



misure cautelari | 22 Febbraio 2021
Le SS.UU. statuiscono la natura (sempre) multifattoriale della valutazione delle condizioni di detenzione ai fini dell’art. 35-ter o.p.
di Donato La Muscatella - Avvocato
La Cassazione, nella sua massima composizione, torna ad occuparsi delle condizioni di detenzione, declinando i principi dettati – nell’ambito di condanne ricevute dal nostro Paese – dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. Più in dettaglio, stabilisce quali siano i criteri che devono guidare il Magistrato di Sorveglianza che debba gestire i rimedi alle violazioni convenzionali elaborati qualche anno fa, quale diretta conseguenza – tanto da esser espressamente estesi ai ricorrenti del caso (ai sensi dell’art. 2, d.l. n. 92/2014) – della sentenza Torreggiani (cfr. Corte EDU, 8/1/2013, Torreggiani v. Italia). Lo fa, mediante un’analitica ricostruzione dell’evoluzione storico-legislativa intervenuta sul punto, utile a comprendere al meglio i rapporti tra Corti Supreme, la ratio legis e, conseguentemente, il margine discrezionale attribuito ai giudici nazionali che si trovino ad applicare le disposizioni così promulgate.

(Corte di Cassazione, Sezioni Unite Penali, sentenza n. 6551/21; depositata il 19 febbraio)








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