Dal Presidente del Garante per la protezione dei dati personali arrivano alcune attente osservazioni, sotto il profilo della tutela della privacy, nell’ambito del d.l. numero 4/2019 recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e pensioni.
Rdc e protezione dei dati personali. Innanzitutto sottolinea il Garante privacy che il meccanismo di riconoscimento, erogazione e gestione del reddito di cittadinanza Rdc comporta trattamenti sui dati personali dei soggetti interessati alla misura. «Si tratta, in particolare, dei dati relativi allo stato di salute e alla eventuale sottoposizione a misure restrittive della libertà personale», prosegue il Presidente. Il trattamento dei dati deve essere impostato secondo i principi del regolamento europeo sulla protezione dei dati. E così come formulato il Rdc sembra non essere idoneo a soddisfare i requisiti richiesti dal summenzionato regolamento europeo in materia di tutela della privacy, poiché il decreto contiene disposizioni inidonee a definire chiaramente le modalità di svolgimento delle procedure di consultazione delle varie banche dati. Numerose criticità ci sono anche con riferimento all’utilizzo della carta Rdc da parte degli interessati beneficiari. Inoltre, sono fonte di perplessità anche alcune disposizioni sulla disciplina del rilascio delle attestazioni ISEE, poiché potrebbero pregiudicare la sicurezza dei contenuti nell’anagrafe tributaria e nell’archivio dei rapporti finanziari dell’Agenzia delle Entrate. Infine, a rischio, secondo il Garante privacy, è anche il sito web del Governo, dedicato appunto al Rdc, in quanto rivela carenze con riferimento al trattamento dei dati. A tal proposito è necessario adottare misure tecniche idonee ad attuare in modo efficace i principi di protezione dei dati personali, «integrando nel trattamento le necessarie garanzie per ridurne i rischi a tutela dei i diritti dei cittadini».