Lo stivale delle pensioni

di Paolo Rosa

di Paolo Rosa * L'INPS eroga ogni mese circa 4 milioni di pensioni di anzianità, il 65% delle quali viene incassato al Nord Piemonte, Emilia Romagna, Lombardia, Friuli Venezia Giulia, Veneto e Trentino Alto Adige, in ordine decrescente di percentuale - fonte Il Sole 24 Ore del 25.10.2011, pag. 10 . Le pensioni tra Nord e Sud passando per il Centro. Il Nord registra in rapporto alla popolazione una concentrazione di pensioni di vecchiaia - anzianità doppia 19,3% rispetto al Sud 9,6% . Ma un andamento inverso si rileva per i trattamenti di invalidità previdenziale che sono ben 1.705.934 dei quali il 3,8% al Sud rispetto al 1,9% al Nord e per le prestazioni assistenziali pensioni - assegni sociali presenti al Sud in percentuale doppia 2% rispetto al Nord 1% . Più equilibrata appare la situazione al Centro fonte Bilancio sociale INPS 2009, pag. 84 . La Tavola 4.4. mostra nel dettaglio la distribuzione del numero delle pensioni e gli importi medi correlati per regione di residenza dei titolari. Al Nord si rilevano ovunque importi superiore al valore medio nazionale pari nel 2009 a 773,98 euro mensili , ad eccezione del Trentino Alto Aldo 768,48 euro mensili . Nelle regioni centrali, l'Umbria 720,56 euro mensili e le Marche 675,12 euro mensili si situano al di sotto del valore medio, mentre in Toscana 787,54 euro mensili e nel Lazio 880,90 gli importi sono superiori alla media. Nelle regioni meridionali e nelle isole gli importi restano tutti al di sotto del valore medio nazionale. Questo spiega perché la Lega si è arroccata sulla immodificabilità delle pensioni di anzianità difende il diritto alla conservazione delle pensioni di anzianità del proprio elettorato del Nord. Il Sud difende i trattamenti assistenziali e così facendo la situazione è destinata a stallare, con grave danno per tutta la popolazione. La riforma non abolisce le pensioni di anzianità in godimento ma detta regole nuove per il futuro! Così la riforma della assistenza dovrebbe indirizzarsi non a pioggia ma a chi ne abbia veramente bisogno. Eppure la riforma pensionistica da fare è piuttosto semplice. Come da tempo ammonisce l'economista prof. Elsa Foriero del CERP di Torino - Applicazione dal 01.01.2012 del sistema di calcolo contributivo per tutti i lavoratori italiani, ivi compresi i parlamentari e i professionisti ,con il sistema del pro rata - Abolizione delle pensioni di anzianità, unicum nel suo genere in Europa, salvaguardando soltanto i lavori usuranti - Imposizione a tutte le pensioni liquidate con il più generoso sistema retributivo, escluse le minime, di un contributo di solidarietà per rinvigorire il patto intergenerazionale. Con questi tre interventi il futuro pensionistico dei lavoratori italiani sarebbe al sicuro e così i conti dello Stato su questo versante ma tra il dire e il fare c'è di mezzo lo stivale. * Avvocato