Whistleblowing: i dati che emergono dal rapporto ANAC

Presentato dal Presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione il quarto rapporto sul whistleblowing, da cui emerge che le segnalazioni di presunti atti di corruzione nel 2018 sono state 783.

Invece nei primi sei mesi del 2019 ne sono arrivate già 439, circa 73 al mese. La previsione è quella di giungere a circa 900 segnalazioni per tutto l’anno corrente. È grazie ad un’apposita applicazione informatica protetta, inserita nel sito dell’ANAC, che si possono segnalare reati o irregolarità di cui si venga a conoscenza nell’ambito di un rapporto di lavoro. Mentre, dall’analisi emerge che nel 2018 le maggiori segnalazioni sono arrivate dal Nord del nostro Paese circa il 32% , nei primi mesi del 2019 aumentano invece le segnalazioni provenienti dal Sud. Nella maggior parte dei casi il soggetto segnalante, il whistleblower, è un dipendente pubblico, lavoratore presso la Pubblica Amministrazione. Evidenzia, inoltre, il rapporto che, una volta riscontrata la fondatezza delle segnalazioni da parte dell’Autorità, questa ha inviato nel 2018 20 di esse alla Procura della Repubblica e 19 alla Corte dei Conti. Nel 2019, gli invii alla Procura sono già stati 33 e quelli alla Corte dei Conti 29.