



Inadempimento contrattuale | 13 Settembre 2013
Domanda di esatto adempimento e domanda di risoluzione: quando è possibile promuoverle congiuntamente?
di Gianluca Tarantino - Avvocato e dottore di ricerca in diritto dell'economia
Il principio dell’inammissibilità della domanda di adempimento proposta successivamente a quella di risoluzione (art. 1453 c.c.), deve ritenersi applicabile alla duplice condizione: 1) che la domanda di risoluzione sia stata proposta senza riserve, in quanto, alla luce del principio di buona fede oggettiva, il comportamento del contraente che chieda incondizionatamente la risoluzione è valutato dalla legge come manifestazione di carenza di interesse al conseguimento della prestazione tardiva, sicché l’esercizio dello ius variandi deve, per converso, ritenersi consentito quando la domanda di risoluzione e quella di adempimento siano proposte nello stesso giudizio in via subordinata; 2) che esista interesse attuale dell’istante alla declaratoria di risoluzione del rapporto negoziale, di talché, quando tale interesse venga meno per essere stata la domanda di risoluzione rigettata o dichiarata inammissibile, la preclusione de qua non opera, essendo venuta meno la ragione del divieto di cui al ricordato art. 1453 c.c..









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