L’ammissione al passivo dei crediti tributari maturati verso il fallito può chiedersi sulla base del solo ruolo

Il concessionario del servizio di riscossione dei tributi può domandare l’ammissione al passivo dei crediti tributari maturati nei confronti del fallito sulla base del ruolo, senza che occorra anche la previa notificazione della cartella esattoriale, e anzi sulla base del solo estratto, in ragione del processo di informatizzazione dell’amministrazione finanziaria che, comportando la smaterializzazione del ruolo, rende indisponibile un documento cartaceo, imponendone la sostituzione con una stampa dei dati riguardanti la partita da riscuotere .

Così si esprime la Suprema Corte con l’ordinanza n. 23809/20, depositata il 28 ottobre. Il Tribunale di Messina respingeva l’ opposizione allo stato passivo del fallimento di una società proposto da un concessionario del servizio di riscossione dei tributi, nella parte relativa ad un maggior credito per tributi e accessori portati da ruoli esecutivi. Avverso tale decisione, il concessionario propone ricorso per cassazione, contestando il rigetto dell’opposizione al passivo e deducendo che la somma portata da una delle cartelle era stata oggetto di sgravio solo parzialmente. La Corte di Cassazione accoglie il primo motivo di ricorso. Con riguardo ad esso, la Corte osserva che il Giudice di prime cure aveva rilevato che l’istante chiedeva l’ammissione per tributi e accessori portati da ruoli esecutivi e che la curatela aveva eccepito il mancato deposito delle relate di notifica delle cartelle oggetto di ricorso. Ora, gli Ermellini condividono tale rilievo ma evidenziano che esso non coglie in realtà la specificità del problema giuridico che ne sta alla base. Infatti, il ricorrente può chiedere l’ammissione al passivo dei crediti tributari maturati verso il fallito in base al ruolo senza la previa notificazione della cartella esattoriale, anzi sulla base dell’estratto, in quanto il processo di informatizzazione dell’amministrazione finanziaria ha imposto la sostituzione del documento cartaceo con una stampa dei dati relativi alla partita da riscuotere. Da ciò consegue l’ irrilevanza della produzione nel giudizio di opposizione delle cartelle esattoriali così come della corrispondenza della conformità delle copie delle relate di notificazione delle cartelle agli originali, consentendo semmai un’ammissione con riserva qualora sussistano contestazioni del curatore in presenza di una domanda di ammissione in base a ruoli esecutivi. Circa il secondo motivo di ricorso, invece, gli Ermellini osservano che il Tribunale ha errato nel ritenere priva di supporto documentale la circostanza dello sgravio parziale , non avendo considerato il momento di esecuzione dello sgravio rispetto alla cartella esattoriale. In tal senso, i Giudici sottolineano che la presenza della cartella, strumento di notifica del ruolo, suppone doversi tener conto della contestazione della curatela circa l’avvenuto sgravio solo ai fini dell’ammissione del credito residuo con riserva [] perché anche la questione relativa allo sgravio, ove anteriore alla notifica della cartella, implica che l’obbligazione tributaria più non esista in forza di un previo atto di autotutela amministrativa, e deve essere portata alla cognizione del giudice tributario con l’impugnazione della cartella . All’esito di tali argomentazioni, la Suprema Corte cassa il decreto impugnato e rinvia gli atti al Tribunale di Messina.

Corte di Cassazione, sez. VI Civile – 1, ordinanza 22 settembre – 28 ottobre 2020, n. 23809 Presidente Scaldaferri – Relatore Terrusi Rilevato che il tribunale di Messina ha respinto l’opposizione di Riscossione Sicilia s.p.a. allo stato passivo del fallimento di omissis s.p.a., nella parte relativa a un maggior credito per tributi e accessori portati da ruoli esecutivi Riscossione Sicilia s.p.a. ricorre adesso per cassazione con due motivi la curatela resiste con controricorso. Considerato che I. - il primo motivo è manifestamente fondato lo è innanzi tutto nella parte in cui denunzia la violazione e falsa applicazione della L. Fall., artt. 93, 99, del D.P.R. n. 602 del 1973, art. 87, con riferimento al rigetto dell’allora formulato primo motivo di opposizione al passivo il tribunale ha premesso che l’istante aveva chiesto l’ammissione per tributi e accessori portati da ruoli esecutivi e che la curatela del fallimento aveva eccepito il mancato deposito delle relate di notifica delle cartelle esattoriali indicate in ricorso condividendo tale rilievo il tribunale, posto che vi era stata la produzione della singola facciata e non di copia completa di alcuni avvisi di ricevimento , ha affermato che il compendio probatorio in atti non consentiva di verificare la effettiva rispondenza delle notifiche agli atti in questione, oggetto di opposizione , e ha aggiunto la frase a tacere dell’ulteriore eccezione di non conformità delle singole copie agli originali, con conseguente formale disconoscimento ex art. 2719 c.c. tale affermazione, lacunosa ed evasiva, non coglie la specificità del problema giuridico sottostante II. - questa Corte ha più volte precisato che il concessionario del servizio di riscossione dei tributi può domandare l’ammissione al passivo dei crediti tributari maturati nei confronti del fallito sulla base del ruolo, senza che occorra anche la previa notificazione della cartella esattoriale, e anzi sulla base del solo estratto, in ragione del processo di informatizzazione dell’amministrazione finanziaria che, comportando la smaterializzazione del ruolo, rende indisponibile un documento cartaceo, imponendone la sostituzione con una stampa dei dati riguardanti la partita da riscuotere cfr. Cass. n. 3119017, Cass. n. 16603-18, Cass. n. 16112-19 era ed è quindi del tutto irrilevante la questione della produzione nel giudizio di opposizione delle cartelle esattoriali, come pure era ed è irrilevante la questione della corrispondenza o meno della conformità delle copie delle relate di notificazione delle cartelle agli originali la presenza di contestazioni del curatore, in caso di domanda di ammissione sulla base di ruoli esecutivi, postula semmai l’ammissione con riserva, da sciogliere poi ai sensi del D.P.R. n. 602 del 1973, art. 88, comma 2, allorché sia stata definita la sorte dell’impugnazione esperibile davanti al giudice tributario Cass. n. 6126-14, Cass. n. 23110-16 e molte altre III. - il medesimo primo mezzo è manifestamente fondato anche in rapporto alla statuizione del tribunale sul secondo motivo di opposizione attinente allo sgravio con tale motivo era stato dedotto che la somma portata da una delle cartelle era stata sì oggetto di sgravio, come affermato dal giudice delegato, ma solo parzialmente sicché il credito era da ammettere per il residuo il tribunale ha affermato che la circostanza dello sgravio parziale era rimasta priva di supporto documentale anche in tal modo tuttavia il tribunale ha errato non risulta in alcun modo scrutinata la questione dell’epoca di esecuzione dello sgravio rispetto alla cartella esattoriale, e quindi non risulta considerata la questione se lo sgravio fosse stato eccepito come incidente in senso sostanziale sulla pretesa tributaria per fatto successivo a una valida notifica della cartella solo dinanzi a un simile dato peraltro almeno apparentemente in contrasto con le premesse del provvedimento il tribunale avrebbe potuto direttamente esaminare il profilo della prova dell’avvenuto sgravio, totale o parziale v. Cass. Sez. U n. 7822-20 IV. - in generale e per converso la presenza della cartella, strumento di notifica del ruolo, suppone doversi tener conto della contestazione della curatela circa l’avvenuto sgravio solo ai fini dell’ammissione del credito residuo con riserva, esattamente nel solco dell’insegnamento all’inizio richiamato e questo perché anche la questione relativa allo sgravio, ove anteriore alla notifica della cartella, implica che l’obbligazione tributaria più non esista in forza di un previo atto di autotutela amministrativa, e deve essere portata alla cognizione del giudice tributario con l’impugnazione della cartella D.Lgs. n. 546 del 1992, art. 19 in tal caso la presenza della contestazione della curatela incentrata sul già avvenuto sgravio postula pur sempre che il credito sia ammesso con riserva, da sciogliere poi ancora una volta ai sensi del D.P.R. n. 602 del 1973, art. 88, comma 2, definita la sorte dell’impugnazione nella sede propria V. - il secondo motivo di ricorso, che attiene alla pronuncia sulle spese processuali, è assorbito il decreto va cassato con rinvio al medesimo tribunale di Messina che, in diversa composizione, rinnoverà l’esame dell’opposizione al passivo uniformandosi ai principi di diritto appena esposti il tribunale provvederà anche sulle spese del giudizio svoltosi in questa sede di legittimità. P.Q.M. La Corte accoglie il primo motivo, assorbito il secondo, cassa il decreto impugnato e rinvia, anche per le spese del giudizio di cassazione, al tribunale di Messina.