In questi giorni Cassa Forense ha lanciato un video dal titolo “Affidare i risparmi a Cassa Forense”.
Questa la trascrizione dell’intervento «Uno dei temi principali che ha contraddistinto la storia delle Casse previdenziali, in particolare della nostra Cassa privata – la Cassa Forense – che ricordo essere una Fondazione privata degli Avvocati italiani – è il tema dell’assorbimento nell’INPS. In due parole cerchiamo di capire perché l’assorbimento dell’INPS sarebbe, forse lo definire una vera e propria follia. L’INPS è un Ente totalmente pubblico l’INPS si occupa del 95% e supporta il 95% della Previdenza e dell’Assistenza nazionale. La Cassa Forense fa parte, insieme alle altre Casse private, di quel piccolo 5% che viene gestito da 19 Casse private, unite tutte insieme in un’Associazione che si chiama ADEPP. Quindi abbiamo valori e diversità numeriche molto sensibili. Per quanto riguarda quella che può essere la sostenibilità e l’affidamento di un Ente previdenziale come l’INPS, abbiamo come sostenibilità nel tempo una sostenibilità di questo tipo no, non c’è sostenibilità nel tempo. L’Ente è finanziato per il 70% dei contributi previdenziali e per il 30%, ogni anno, dalle tasse nostre. Quindi noi non paghiamo solo Cassa Forense ma andiamo a pagare anche l’INPS, che già paghiamo in qualche modo con le nostre imposte e le nostre tasse. Che sostenibilità hanno le Casse private, in particolar modo Cassa Forense? Secondo l’ultima normativa, la sostenibilità in questo caso è di 50 anni quindi sì c’è sostenibilità e non solo sostenibilità che prima era richiesta per alcuni anni e poi per decenni e adesso l’ultima normativa l’ha ampliata a 50 anni. E’ una sostenibilità quasi incredibile che il Legislatore ci obbliga ad avere e quindi dobbiamo patrimonializzare così tanto da poter garantire questo tipo di «longevità» previdenziale e assistenziale. Ma andiamo oltre, vediamo un attimo quant’è il patrimonio dell’INPS, Ente pubblico. L’abbiamo già capito da prima, il suo patrimonio è questo uno zero tondo. Viene finanziato ogni anno. Quindi non investe, non ha una capacità di gestione ma viene semplicemente finanziato. Vediamo invece quanto è il patrimonio delle Casse. Nel loro insieme il patrimonio delle Casse è di diverse centinaia di miliardi. Per quanto riguarda Cassa Forense si avvicina ormai a 12 miliardi di Euro e quindi gli Avvocati hanno un loro patrimonio che serve per il loro futuro e garantito e validato, controllato e monitorato in modo tale che se oggi finisse tutto per 50 anni le prestazioni vengono erogate. Le Casse private fanno sinergia e tramite l’ADEPP in qualche modo fanno fronte comune. Uno dei fronti più importanti della nuova evoluzione di questo fronte è una Mutua comune tra tutti i Professionisti. In questo caso non avremo più assicurazioni da pagare ma avremo noi un nostro sistema mutualistico. Questo è molto importante perché significherebbe abbattere i costi di gestione delle prestazioni e avere una profittabilità ancora maggiore e garantire ancora questi valori. In seconda istanza, quello che noi Avvocati dobbiamo arrivare ad avere è l’alzamento del reddito. Il reddito singolo è troppo basso, e quindi dobbiamo aumentare la qualità, l’organizzazione e la specializzazione e la settorializzazione degli Avvocati. 98mila Euro è il tetto contributivo massimo. Con questo valore, come valore di riferimento, Cassa ha la possibilità di funzionare nel miglior modo. Quindi l’obiettivo è quello che ogni Avvocato alzi la sua media reddituale e arrivi a questa cifra. Quindi solo con un aumento di quella che può essere la capacità produttiva del singolo Avvocato, possiamo aiutare ancor di più il sistema a sostenersi per i famosi 50 anni e ancora oltre» https //youtu.be/ndob4KjyLBA . Vediamo di fare un fact checking di quanto detto. Il patrimonio delle Casse è di diverse centinaia di miliardi? No, il patrimonio delle Casse è di circa 85 miliardi. L’INPS ha un patrimonio? Il Collega dice di no ma basta leggere quantomeno il rendiconto sociale dell’INPS del 2017 per avvedersi conto del contrario. L’INPS ha un cospicuo patrimonio immobiliare. L’assetto finanziario dell’INPS presenta un quadro complessivo di sostanziale equilibrio pur evidenziano che relativamente alla spesa totale per prestazioni previdenziali e di protezione sociale, la copertura dei contributi delle parti sociali e, quindi, mutualizzati è di 224.426 milioni di euro, pari al 66,1% della spesa. La differenza è coperta dai trasferimenti dalla fiscalità generale. Si afferma poi che sarebbe necessario implementare il reddito degli avvocati per portarlo al tetto dei 98 mila euro all’anno pensionabili per far funzionare la Cassa nel miglior modo. È pacifico che da reddito zero al tetto pensionabile di 98 mila euro, con il vigente criterio di calcolo retributivo della pensione, si riceve più di quanto si è versato. Mediamente il rapporto è di 1 a 4 cioè si versa 1 e si riceve 4. L’equilibrio, e quindi la sostenibilità di lungo termine di Cassa Forense, sarebbe garantita se moltissimi dichiarassero redditi superiori al tetto pensionabile e non solo fino al tetto pensionabile perché oltre il tetto l’iscritto versa il 3%, a titolo di solidarietà, e versa pure il contributo integrativo sul volume d’affari che non è un contributo di solidarietà. Da ultimo si dice che se Cassa Forense finisse oggi sarebbe garantito il pagamento delle prestazioni per 50 anni. La matematica non è un’opinione. Cassa Forense ha un patrimonio di 12 miliardi ma spende ogni anno in pensioni 802 milioni di euro. Ne consegue che se cessasse oggi con il patrimonio accumulato potrebbe garantire il pagamento delle pensioni per circa 15 annualità considerando anche la reddittività del patrimonio nei 15 anni. «La Grande Moderazione è un’altra fortunata metafora cosa c’è di meglio che poter dimostrare con la forza dei numeri che il mondo è all’entrata del Paese dei Balocchi, che si è finalmente trovata la pietra filosofale e che presto si produrrà ricchezza magicamente dalla carta? Niente più lavoro, niente più fatica. Solo divertimento! Certo, simili concezioni esigono qualche sforzo occorre perdere la dimensione storica delle cose, vivere in un eterno presente, in modo da potersi illudere che “questa volta è diverso”. Ma Marx aveva torto quando affermava che tutto accade due volte la prima volta come tragedia, la seconda come farsa, perché la seconda volta può essere peggiore della prima!» prof. Roberto Fini in www.terribilepasticcio.info . La COVIP – secondo quanto previsto dal DM Lavoro 5 giugno 2012 – predispone e trasmette ai Ministeri vigilanti un referto annuale su ogni singolo ente referto che fornisce informazioni dettagliate sulla composizione delle attività detenute, sulle modalità di definizione della politica d’investimento e sui relativi criteri di attuazione, sull’articolazione del processo di impiego delle risorse e sul sistema di controllo della gestione finanziaria. Le informazioni sulle attività detenute sono acquisite dalla COVIP mediante schemi di rilevazione a valori sia contabili sia di mercato definiti secondo modalità omogenee, preventivamente sottoposti ai Ministeri vigilanti come richiesto dalla normativa vigente . L’analisi dei patrimoni detenuti dai singoli enti e delle relative modalità di gestione consente di mettere in luce le dinamiche che caratterizzano gli investimenti dell’intero sistema degli enti previdenziali privati di base, anche con riguardo a quelli effettuati nell’economia italiana pag. 189 della Relazione COVIP 2018 . Perché non rendere finalmente pubblici questi dati, trattandosi di previdenza obbligatoria di primo pilastro? Dobbiamo ridere o piangere?