Obbligo di “Pass vaccinali” per accedere nei locali: il no del Garante

L’Autorità, richiamando l’attenzione dei decisori pubblici e degli operatori privati italiani sull’obbligo di rispettare la disciplina in materia di protezione dei dati personali, ha chiarito che sarebbe illegittimo l’utilizzo di app e pass destinati a distinguere i cittadini vaccinati dai cittadini non vaccinati.

Il Garante della Privacy ha affrontato il tema riguardante la possibilità di trovare soluzioni , anche digitali, per rispondere all’esigenza di rendere l’informazione sull’essersi o meno vaccinati per poter accedere a determinati locali o usufruire di determinati servizi . L’Autorità ha sottolineato che i dati relativi allo stato vaccinale sono dati delicati e il loro trattamento non corretto potrebbe essere causa di discriminazioni e di violazione delle libertà costituzionali. Per questi motivi il Garante ritiene opportuno che il trattamento dei dati relativi allo stato vaccinale dei cittadini a fini di accesso a determinati locali o di fruizione di determinati servizi, debba essere oggetto di una norma di legge nazionale , conforme ai principi in materia di protezione dei dati personali in particolare, quelli di proporzionalità, limitazione delle finalità e di minimizzazione dei dati , in modo da realizzare un equo bilanciamento tra l’interesse pubblico che si intende perseguire e l’interesse individuale alla riservatezza e che in assenza di tale eventuale base giuridica normativa, l’utilizzo in qualsiasi forma, da parte di soggetti pubblici e di soggetti privati fornitori di servizi destinati al pubblico, di app e pass destinati a distinguere i cittadini vaccinati dai cittadini non vaccinati è da considerarsi illegittimo .