E se gli avvocati del nord si facessero la loro Cassa di Previdenza?

Il bilancio sociale 2017 di Cassa Forense, che al pari degli altri documenti pochissimi leggono per informarsi, fotografa una situazione quanto mai allarmante.

Al 31 dicembre 2017 gli avvocati iscritti a Cassa Forense erano pari a 242.227, dei quali 126.492 uomini e 115.735 donne. Al Nord, comprensivo di Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, gli avvocati iscritti sono pari a 79.858. Come risulta alla pag. 74 del bilancio sociale 2017 di Cassa Forense il Nord risulta il grande contribuente alla solidarietà per contributo soggettivo versato a tale titolo. Poiché la stragrande maggioranza degli avvocati sta al Centro Sud 242.227 - 79.858 = 162.642 in base alle regole attuali il management di Cassa Forense è in larga maggioranza di provenienza del Centro Sud e il Nord non ha nemmeno la Golden share. Il Centro Sud sin qui si è dimostrato silente e disinteressato ai problemi di stabilità economico – finanziaria di lungo periodo il che rischia di mettere a repentaglio, nel tempo, l’intero sistema previdenziale forense. Siamo quindi di fronte ad un bivio o il Centro Sud si rende conto della situazione e collabora con il Nord per una riforma strutturale del sistema previdenziale forense o il Nord, sempre che prenda coscienza della realtà, finirà per staccarsi dal sistema generale il che, dal punto di vista previdenziale, sarebbe rischioso perché la previdenza è fatta di grandi numeri e non già di microcosmi ma il venticello che spira al Nord va in quella direzione e quindi sarebbe opportuno governare per tempo il cambiamento.