Federalismo municipale: il Consiglio dei Ministri approva il decreto, ma il Colle lo blocca

Via libera dal Consiglio dei ministri al decreto legislativo sul federalismo municipale, ma il Capo dello Stato lo ritiene irricevibile .

Via libera del Consiglio dei ministri al decreto legislativo sul federalismo municipale, ma il Presidente della Repubblica lo blocca non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione , a garanzia della legittimità di un provvedimento di tale portata. Il testo è quello contenente le modifiche discusse in questi mesi dalla Commissione Bicamerale e che ha avuto l'ok dell'Anci, ma non il parere positivo della stessa Bicamerale. Nota del Quirinale. Il Presidente della Repubblica ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio in cui rileva appunto che non sussistono le condizioni per procedere alla richiesta emanazione, non essendosi con tutta evidenza perfezionato il procedimento per l'esercizio della delega previsto dai commi 3 e 4 dall'art. 2 della legge n. 42 del 2009 che sanciscono l'obbligo di rendere comunicazioni alle Camere prima di una possibile approvazione definitiva del decreto in difformità dagli orientamenti parlamentari. Ecco, di seguito, i punti principali della bozza di decreto che potrebbe a questo punto tornare all'esame delle Aule di Camera e Senato. L'Imu. L'imposta comunale, già scomparsa sulla prima casa, sarà eliminata anche sugli altri immobili dal 2014. Al suo posto subentrerà la Imposta Municipale Propria che assorbirà anche l'Irpef che ora si applica sui redditi delle seconde case. La Tarsu. Anche la Tarsu, la tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani, verrà pagata non più solo in proporzione ai metri quadrati dell'abitazione, come già adesso, ma anche in base alla composizione del nucleo familiare e alla rendita catastale. Le compravendite immobiliari. Dal 2014 un'unica imposta riunirà in sé quelle attuali di registro sui trasferimenti immobiliari, quella di bollo e quelle ipotecarie e catastali. L'aliquota sarà del 9% per i beni immobili in genere e del 2% sulle prime case, escluse quelle di lusso, le ville e i castelli. Prevista comunque una soglia minima. La cedolare sugli affitti. Sugli immobili dati in affitto a uso abitativo anziché pagare l'attuale Irpef sull'85% della pigione e l'imposta annuale di registro il 2% dell'incasso si potrà optare per un prelievo fisso del 23%. L'aliquota si abbassa al 20% se il contratto è calmierato . Il bonus sulle locazioni. Previsto un beneficio per gli affittuari con figli a carico. La lotta all'evasione. Pene più dure per chi non dichiara redditi da locazione. Per stimolare i Comuni ad agire verrà concessa loro metà delle somme extra incassate dal Fisco.