investimenti. Se il consiglio approva, si attiva tutta l’attività del middle and back office e del controllo che passa a un altro ufficio, che è quello che io presidio. Nella sostanza, tutto questo discorso ci serve per dire che l’asset allocation al 31 dicembre 2018 – esposta principalmente nel Paese Italia, come anticipava il presidente – è costituita in maniera semplificata al 44,5 per cento da obbligazioni delle quali mi permetto di ricordare che circa 2,5 miliardi sono espressione di titoli di Stato italiani . Vi poi sono le azioni, al 23,5 per cento alcune delle principali le ha già citate in precedenza il mio presidente . Infine, il 13,8 per cento riguarda una componente immobiliare la maggior parte della quale è costituita dal nostro fondo immobiliare Cicerone. Vi sono poi una liquidità al 7,2 per cento mi permetto di ricordare che Cassa forense non investe, se non trova appunto questo bilanciamento tra rischio e rendimento in funzione del modello di asset and liability management una componente del 5,5 in absolute return un 4,2 di beni reali investimenti in commodities, infrastrutture – che citava prima il Presidente – il private debt o partecipazioni come CDP Reti e infine un private equity all’1,3. Sulla parte investimenti, signor Presidente, avrei terminato se lo ritiene, posso andare avanti sui costi, altrimenti mi fermo qui. Interessante l’intervento del DG, dott. Michele Proietti PROIETTI. Signor Presidente, farò una brevissima premessa per precisare che comunque la nostra mission principale è sempre la previdenza. Abbiamo un sistema previdenziale sostenibile e garantito da bilanci tecnici a cinquant’anni, con un elevato grado di flessibilità, sia in entrata, con riduzioni di pagamento per i giovani nei primi otto anni d’iscrizione, sia in uscita, con un’età pensionabile che ormai dal 2021 sarà a regime a settant’anni, con la possibilità però di uscita anticipata fino a sessantacinque. La vera novità degli ultimi quattro o cinque anni della Cassa forense è l’idea del nuovo welfare. Sul nuovo regolamento del welfare approvato nel 2015 e in vigore dal 1º gennaio 2016 chiedo alla Presidenza l’autorizzazione a lasciare agli atti della Commissione un documento riassuntivo e una tabella esplicativa degli stanziamenti per le varie voci. PRESIDENTE. La Presidenza la autorizza in tal senso. PROIETTI. La filosofia del nuovo regolamento è di abbracciare i bisogni dell’avvocatura in tutto l’arco della vita dell’avvocato. Ci sono cinque macro aree d’intervento riguardanti sia le classiche situazioni di bisogno, sia le prestazioni a sostegno della famiglia, della salute e della professione e, alla fine, le spese funerarie. Il paradigma potrebbe essere un’assistenza per l’avvocato dalla culla alla bara, da quando inizia il momento d’iscrizione all’albo degli avvocati, fino alla fine della vita, con un intervento per le spese funerarie a vantaggio degli eredi. Tutto questo percorso è finanziato annualmente – e questa è una cosa cui abbiamo prestato particolare attenzione – con fondi che hanno tetti e limiti verso l’alto, rappresentati dai famosi 63 milioni di cui abbiamo parlato e che in realtà rappresentano le entrate della Cassa forense per una parte del contributo integrativo. Come sapete, gli avvocati riversano sul cliente, quindi espongono in fattura, un 4 per cento, ossia un contributo integrativo che va alla Cassa forense, lo 0,5 per cento del quale è destinato all’assistenza . Un ottavo delle entrate contributive legate al contributo integrativo dell’anno precedente è quindi destinato all’assistenza. Questo è il tetto che ci siamo dati, perché anche l’assistenza dev’essere sostenibile i bisogni assistenziali aumentano nel corso del tempo, pertanto dobbiamo avere limiti collegati alla nostra realtà economica. E` quindi molto importante, a mio avviso, sottolineare che vi è un finanziamento costante e legato a una parte di solidarietà che viene dal contributo integrativo del 4 per cento. Per quanto riguarda i vari istituti che trovate elencati e descritti nella relazione scritta, parliamo non di venti – e qui mi permetto di correggere il nostro Presidente – ma di più di trenta istituti, una parte dei quali è a regime e una parte viene rinnovata ogni anno attraverso bandi specifici. Ovviamente, oltre ai casi ordinari di bisogno individuale, dobbiamo segnalare come spesa maggiore la polizza sanitaria per i grandi interventi chirurgici e i gravi eventi morbosi. La Cassa investe circa 20 milioni di euro ogni anno per tale copertura assicurativa, sgravando in parte il sistema sanitario nazionale. Ogni nostro iscritto, infatti, ha una copertura sanitaria garantita da Cassa forense e si rivolge meno, per queste gravi patologie, al sistema pubblico nazionale, quindi incide meno sulla spesa sanitaria dello Stato. Abbiamo poi, a sostegno della salute, convenzioni con case di cura, polizze per lungodegenza, la long term care LTC per i casi di anziani non autosufficienti e i contributi per l’assistenza domiciliare. A sostegno della famiglia abbiamo borse di studio per studenti, per orfani, per figli iscritti al primo anno di scuola superiore abbiamo anche ulteriori contributi – oltre all’indennità di maternità – per la genitorialità, cioè abbiamo stanziamenti specifici per famiglie numerose e per famiglie monogenitoriali che non hanno avuto la possibilità di accedere al contributo di maternità. La maggiore innovazione rispetto a questo schema di welfare sono le cosiddette prestazioni a sostegno della professione abbiamo innanzitutto ampliato l’assistenza indennitaria, cioè eroghiamo contributi specifici per l’avvocato che, a causa di malattia o infortunio, sia per almeno due mesi temporaneamente inabile a proseguire nella sua attività professionale. PRESIDENTE. Si tratta di contributi soggetti – ahimè – a tassazione. PROIETTI. Sı`, ovviamente per la tassazione seguiamo le regole ordinarie, quindi quasi tutta l’assistenza è soggetta a tassazione. Vi sono alcune eccezioni, per esempio per i contributi ai terremotati e ultimamente c’è stata una detassazione per patologie particolari. Abbiamo l’assistenza per catastrofi o calamità naturali e abbiamo agevolazioni anche per l’accesso al credito. Queste ultime si esplicano in due modi in primo luogo, vi è un contributo in caso di mutui per l’acquisto di prima casa o primo studio in tal caso il contributo è limitato alle spese notarili e di istruttoria della pratica in secondo luogo, abbiamo dei prestiti d’onore per i giovani iscritti sotto i trentacinque anni fino a 15.000 euro. Anche in questo caso abbiamo fatto una convenzione con un istituto bancario. Vorrei aggiungere che tutte le nostre convenzioni, compresa la scelta dell’advisor, sono naturalmente frutto di gare pubbliche. Una banca ha accettato questa partnership per l’erogazione di prestiti d’onore fino a 15.000 euro per i giovani iscritti sotto i trentacinque anni, in cui Cassa forense si fa carico sia degli interessi che della garanzia nel caso in cui il giovane iscritto abbia un reddito inferiore ai 10.000 euro annui, cioè non sia bancabile. In questo caso, Cassa forense garantisce anche per conto dell’iscritto. Ovviamente ci sono dei limiti di spesa complessiva che comunque vengono annualmente confermati e rispettati. Abbiamo poi una serie di agevolazioni per la cessione del quinto delle pensioni e contributi a supporto di asili nido e per l’acquisto di strumenti informatici. Quest’ultimo bando ha avuto molto successo rimborsiamo fino a 1.500 euro e fino alla metà delle spese sostenute dall’avvocato per l’acquisto di strumenti informatici che sono ovviamente utili e necessari per la professione. Abbiamo poi, ovviamente, finanziato moltissimo la formazione. Aggiungo che abbiamo realizzato ultimamente anche un sistema di formazione a distanza. Il nostro sito Internet contiene un link che indirizza al nostro portale di formazione, in cui diamo la possibilità a tutti i nostri iscritti di assistere a videofilmati in materia di previdenza e acquisire crediti formativi, una innovazione che è stata molto gradita dagli iscritti. Pensate che nei primi quindici giorni di attivazione abbiamo già 7.000 accessi a questo portale, con 7.000 avvocati che hanno già visionato almeno uno dei vari video messi a disposizione. Abbiamo anche favorito, con borse di studio specifiche, sia le competenze professionali, sia l’accesso al titolo di cassazionista. A coloro che superano l’esame da cassazionista, eroghiamo una borsa di studio ad hoc. Sapete che adesso, dopo la nuova legge professionale, per arrivare al titolo di cassazionista occorre superare un esame. Chi supera tale esame ha anche un contributo da parte di Cassa forense. In questo quadro generale, alla fine di ogni anno e di ogni esercizio finanziario, spendiamo circa 63 milioni di euro e abbiamo già soddisfatto, con riferimento al 2018, circa 13.500 istanze. Il sistema, quindi, ha preso piede e, devo dire la verità, dopo un primo momento di scetticismo da parte dei nostri iscritti, che parlavano di mancette o di interventi poco incisivi, adesso c’è una grande attesa e un notevole gradimento rispetto ai vari istituti di assistenza che, come avete visto, coprono abbastanza bene tutto il panorama. Sono una trentina di istituti, lo ripeto, alcuni annualmente rinnovati con dei bandi ad hoc e altri che operano a regime. Lo sforzo economico che Cassa forense fa in questo campo è piuttosto elevato. Il regolamento di assistenza del nostro ente è uno dei più strutturati. In questo senso ringraziamo anche i ministeri vigilanti, che hanno avuto la sensibilità di approvare il nostro regolamento a suo tempo, con piccolissime modifiche. Ovviamente non è possibile fare tutto autonomamente, ad esempio non sono possibili maggiori coperture di previdenza sanitaria integrativa o addirittura l’istituzione di una cassa mutua integrativa che richiedono uno sforzo comune con altre casse. Stiamo avviando tali studi in sede ADEPP e vedremo cosa sarà possibile fare. Comunque pensiamo che il nostro livello di assistenza sia molto buono rispetto al panorama dei bisogni che i nostri iscritti ci segnalano. Qual è il problema che viene fuori dall’intervento del dott. Michele Proietti? Il fatto che i grandi studi legali, che rappresentano circa l’8%, producono più del 50% del PIL dell’intera avvocatura Continua il DG di Cassa Forense affermando che Dobbiamo, inoltre, con tale aliquota 4 per cento del contributo integrativo , sostenere tutte le pensioni minime diamo integrazioni al minimo della pensione che arrivano a circa 12.000 euro annui pensione di oggi , per cui un pensionato minimo della Cassa forense prende circa 12.000 euro l’anno si tratta di poco meno di 1.000 euro al mese, ripartite su tredici mensilità, ed è circa il doppio della pensione sociale erogata dall’INPS. Per garantire questo livello, occorre innanzitutto che si paghino i famosi e bistrattati contributi minimi soggettivi da parte degli avvocati che, soprattutto nei primi anni di attività, fanno fatica. Su questo siamo sensibili, però abbiamo dato una fascia di tolleranza in cui il contributo è ridotto alla metà o addirittura a un quarto nei primi otto anni di attività, nei quali c’è un’attenzione a questo percorso dal nono anno in poi, il contributo minimo soggettivo – circa 2.800 euro l’anno, per capirci – è comunque dovuto, anche nel caso in cui i redditi restino sotto i 10.000 euro e comunque servono a finanziare, non in tutto, ma per circa l’80 per cento, la pensione minima, che riteniamo adeguata per la vecchiaia dell’avvocato . Ripeto che si tratta di circa 12.000 euro l’anno. Questo sinallagma non si può rompere se si elimina il contributo minimo, bisogna eliminare la pensione minima, quindi occorre fare una scelta del tipo l’uovo oggi o la gallina domani. Chi si lamenta oggi, domani è contento di ricevere comunque una pensione che viene integrata al minimo. Per concludere l’intervento finale del Presidente di Cassa Forense Signor Presidente, se mi è consentito, vorrei aggiungere, in relazione a questo, che, come diceva giustamente il senatore Lannuti, noi abbiamo il 44,5 per cento del capitale investito in obbligazioni. Oggi quei titoli di Stato praticamente non rendono nulla. Da una parte, quindi, dobbiamo tenere quei titoli, ma dall’altra dobbiamo trovare strumenti che ci consentano di bilanciare. Abbassare il rischio ci farebbe effettivamente molto piacere ma noi abbiamo l’obiettivo del 3 per cento su base annua, dunque dobbiamo trovare delle classi che compensino il dato relativo alle obbligazioni. Da una parte, quindi, dobbiamo anche rischiare un po’, altrimenti dovremmo vendere i titoli di Stato e lei sa meglio di me che cosa significhi vendere i titoli di Stato, con lo spread che poi schizza. In questo momento abbiamo un rendimento finanziario molto interessante, speriamo che il mercato regga e che lo spread non faccia brutti scherzi perché ci consentirebbe di portare a casa un’importante performance. Non lo dico perché è un numero quasi a doppia cifra, però è chiaro che dobbiamo vedere cosa succede sui mercati, visto che dipendiamo dai mercati. Il cigno nero Reale che ci è venuto addosso in questa tornata di tempo, ma i cigni neri sono frequenti, dimostra che le pensioni di primo pilastro non possono dipendere dai mercati e quindi, a mio giudizio, va cambiato l’approccio proprio per la natura previdenziale delle risorse come la dott. Carissimi non ha mancato di sottolineare. La provvista previdenziale, fatta di contributi obbligatori, non è denaro qualunque ma ha una mission che è quella di garantire previdenza e assistenza e non può essere affidata ai mercati proprio per l’elevato rischio di perdere, non solo gli interessi, ma anche il capitale che questo comporta. La previdenza di primo pilastro, obbligatoria per legge, non è la previdenza integrativa di secondo pilastro affidata ai mercati e dove l’interessato si sceglie la linea di investimento più adatta alle sue esigenze. Come ha esordito il Presidente, Cassa Forense deve essere in grado di pagare le pensioni future ma questa garanzia non può dipendere dai mercati. È la nostra bussola per orientarsi sul percorso che conduce il risparmio previdenziale verso un impiego virtuoso e mai rischioso proprio per la sua origine obbligatoria.