Cassa Forense ha pubblicato il bilancio tecnico della gestione alla data del 31.12.2017 con l’allegato tecnico che contiene i dati di lettura degli archivi informatici al 31.12.2017, le basi tecniche, i prospetti di sviluppo dei risultati cui si perviene.
Non ha invece pubblicato l’appendice nella quale si espongono le ipotesi e i risultati ottenuti nella versione del bilancio tecnico cd. “standard” con ipotesi strettamente corrispondenti a quelle suggerire dagli Organi vigilanti. Mi auguro che Cassa Forense provveda a depositare anche l’appendice. Il bilancio tecnico è uno dei maggiori indicatori della stabilità dell’Ente previdenziale e il suo scopo è quello di valutarne l’equilibrio attuariale, stabilito in base al sistema tecnico – finanziario di gestione su cui è ordinato l’Ente. Con nota numero 8272 del 22.05.2012 il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale ha fornito, alla luce delle disposizioni di cui all’articolo 24, comma 24, del d.l. 201/2011, convertito nella legge 214/2011, alcune indicazioni / precisazioni sui principi da adottare per la predisposizione dei bilanci tecnici degli enti di previdenza privati. Con nota numero 8515 del 17.07.2017 il Ministero ha reso noto il valore dei parametri da utilizzare per l’orizzonte temporale richiesto, rinviando, per i valori relativi al periodo di previsione fino al 2020, al quadro macroeconomico sottostante il documento di economia e finanza 2017. Il bilancio tecnico contiene una proiezione redatta ai sensi dell’articolo 3 del d.l. 29.11.2007 cd. proiezione standard e, tenendo conto degli elementi di specificità della Cassa, un’ulteriore proiezione cd. proiezione specifica . Noi possiamo occuparci della proiezione specifica perché la proiezione standard, contenuta nell’appendice, non è stata resa pubblica. Il confronto fra il bilancio tecnico al 31.12.2014 e il successivo al 31.12.2017 evidenzia una situazione peggiorata come si vede dal confronto delle due tavole del saldo previdenziale. Nel bilancio tecnico al 31.12.2017 il saldo previdenziale risulta negativo per un intero ventennio e cioè dal 2042 al 2062. Nel bilancio tecnico al 31.12.2014 la situazione era notevolmente diversa in quanto il saldo previdenziale risultava negativo per soli 7 anni, come si vede dalla tabella allegata. Il saldo previdenziale è la differenza fra le entrate derivate dai contributi previdenziali e la spesa pensionistica per le prestazioni previdenziali. Assume allora grande importanza il rendimento annuo del patrimonio accumulato. Nel bilancio tecnico il rendimento annuo del patrimonio nominale annuo, valutato al netto delle spese necessarie per produrlo, ma al lordo delle spese di gestione, è stato ipotizzato pari a un punto oltre l’inflazione prevista. Tale scelta si pone entro i limiti massimi imposti dagli Organi vigilanti. Abbiamo quindi il seguente prospetto Anno 2018 Tasso inflazione 0,60% Rendimento 1,60% In realtà dal consuntivo 2018 risulta che la performance del patrimonio è stata negativa del - 2,62%. Anni 2019 – 2020 Tasso inflazione 1,80% Rendimento atteso 2,80% Anno 2021 Tasso inflazione 1,50% Rendimento atteso 2,50% Dal 2022 al 2070 Tasso inflazione 2% Rendimento atteso 3% È stato quindi ipotizzato e proiettato il rendimento massimo consentito dagli Organi vigilanti. Nel patrimonio però vi è la voce “crediti verso concessionarie e iscritti” molto consistente, pari a oltre 1,6 miliardi di euro. Quanti di questi crediti sono crediti deteriorati? Io credo che, a tutto concedere, andrebbe fatto uno stress test sul rendimento del patrimonio più contenuto ed eliminando dal patrimonio i crediti deteriorati. La situazione economico – finanziaria in termini di sostenibilità, a mio giudizio, richiede un intervento urgente, che può essere solo quello dell’aumento della contribuzione soggettiva. Mi rendo perfettamente conto che il timing non è quello ideale mai i numeri, sono quelli che sono. Perché, a differenza di quanto avvenuto con il bilancio tecnico al 31.12.2014, non è stata pubblicata l’appendice? Può essere una dimenticanza oppure perché nell’appendice sono state recepite completamente le ipotesi suggerite dagli Organi Vigilanti cosicché dal confronto, com’è avvenuto nel 2014, si potrebbe osservare un maggior numero di anni in cui il saldo previdenziale risulta negativo e una minore patrimonializzazione.