Inammissibile il referendum elettorale perché il quesito è eccessivamente manipolativo

La Corte Costituzionale, riunitasi ieri in camera di consiglio, ha dichiarato inammissibile la richiesta di referendum elettorale Abolizione del metodo proporzionale nell’attribuzione dei seggi in collegi plurinominali nel sistema elettorale della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica , presentata da otto Consigli regionali.

Il quesito referendario. La richiesta referendaria recava come oggetto le leggi elettorali di Senato e Camera con l’obiettivo di eliminare la quota proporzionale con la trasformazione del sistema elettorale interamente in un maggioritario a collegi uninominali. L’autoapplicatività della normativa di risulta, richiesta dalla costante giurisprudenza costituzionale come condizione di ammissibilità dei referendum in materia elettorale, era garantita dal fatto che il quesito investiva anche la delega di cui alla l. n. 51/2019 per la ridefinizione dei collegi in attuazione della riforma costituzionale che riduca il numero dei parlamentari. Inammissibilità. Nel comunicato stampa diffuso dalla medesima Corte, in attesa del deposito della sentenza, si legge che a conclusione della discussione la richiesta è stata dichiarata inammissibile per l’assorbente ragione dell’eccessiva manipolatività del quesito referendario nella parte che riguarda la delega al Governo, ovvero proprio nella parte che, secondo le intenzioni dei promotori, avrebbe consentito l’autoapplicatività della normativa di risulta .