Il Governo licenzia il decreto Ristori ter: stanziati 1,95 miliardi per le attività colpite dalle misure anti-COVID

Con la riunione n. 78 del 20 novembre 2020, il Governo ha approvato il c.d. decreto Ristori ter che introduce misure finanziare urgenti connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19. Durante la medesima seduta è stata anche approvata la Relazione al Parlamento sugli obiettivi di finanza pubblica.

Durante la riunione n. 78 dello scorso 20 novembre 2020, il Consiglio dei Ministri ha approvato il decreto-legge che introduce misure finanziare urgenti connesse all’emergenze epidemiologica da COVID-19, c.d. decreto Ristori ter . Di seguito le principali novità contenute nel decreto - stanziamento di 1,95 miliardi di euro per l’anno 2020 , destinati al ristoro delle attività economiche interessate, direttamente o indirettamente, dalle misure disposte a tutela della salute, al sostegno dei lavoratori in esse impiegata - incremento di 1,45 miliardi di euro per il 2020 della dotazione del fondo previsto dal decreto Ristori bis per compensare le attività economiche che operano nelle Regioni che passano a una fascia di rischio più alta - inclusione delle attività di commercio al dettaglio di calzature tra quelle che, nelle zone rosse, sono destinatarie del contributo a fondo perduto - istituzione di un fondo con una dotazione di 400 milioni di euro per i Comuni , ai fini dell’adozione di misure urgenti di solidarietà alimentare - aumento di 100 milioni di euro per il 2020 della dotazione finanziaria del Fondo per le emergenze nazionali , allo scopo di provvedere all’acquisto e alla distribuzione di farmaci per la cura dei pazienti affetti da COVID-19 . Sempre durante la medesima riunione, il Governo ha anche approvato la Relazione al Parlamento sugli obiettivi di finanza pubblica , redatta ai sensi dell’art. 6 l. n. 243/2012, da presentare alle Camere, ai fini dell’autorizzazione dell’aggiornamento del piano di rientro verso l’obiettivo di medio termine OMT . In particolare, si richiede, per l’anno 2020, l’autorizzazione al ricorso all’ indebitamento di 8 miliardi di euro in termini di indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche e di fabbisogno e di 5 miliardi di euro per il saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato, in termini di competenza e in termini di cassa.