Misure cautelari personali in diminuzione nel 2020 secondo la Relazione ministeriale inviata al Parlamento

La Relazione del Ministero della Giustizia, inviata al Parlamento ai sensi della l. n. 47/2015, contiene dati, rilevazioni e statistiche relativi all’applicazione nel 2020 dellemisure cautelari personali ed evidenzia un calo delle stesse a seguito dell’attuale emergenza sanitaria che ha rallentato l’attività degli uffici giudiziari.

In conformità a quanto statuito dallal. n. 47/2015, anche quest’anno è stata inviata alParlamentodal Ministero della Giustizia laRelazione contenente dati, rilevazioni e statistiche relativi all’applicazione, nell’anno precedente, delle misure cautelari personali , distinte per tipologia e con l’indicazione dell’esito dei relativi procedimenti, se conclusi. Come previsto dallal. 103/17, tale comunicazione si è estesa anche a tutti i dati relativi alle sentenze di riconoscimento del diritto al ristoro per ingiusta detenzione e al numero di procedimenti disciplinari iniziati nei riguardi dei magistrati che abbiano disposto le detenzioni ritenute ingiuste. Nella relazione si precisa innanzitutto che è fondamentale distinguere i casi di riparazione per ingiusta detenzione da quelli di riparazione derivante da errore giudiziario . La primagarantisce all’imputato il diritto soggettivo ad ottenere un’equa riparazione per la detenzione subita ingiustamente prima dello svolgimento del processo e, quindi, prima della sentenza. L’art. 314 c.p.p. riconosce infatti il diritto a ottenere un’equa riparazione per la custodia cautelare ingiustamente patita, in adeguamento a quanto previsto dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo che prescrive ogni persona vittima di un arresto o di una detenzione, eseguiti in violazione alle disposizioni di questo articolo, ha diritto a un indennizzo . L’ errore giudiziario si verifica invece quando un soggetto, dopo aver espiato una pena, o parte di essa, per effetto di una sentenza di condanna, viene successivamente riconosciuto innocente in seguito a un nuovo processo di revisione. Dalla Relazione emerge in particolare che - le misure cautelari personali sono in significativa diminuzione. La flessione è sicuramente da ricondurre agli effetti della emergenza sanitaria attuale che ha fortemente rallentato l’attività degli uffici giudiziari, specialmente nei primi mesi dell’anno - in tema di riparazione per ingiusta detenzione sono stati iscritti 1108 procedimenti nel 2020, ne sono stati esauriti 935, di cui il 77% con pronunce di rigetto, mentre il 23 % sono state di accoglimento. La somma complessiva dei pagamenti effettuati è di quasi 40 milioni di euro, di cui quasi 27 milioni per le sole Corti d’appello di Bari, Catanzaro, Palermo,Roma e Reggio Calabria.

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