



previdenza forense | 28 Giugno 2012
Il sistema di calcolo contributivo non è un’opzione ideologica
di Paolo Rosa - Avvocato
L’art. 24, comma 24, della legge n. 214/2011, ha imposto alle Casse private di previdenza di dare prova della stabilità economico-finanziaria per 50 anni attraverso il saldo previdenziale attivo, pena il passaggio al contributivo pro rata a far tempo dal 1° gennaio 2012.



Oggi chi si oppone, nella sostanza, è soltanto Cassa Forense, la quale sostiene che il sistema di calcolo contributivo sarebbe soltanto una scelta di tipo ideologico. Nulla di più inesatto!
La previdenza è tutto fuorché una opzione di tipo ideologico. Anche se spesso e volentieri è stata usata per finalità politiche.
La previdenza si basa su di un principio fondamentale che sta nella corrispondenza, attuarialmente equa, tra contribuzione versata e prestazione percepita.
Dove non c’è equità c’è debito previdenziale. Debito che automaticamente si scarica sulle generazioni più giovani.
Ciò che deve essere garantita è appunto l’equità per far sì che i padri non ricevano più di quanto sarà erogato ai figli, ai nipoti e cosi via.
Per raggiungere l’equità attuariale i metodi possono essere i più diversi, il sistema di calcolo contributivo è uno di questi, probabilmente il più semplice e razionale.
Ne consegue che l’opzione al contributivo non è una scelta di tipo ideologico ma solo una modalità per raggiungere l’obiettivo della equità attuariale come sopra definita.
La situazione in Cassa forense è la seguente: la pensione viene liquidata con il sistema di calcolo retributivo che, mediamente, regala a tutti indistintamente il 50 per cento della pensione perché non finanziato dalla contribuzione.
Questa regalia del 50 per cento ha determinato il crescere di un debito previdenziale insostenibile pari a non meno di 25 miliardi a fronte di un patrimonio di soli 5 miliardi di euro.
Ne consegue che il problema non è il metodo usato nel costruire la pensione ma la necessità di bloccare il debito previdenziale nel suo aumento esponenziale.
Spostare l’attenzione dal problema al metodo significa voler dimenticare che il problema esiste ed è reale e va affrontato.






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