Attraversamento del piazzale, passante investito: decisivo appurare la disponibilità di strisce pedonali

In discussione il concorso di colpa riconosciuto dai Giudici di merito a carico del pedone. Fondamentale, a questo proposito, valutare l’eventuale presenza sul luogo dell’investimento di strisce pedonali. Illogico il richiamo a un presunto principio secondo cui è vietato a prescindere l’attraversamento del piazzale da parte del pedone.

Va respinta l’idea che esista un divieto assoluto per i pedoni di attraversare non utilizzando le strisce pedonali. Ciò che conta, invece, in caso di investimento subito dal pedone durante un attraversamento non ortodosso, è valutare se le strisce pedonali erano o meno a portata di mano Cassazione, ordinanza n. 278/21, depositata oggi . All’origine della vicenda un brutto incidente una donna viene investita da una vettura, guidata da un uomo, mentre attraversa a piedi un piazzale . Consequenziale la richiesta risarcitoria da lei avanzata nei confronti del conducente e della compagnia assicurativa. In primo grado i Giudici stabiliscono un concorso di colpa della donna nella misura del 30 per cento , con conseguenze, ovviamente, sul quantum del risarcimento. E su questo dettaglio, ossia il concorso di colpa, concorda anche la Corte d’Appello, poiché a prescindere dalla circostanza che vi fossero o meno delle strisce pedonali nelle vicinanze, il pedone non poteva attraversare il piazzale perché vi ostava il fermo divieto dell’articolo 190 del Codice della strada , sanciscono i Giudici. Col ricorso in Cassazione il legale della donna lamenta un’erronea interpretazione dell’articolo 190 del Codice della strada . In particolare, il legale osserva che già in origine si era chiesto ai Giudici di accertare che nelle vicinanze non vi erano strisce pedonali e che dunque l’attraversamento del piazzale era avvenuto senza violare le norme del Codice della strada che impongono di attraversare sulle strisce , mentre invece i Giudici d’Appello hanno ribattuto che dall’articolo 190, secondo comma, del Codice della strada, si ricava che il pedone non può proprio attraversare i piazzali se non ci sono le strisce . Ma, osserva ancora il legale, l’articolo 190 del Codice della strada va inteso nel senso che il divieto di attraversamento vale solo se nelle vicinanze non vi siano strisce pedonali e non già a prescindere dal fatto che ve ne siano . Questa osservazione è ritenuta fondata dai Giudici della Cassazione, poiché la posizione assunta dai Giudici di merito, quella secondo cui il Codice della strada impedisce l’attraversamento delle piazze al di fuori dell’utilizzo di strisce pedonali , è erronea e smentita da una semplice lettura della norma, che non vieta ai pedoni l’attraversamento tout court dei piazzali al di fuori delle strisce pedonali, poiché chiaramente condiziona il divieto al fatto che degli attraversamenti pedonali esistano anche se a distanza superiore a quella indicata nel secondo comma, caso nel quale il pedone deve raggiungere le strisce ed attraversare in quel punto . Per i magistrati del Palazzaccio è evidente, dunque, che il Codice della strada non contiene un divieto assoluto di attraversare i piazzali che siano privi di strisce pedonali, ma un divieto di attraversamento solo qualora vi siano, pur se non vicini, degli attraversamenti pedonali fruibili . Proprio su questa circostanza dovranno ora soffermarsi i Giudici d’Appello in nuovo processo, tenendo conto della linea proposta dal legale della donna e delle indicazioni fornite dalla Cassazione, indicazioni che consentono di affermare che se non vi sono attraversamenti pedonali fruibili , allora l’attraversamento del piazzale da parte del pedone è lecito .

Corte di Cassazione, sez. VI Civile – 3, ordinanza 3 dicembre 2020 – 12 gennaio 2021, n. 278 Presidente Scoditti – Relatore Cricenti Fatti di causa La ricorrente Re. De Ma. è stata investita dalla vettura condotta da Fa. Ru., ed assicurata con Direct Ime Insurance spa, ora Verti Assicurazioni spa, mentre attraversava un piazzale a piedi. Ha citato in giudizio sia il conducente che la compagnia di assicurazione, il primo è rimasto contumace e la seconda si è costituita in giudizio, onde ottenere il risarcimento integrale dei danni riportati nell'incidente. Il Tribunale, anche in accoglimento della difesa di controparte, ha ritenuto un concorso di colpa della ricorrente nella misura del 30%, e conseguentemente del rimanente 70% a carico della parte antagonista, condannando quest'ultima al risarcimento dei danni calcolati in conseguenza. La De Ma. ha proposto appello sia sul concorso che sulla personalizzazione del danno, ottenendo un parziale accoglimento quanto a quest'ultimo aspetto, ed un rigetto invece relativamente al concorso di colpa propria. La corte di appello ha ritenuto che, a prescindere dalla circostanza che vi fossero o meno delle strisce pedonali nelle vicinanze, il pedone non poteva attraversare il piazzale perché vi ostava il fermo divieto dell'articolo 190 codice della strada. La ricorrente censura questa ratio con un motivo. V'è controricorso della Verri Assicurazioni Spa. Ragioni della decisione § .- L'unico motivo di ricorso censura la decisione per erronea interpretazione dell'articolo 190 codice della strada. Il ricorrente aveva proposto impugnazione della sentenza di primo grado al fine di far accertare che nelle vicinanze non v'erano strisce pedonali e che dunque l'attraversamento del piazzale era avvenuto senza violare le norme del codice della strada che impongono di attraversare sulle strisce. La corte di appello ha superato rectius, ritenuto assorbito questo argomento, sostenendo che dall'articolo 190, secondo comma, codice strada, si ricava che il pedone non può proprio attraversare i piazzali se non ci sono le strisce. La ricorrente censura questa ratio sostenendo che l'articolo 190 cod. strada va inteso nel senso che il divieto di attraversamento vale solo se nelle vicinanze non vi siano strisce pedonali e non già a prescindere dal fatto che ve ne siano. Il motivo è fondato. Va premesso che, a dispetto di quanto eccepisce il controricorrente, non si fa questione di doppia conforme, che viene in considerazione solo nel caso di denuncia di omesso esame, mentre qui la denuncia e di violazione di legge. La corte di merito, infatti, non ha esaminato il motivo di impugnazione della danneggiata, che verteva sulla presenza o meno di strisce pedonali nelle vicinanze, ritenendolo assorbito dal fatto che l'articolo 190 codice della strada vieta comunque ed in ogni caso di attraversare i piazzali l'assunto relativo all'assenza di strisce pedonali deve ritenersi assorbito da ciò che il codice della strada impedisce l'attraversamento delle piazze al di fuori dell'utilizzo di strisce pedonali . Il che significa che la ratio della decisione è decisiva, ossia ha portato la corte di mento a ritenere assorbito il motivo di appello, o comunque a rigettarlo a prescindere dalla motivazione che lo sorreggeva. Ma è una ratio infondata in quanto l'articolo 190 , secondo comma, codice della strada, non vieta ai pedoni l'attraversamento tout court dei piazzali al di fuori delle strisce pedonali, poiché chiaramente condiziona il divieto al fatto che degli attraversamenti pedonali esistano anche se a distanza superiore a quella indicata nel secondo comma , caso nel quale il pedone deve raggiungere le strisce ed attraversare in quel punto. Non contiene dunque un divieto assoluto di attraversare i piazzali che siano privi di strisce pedonali, ma un divieto di attraversamento solo qualora vi siano, pur se non vicini, degli attraversamenti pedonali fruibili. Questa circostanza di fatto, ossia che non vi fossero attraversamenti pedonali fruibili, e che dunque l'attraversamento del piazzale era lecito al pedone, era quanto veniva richiesto con il motivo di appello, disatteso invece sulla base del rilievo del divieto assoluto, erroneamente inteso, di attraversamento al di fuori delle strisce. Il ricorso va accolto e la decisione cassata. P.Q.M. la corte accoglie il ricorso, cassala sentenza impugnata e rinvia alla Corte di Appello di Roma in diversa composizione, anche per le spese.